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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 107 (Suppl.), August 2008

 

 

Pellegrinaggi e Santuari:

cammini di pace, spazi di misericordia

 

Arcivescovo Agostino MARCHETTO

Segretario del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

Il pellegrinaggio ad un santuario è antico cammino di penitenza e preghiera che vive oggi una nuova gioventù, caratterizzata da grande dinamismo. Sempre più numerosi, infatti, sono i pellegrini che si mettono in cammino spinti dalla loro fede per incontrare Dio, udire la Sua voce e fare esperienza del Suo amore, nel raccoglimento e nel silenzio interiore. In società, le nostre, in cui i diritti umani sono continuamente violati e le persone sono sottoposte a tante forme di violenza o a vita disumana, i pellegrinaggi e i santuari possono essere preziose opportunità per rispondere a un diffuso anelito di pace e riconciliazione, e per trovare la forza di perdonare. “Perdonatevi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo” (Ef 4, 32), dice il Signore. Con questi obiettivi si sono dati appuntamento a Lourdes (Francia) i Direttori dei pellegrinaggi e i Rettori dei santuari dÂ’Europa per il loro quinto Congresso continentale (dal 10 al 13 settembre), promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in collaborazione con i Santuari di Lourdes. Il tema generale è stato Pellegrinaggi e Santuari: cammini di pace, spazi di misericordia.

“La pace non è condizione stabile, - ha osservato nel suo discorso introduttivo il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio - essa è frutto di un impegno costante, una continua conquista di una situazione che si acquisisce nuovamente ogni giorno, rimuovendo ostacoli e tensioni. Nella costruzione della pace i cristiani sono chiamati a lavorare insieme per offrire i loro specifici valori positivi, senza esclusivismi, quali lÂ’amicizia, la solidarietà, la comprensione e la carità”.

Questo incontro di Lourdes si è svolto in un periodo di grande fervore in vista del 150° anniversario delle apparizioni della Madonna a Santa Bernardetta. Come si sa, per celebrare tale ricorrenza è già stato indetto un anno giubilare che avrà inizio lÂ’otto dicembre prossimo. Il Vescovo di Lourdes, S.E. Mons. Jacques Perrier, ne ha dato notizia al congresso stesso.

Le giornate della riunione europea sono state, per Direttori dei pellegrinaggi e Rettori dei santuari provenienti da 19 nazioni dÂ’Europa, un tempo di vera condivisione, di aggiornamento formativo, di riflessione e di preghiera. Essi hanno dimostrato disponibilità di ascolto e dialogo, ed è auspicabile che ne traggano profitto concreto per la pastorale. Il nutrito documento finale, pubblicato in questi giorni, è articolato in tre parti: lÂ’evento, le conclusioni e le raccomandazioni. Volendo qui brevemente presentare le ultime due parti, indico anzitutto che i partecipanti hanno ribadito, per lÂ’uomo pellegrino, di rammentare che è Dio a farsi incontro in Persona per parlare di sé allÂ’uomo. Dio si fa pellegrino nel mondo per esaudire il profondo desiderio umano di pace e indicarne la via, ma la pace deve essere in primo luogo costruita nei cuori, infatti solo chi è in pace con se stesso può veramente accettare e accogliere il prossimo.

I Santuari, ciascuno con la sua storia, sono il punto di arrivo di un viaggio in cui ogni pellegrino deve poter trovare il proprio pozzo di Giacobbe (cfr. Gv 4, 19-20), luogo in cui tante persone che camminano cariche di interrogativi, stanche e in cerca di punti di riferimento e riconoscimento trovano la misericordia. Nel Santuario essa cÂ’è (cfr. Os 11,8) e coloro che lì accolgono hanno la missione di manifestarla anche con la loro calorosa ospitalità.

I Pellegrinaggi e i Santuari, illuminati da Dio, favoriscono certo la pace con se stessi. Ma ciò comporta uno sforzo di cambiamento personale per rispondere al dono di Dio e anche per accettare gli aspetti negativi degli altri fratelli in umanità. Così si può raggiungere una tranquillità dÂ’animo e accettare serenamente la propria realtà umana, in cui oscurità e luce camminano sempre fianco a fianco.

In Europa purtroppo si va affievolendo la consapevolezza del bene e del male, e i punti di riferimento o i “valori” sono influenzati dalle correnti dÂ’opinione. Le coscienze si trovano così in balia di incertezze e ‘sensi di colpaÂ’. Le opere di misericordia (cfr. Mt 25) e il Sacramento della Riconciliazione sono appunto cammini per la liberazione dal peso della colpa, per accedere alla libertà dei figli di Dio e raggiungere la Salvezza, che ha in un certo senso la propria fonte e compiutezza nellÂ’Eucaristia, celebrata e condivisa.

