The Holy See
back up
Search
riga

 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 108, December 2008

 

 

 Â“La crisi globale: dal mercato ai valori.

L’Europa e l’Italia”*

 

 

Arcivescovo Agostino Marchetto

Segretario del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

 

La lettera di convocazione del Sig. Ministro Tremonti ha ben posto a fuoco il tema di questa Tavola Rotonda; grazie anche dell’invito.

D’inizio richiamo, come utile cornice, un recentissimo intervento di Henry Kissinger (sull’International Herald Tribune del 30 Maggio u.s.) dal titolo “Globalization and its discontents”. Nell’occhiello si legge: “The growing gap between the world’s political and economic order must be closed”. Mi pare sarebbe una buona base per il nostro incontro dal punto di vista politico ed economico. Ma andiamo verso i valori, come siamo stati invitati a fare.

Il primo che mi pare dover ricordare è quello della solidarietà, che bisogna pure globalizzare. Lo ha sostenuto moltissimo Papa Giovanni Paolo II (cfr. in Quaderni Universitari del PCPMI, La sollecitudine della Chiesa verso i migranti, L.E.V., Città del Vaticano 2005, il mio articolo “La globalizzazione nella visione di Giovanni Paolo II”, p. 41) e anche Benedetto XVI. Ne abbiamo un’ultima, recente, testimonianza nel suo discorso alla Fondazione “Centesimus annus-Pro Pontifice”. Bisogna, cioè, “promuovere uno sviluppo globale attento alla promozione integrale dell’uomo” (Avvenire, 1 Giugno 2008, p. 25), aggiungendo egli: “Al centro di ogni programmazione economica … occorre che ci sia sempre la persona” (ib.). “Solo una condivisa cultura della partecipazione responsabile e attiva può permettere ad ogni essere umano di sentirsi non fruitore o passivo testimone, ma attivo collaboratore nel processo di sviluppo mondiale” (ib.).

Già abbiamo qui, dunque, alcuni valori: solidarietà, persona umana, cultura della partecipazione responsabile e attiva. In fondo è un richiamo al n. 24 della Spe salvi, in cui si attesta: “Le strutture migliori funzionano soltanto se in una comunità sono vive delle convinzioni che siano in grado di motivare gli uomini ad una libera adesione all’ordinamento comunitario”. Ci sono qui altri valori: le convinzioni, frutto di una presa di coscienza, che portano alla creatività e all’azione.

Su quanto finora detto rimando al mio intervento su Nuntium del Luglio-Novembre 2005, circa “Globalizzazione e promozione umana” e a quello, a Bruxelles, l’undici Luglio 2007, al Forum globale su “Migrazione e sviluppo” (cfr. People on the Move, N. 104, p. 313). Mi introduco così in quella prospettiva che mi è propria, come Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, quella cioè delle Migrazioni, a cui ho dedicato anche due articoli della nostra Rivista People on the Move (N. 102, p. 365 e N. 105, p. 117, dal titolo, quest’ultimo, “Europa, immigrazione e futuro”, con attenzione specialmente al bene comune nazionale e internazionale, universale). Anche qui due valori, il bene comune, nazionale, nel contesto di quello universale.

A questo riguardo è significativo che al mio ultimo articolo, da Nairobi, L’Osservatore Romano (4 Giugno 2008, p. 1) abbia dato il titolo: “L’integrazione dei migranti, valore di civiltà” a cui, il giorno seguente, ne ha fatto seguito un altro intitolato “L’immigrazione come valore economico e sociale”.

Si associano qui valori ed emigrazione, binomio significativo, che mi piace sottolineare come spunto specifico per questa Tavola Rotonda, nel contesto della globalizzazione di cui le migrazioni, appunto, sono una conseguenza ed una espressione. Grazie!

 

* Tavola Rotonda, Aspen Institute Italia, Roma, mercoledì 11 Giugno 2008. 

 

 

top