Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the MoveN° 105, December 2007
ACCOGLIENZA E LEGALITÀDEVONO ANDARE INSIEME*
«Se Gesù tornasse a nascere vedrebbe la luce in una delle tante baracche che sono sulle rive dellÂAniene, nel quartiere Nomentano». Un posto a 5 minuti da Porta Pia dove tutti, autorità comprese, fanno finta di non vedere il popolo degli invisibili e dove la gente tende a girare la testa quando intere famiglie di rom mandano i bambini a rovistare nei cassonetti perché loro riescono a intrufolarsi meglio alla ricerca di stracci o di avanzi di panettone, insomma, il Natale 2007 faccia riflettere, osserva lÂarcivescovo Agostino Marchetto, ministro dellÂImmigrazione della Santa Sede. «Faccia riflettere anche chi ha il compito di coniugare accoglienza da una parte, sicurezza dallÂaltra. Sicurezza per i cittadini, in primis, che devono poter continuare a vivere senza la paura di essere malmenati o derubati sotto casa, mentre parcheggiano lÂauto, quando portano a spasso il cane». Eccellenza quando si affronta lÂargomento sembra che la Chiesa insista di più sullÂaccoglienza che non sulla sicurezza Non è vero. Basta rileggere i documenti che ha prodotto il Magistero in questi anni. Basta ascoltare gli interventi fatti dal Papa, prima da Giovanni Paolo II e ora da Benedetto XVI. LÂopinione pubblica preme per avere sicurezza, vale a dire la grande questione legata allÂimmigrazione; i mass media sottolineano questo aspetto rischiando spesso di alimentare timori profondi. Tuttavia come non osservare che è dal rispetto delle regole che si tutela il bene comune di una nazione? In questo caso il bene comune è dato dallÂarmonia tra diritti e doveri. Una nazione deve poter garantire la sicurezza dei suoi cittadini e questi devono potersi sentire sicuri, protetti. Con la stessa convinzione, però, si devono combattere i fantasmi, gli spauracchi, vincendo tante paure infondate. Come? Coniugando con politiche equilibrate lÂaccoglienza, dunque la dimensione umana dellÂospitalità, con la legalità. LÂItalia non rischia di chiudersi in se stessa? Io sono stato in giro in tutto il mondo, dallÂAfrica allÂAmerica Latina, dallÂAsia allÂOceania. Posso dire che dellÂitaliano si ha unÂidea ben precisa, di una persona che accoglie, non ostile, naturalmente portata ad aprire la mano. Una caratteristica che il nostro popolo non deve perdere. Ultimamente lÂarrivo in massa dei romeni ha creato qualche problema Rispetto ad altre nazioni europee lÂItalia non è tra quei paesi che maggiormente hanno aperto le porte agli stranieri. Semmai è il ritmo incalzante di questi tempi ad aver portato ad una crescita delle presenze straniere in Italia, causando certe sofferenze. La questione dellÂaccoglienza è da legare al concetto del bene comune nel contesto universale. Quindi? Quando il Papa parla della pace mondiale affronta anche i problemi della famiglia umana. Uno di questi è di fare in modo che tutti i popoli possano avere accesso ai beni di questo mondo. La questione migratoria rientra nella cornice complessiva. Il primo diritto di una persona è di non dovere essere costretta ad immigrare. Se Gesù Bambino nascesse oggi Se duemila anni fa non cÂera posto da nessuna parte, forse oggi potremmo trovare Gesù in qualche sottoponte dellÂAniene, lungo le baracche che sono sorte sul fiume. Dovrebbe farci pensare a cosa è davvero il Natale. Comprenderemmo che il Figlio di Dio che si è incarnato per salvarci non ha trovato posto se non in una grotta. Non bisogna criminalizzare, dunque, quei baraccati sul fiume Aniene Chi vive nelle baracche ha bisogno della nostra comprensione. Avere questi sentimenti, tuttavia, non vuol dire che si debba ignorare la questione della legalità. Accoglienza deve andare di pari passo alla legalità. Lo Stato non fa rispettare le regole? Accoglienza vuol dire tante cose, significa non avere un lavoro nero, imporre lÂosservazione delle regole, garantire cure mediche, una casa, istruzione per i figli. Cose che fanno parte dei diritti di una persona. * Intervista di Franca Giansoldati a S.E. Mons. Agostino Marchetto. Da Il Messaggero, 24 dicembre 2007.
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