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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 104, August 2007

 

 

FORUM GLOBALE SU

“MIGRAZIONE E SVILUPPO”

(Bruxelles, 9-11 luglio 2007)

 

Dichiarazione

 

 

Arcivescovo Agostino MARCHETTO

Segretario del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

Capo Delegazione della Santa Sede

 

Signor Presidente, 

Al giorno d’oggi, il legame esistente tra migrazione e sviluppo richiama sempre più attenzione da ogni parte del mondo. A tale riguardo la mia Delegazione, porgendo i propri sentiti ringraziamenti al Governo belga per lo sforzo messo in atto nella preparazione del presente Forum, vuole sottolineare che, siano migranti o membri della popolazione locale, gli esseri umani non sono primariamente o unicamente un fattore economico, ma persone umane, dotate di un’innata dignità e di uguali e inalienabili diritti.

Al tempo stesso, nemmeno lo sviluppo può dirsi autentico, qualora venga ottenuto a spese della gente comune[1]. Per essere genuino, lo sviluppo deve essere di ogni persona e di tutta la persona[2], cioè integrale, olistico. Qualora le esigenze morali, culturali, spirituali e religiose degli individui e delle comunità non vengano rispettate, il benessere materiale risulterà insoddisfacente[3].

Per quanto riguarda le migrazioni, senza dubbio le persone hanno, prima di tutto, il diritto a vivere in pace e dignità nel proprio paese. Di conseguenza, i paesi di origine hanno la grave responsabilità di adoperarsi per aumentare il proprio sviluppo, cosicché i propri cittadini non siano obbligati a lasciare la patria per cercare una vita degna altrove.

Tuttavia, il raggiungimento del bene comune universale (inteso per l'intera umanità) richiede il sostegno, la solidarietà, l'assistenza e la cooperazione degli altri, soprattutto quando una Nazione non riesce a tener testa al processo di sviluppo e alla lotta per la pace e la sicurezza.

Purtroppo ancora oggi le persone emigrano, tra le altre cose, per poter provvedere alla propria famiglia, che è, in effetti, la cellula naturale e fondamentale della società. I migranti, come gli altri, hanno bisogno di vivere in una famiglia. Ma ancora di più, in quanto per coloro che sono lontani dalla propria patria, il sostegno della famiglia è essenziale[4]. Di conseguenza, le famiglie non devono essere disperse ed indebolite, lasciando i loro componenti in uno stato di vulnerabilità, in particolar modo le donne ed i bambini.

Da un’altra prospettiva, la migrazione è anche causata dalla richiesta, nei paesi industrializzati, dei servizi dei migranti un fatto legato alla globalizzazione. Così i migranti contribuiscono al benessere del paese di accoglienza e, anche in ragione della loro dignità umana, devono essere rispettati e vedersi garantite le loro libertà: il diritto ad una vita dignitosa, ad un equo trattamento sul luogo di lavoro, ad avere accesso all’istruzione, alla salute ed altri benefici sociali, a sviluppare la propria competenza, a crescere da un punto di vista umano, a manifestare liberamente la propria cultura e a mettere in pratica la loro religione. Ma diritti e doveri vanno di pari passo. Perciò, allo stesso tempo, i migranti hanno il dovere di rispettare l’identità e le leggi del paese di residenza, di lottare per una giusta integrazione (non assimilazione) nella società di accoglienza ed apprenderne la lingua. Essi devono favorire la stima e il rispetto per il Paese ospitante, fino a giungere ad amarlo e difenderlo[5]..

 Purtroppo, tra di loro, vi sono migranti in situazione irregolare, i quali, tuttavia, indipendentemente dal loro status legale, hanno una dignità umana inalienabile. Di conseguenza, i loro diritti devono essere salvaguardati e non ignorati o violati[6].. Lo status di migrante irregolare, infatti, non significa criminalità. La soluzione è quella della migliore cooperazione internazionale, che scoraggi la clandestinità con aumento di canali legali per la migrazione.

Consentitemi di farmi eco, a questo punto, dell’appello pontificio rivolto ai Governi che ancora non l’hanno fatta, per la ratifica della Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti di tutti i Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie.


 

[1] cfr. Sollicitudo Rei Socialis (SRS), n. 9 in http://www.vatican.va/ edocs/ ITA1224/ __P 2. HTM.

[2] cfr. Populorum Progressio, n. 14 in http://www.vatican.va/holy_father/ paul_vi/ encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_ 26031967_populorum_it.html.

[3] cfr. SRS 33.

[5] V. Erga migrantes caritas Christi (EMCC), n. 77 in http://www.vatican.va/ romancuria/ pontifical_councils/migrants/documents/rc_pc_migrants_doc_20040514_ergamigrantes-caritas-christi_it.html

[6]  V. EMCC 29.

 

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