Durante il pellegrinaggio e nel santuario lÂ’uomo può scoprire che la Misericordia si ferma su di lui ogni qualvolta egli la invita a restare con sé. LÂ’effetto può essere imprevisto e, alla fine, essa risulta trasformare colui che già portava nel cuore questo desiderio inesprimibile di Misericordia.  

Nel Documento finale dellÂ’Incontro è stato sottolineato quanto sia determinante la qualità dellÂ’accoglienza, che si esprime nella cura dei luoghi (disposizione, simboli, lingue Â…), nellÂ’attenzione rivolta allÂ’accompagnamento di persone e gruppi e nellÂ’esperienza della profondità del silenzio, che favorisce la comunione con Dio e con gli altri. È importante dunque esercitare lÂ’ospitalità, nel rispetto dei ritmi e tempi di maturazione di ciascuno. In effetti, quando si accolgono i pellegrini o i visitatori, per essi cÂ’è la possibilità di accogliere a loro volta la Chiesa e, attraverso la sua mediazione, la Parola di Dio. LÂ’accoglienza non può che essere reciproca.  

I santuari e i pellegrinaggi costituiscono una “rete” con anche un ruolo sociale, perché favoriscono relazioni di pace tra gli uomini, incoraggiano a conoscere la storia e invitano alla comunicazione reciproca, in profondità e con interiorità. Nel passato, pellegrinaggi e Santuari hanno contribuito a edificare non solo uno spirito di pace, ma anche un continente: lÂ’Europa. Ancora oggi essi, per ciò che riguarda in particolare lÂ’Europa, sono luoghi di incontro di popoli, oltre che di persone. Vi si prende coscienza poi delle radici cristiane del continente, componente dinamica della nostra civiltà per il cammino nel terzo millennio. I santuari collaborano quindi, in certo qual modo, a sostenere il cammino dÂ’unità intrapreso dallÂ’Europa, che resta ancora in gran parte da realizzare nella mente e nel cuore delle persone. 

Nel Documento finale, poi, sono fatte alcune raccomandazioni pastorali. Si consiglia così di facilitare il Sacramento della Riconciliazione, con una presenza visibile dei suoi ministri nei santuari, per sperimentare la Misericordia. Si chiede altresì di rispettare la riservatezza, la serenità e la dignità di questo cammino di riconciliazione nel luogo della sua celebrazione e, anche, di proporre speciali occasioni per sensibilizzare e preparare alla celebrazione del perdono.

Tutti i battezzati – laici, religiosi, religiose e ministri ordinati – sono perciò invitati a un rinnovamento spirituale permanente che dura tutta la vita. Si propone cioè di dare una nuova vitalità al Sacramento della Riconciliazione, con i mezzi e gli stili propri dei Santuari. Si appoggia pure un rinnovamento di riflessione antropologica, teologica, liturgica e catechetica sulla Riconciliazione, per il nuovo stato di consapevolezza dellÂ’uomo europeo contemporaneo.

Più volte nel Documento finale è sottolineata la necessità di creare presupposti che favoriscano il silenzio: condizione necessaria per accogliere la Pace, dono di Dio, e per un clima di preghiera indispensabile. Si chiede anche di incoraggiare la collaborazione tra ‘organismiÂ’ religiosi e agenzie turistiche, allo scopo di migliorare la reciproca comprensione e collaborazione, tenendo conto dei due aspetti del pellegrinaggio, contemporaneamente viaggio-spostamento e movimento spirituale verso la meta prestabilita. È necessario poi realizzare unÂ’armonizzazione tra pellegrinaggi e santuari e gli impegni diocesani.

I partecipanti al Congresso hanno anche accolto e incluso nelle raccomandazioni lÂ’appello iniziale formulato dal Cardinale Martino di realizzare cioè una solidarietà spirituale, ma anche materiale, dei pellegrini con le locali comunità cattoliche minoritarie, sia in Europa che altrove, raccolta presso i santuari.

I partecipanti al Congresso si sono infine rallegrati della crescita in consapevolezza ecclesiale dellÂ’importanza di pellegrinaggi e Santuari in un mondo in movimento e hanno chiesto che ci sia una sempre maggiore collaborazione tra Direttori di pellegrinaggi e Rettori di Santuari per un migliore comune servizio pastorale.

I testi degli interventi sono stati raccolti in un CD distribuito a Lourdes. Esso costituisce, con gli Atti del Congresso, che verranno pubblicati su un numero supplementare della nostra rivista People on the Move, un utile strumento di memoria del bel congresso in parola e un valido contributo alla formazione permanente teologica e spirituale degli operatori di tale importante settore della pastorale specifica della mobilità umana.


 

* LÂ’Osservatore Romano, N. 36 (44.776), 11-12 Febbraio 2008, p. 6.

 

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