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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 108, December 2008

 

 

LÂ’INTEGRAZIONE DEI CITTADINI IMMIGRATI*

 

Dalla prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, alla 58a Assemblea generale della Cei 

 

Â…Segnaliamo inoltre lÂ’urgenza di approntare e affinare delle buone politiche volte ad una reale integrazione dei cittadini immigrati che legittimamente soggiornano sul nostro suolo. Mentre per ciascuno di quelli che tentano di entrare nel nostro Paese bisogna trovare un continuo equilibrio tra esigenze e attese, tenendo alto il rispetto dei diritti delle persone, che sono poi doveri di civiltà. Pare a me che si debba evitare, per questi nuovi venuti e le loro famiglie, il formarsi di enclave a loro destinate che, se in un primo momento potrebbero apparire una soluzione emergenziale, diventano presto dei ghetti non tollerabili. A chi vuole stabilirsi in Italia si deve arrivare a proporre un patto di cittadinanza che, mettendo in chiaro diritti e doveri, non ricerchi scorciatoie illusorie. LÂ’identità del nostro popolo non è sorta oggi, perché si è consolidata in una storia secolare, e per questo da una parte chiede rispetto e dallÂ’altra rimane aperta e capace di incontrare altre culture, nella prospettiva di unÂ’identità arricchita per tutti. In ogni caso, dobbiamo farci tutti guidare dalla consapevolezza delle dimensioni globali del fenomeno e dal suo carattere emblematico per la nostra epoca. Su questo scenario frastagliato, la Chiesa si va prodigando con una generosità a tutti nota, attraverso la Fondazione Migrantes, la Caritas e altre strutture di volontariato, investendo non poche risorse di personale e mezzi. Che tuttavia non bastano mai, perché restano evidentemente insostituibili altri livelli di responsabilità e di intervento.

Una parola ci pare di poter dire sul crescente bisogno di sicurezza che viene registrato dagli osservatori sociali e di cui tanto sÂ’è discusso nel periodo della campagna elettorale. Infatti, anche per i sensori che noi pastoralmente abbiamo nelle diverse realtà territoriali, ci pare di avvertire che si va qui esprimendo unÂ’esigenza incoercibile di persone e famiglie, a cui sarà bene che i pubblici poteri sappiano, ai vari livelli, dare risposte calibrate ed efficaci. Una risposta disattesa o differita potrebbe in questo caso moltiplicare i problemi, anziché attenuarliÂ…

 

* LÂ’Osservatore Romano, 26-27 maggio 2008, p. 7.

 

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