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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 108, December 2008

 

 

INTERVISTA A RADIO VATICANA

SULLE VITTIME DELLA STRADA 

 

Ringrazio Radio Vaticana per questa intervista, mentre sono in vacanza, a un anno dalla pubblicazione del nostro innovatore documento Orientamenti per una pastorale della Strada. È anche nella linea del mio commemorare, con ritmo annuale, - il 2008 è per la quarta volta - l’altro documento, un’Istruzione: La Carità di Cristo verso i migranti.

Gli Orientamenti sono composti di 4 parti: la prima è dedicata agli automobilisti, camionisti, a chi viaggia in ferrovia o sta al loro servizio; la II alle donne di strada; la terza ai ragazzi di strada, la IV ai senza fissa dimora, ai senza tetto.

Dirò subito che è difficile farne un bilancio di primo anno, sia pure sommario. I tempi di ricezione dei documenti ecclesiali sono lenti, nonostante il nostro entusiasmo a lanciare in orbita questo nuovo settore della pastorale della mobilità umana, nella sua specificità, che il Santo Padre ci ha affidato come Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

Abbiamo fatto, lo scorso anno, un incontro mondiale sulla pastorale dei senza tetto, dei senza fissa dimora; già due furono quelli organizzati sulla pastorale per gli automobilisti, uno poi per i ragazzi di strada e uno per le donne di strada. Ci è stato chiesto, lo scorso anno, di incontrarci anche a livello continentale. Ne faremo in Ottobre uno a Bogotà (Colombia) con collaborazione del Celam, per l’America Latina e presenza del Nord America, dedicando un giorno ad ognuno dei 4 subsettori che appaiono negli Orientamenti.

Il prossimo anno pensiamo di fare un convegno simile per l’Europa.

Quel che posso dire è che siamo ancora in gestazione di questo tipo di pastorale, anche se non è mancato l’interesse più vivo di qualche conferenza episcopale, specialmente  per coloro che guidano.

Un bell’esempio ci è venuto dal Brasile, dove la Conferenza Episcopale, con l’appoggio governativo, ha fatto stampare e poi distribuito, grazie al servizio gratuito alle parrocchie da parte delle poste federali, 10 milioni di esemplari dei cosiddetti comandamenti dell’autista, illustrando ognuno con una significativa vignetta e breve commento.

(v.http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/pom2007104-suppl/rc_pc_migrants_pom104-suppl_index.html e People on the Move Suppl. N. 104 (Agosto 2007).

Da ciò risulta che forse sono stati i cosiddetti dieci comandamenti a suscitare di più l’interesse della stampa anche se qualcuno ci ha scherzato su.

C’è il tema dominante del I di quei Comandamenti: non uccidere! Che è come l’ouverture di una sinfonia, con richiamo alle virtù della giustizia e della carità. Che ci sia poi necessità, anche da parte della Chiesa, di creare una coscienza meglio formata nell’automobilista credente risulta ancor più evidente in questi giorni di ferie. Le cifre sono spaventose e si è detto che esse superano quelle delle morti bianche, per cui giustamente ci si preoccupa molto. Purtroppo tutto questo è segno di una mancanza del rispetto alla vita che è proprio delle nostre società. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti perché in gran parte gli incedenti sono causati dal fattore umano.

Le immagini di orripilanti disastri sembrano non bastare alla dissuasione di comportamenti contro il codice della strada. Forse la scuola dovrebbe fare di più per aiutare a essere prudenti, per sé e per gli altri, e anche la catechesi, la predicazione. Certo ci sono ancora zone della nostra anima da evangelizzare, una, forse, è quella dell’etica applicata alla strada.

 

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Intervista all'arcivescovo Agostino Marchetto: «Troppe stragi sulle strade
Ci vuole più rispetto per la vita»*

 

«Dobbiamo prendere coscienza che c'è una guerra nelle strade di tutto il mondo, dove quotidianamente muoiono centinaia di persone per diversi motivi. Occorre intervenire al più presto per abbassare il numero delle vittime, perché si tratta di vere e proprie stragi. Non sarà semplice, ma è sicuramente una sfida da affrontare con la giusta determinazione».

Lo ha dichiarato a «L'Osservatore Romano» l'Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, dopo le recenti sciagure stradali che hanno stroncato la vita a decine di persone. A tal proposito, l'arcivescovo ha anche annunciato un incontro continentale il prossimo ottobre a Bogotá, in Colombia, dove saranno affrontate diverse tematiche legate ai «pericoli» della strada.

«All'incontro - spiega monsignor Marchetto - realizzato in collaborazione con la Conferenza episcopale dell'America Latina (Celam) sarà presente anche il Nord America, nel corso del quale sarà dedicato un giorno ad ognuno dei quattro sub-settori che appaiono negli orientamenti. La prima parte è dedicata agli utenti della strada, ai camionisti, agli automobilisti, a chi viaggia in ferrovia e a quanti lavorano nei vari servizi ad esse collegati. La seconda alle donne di strada; la terza ai ragazzi di strada e, infine, la quarta ai senza fissa dimora e ai senza tetto. L'incontro di Bogotá è importante perché ci aiuterà a capire in che modo intervenire per debellare i fenomeni negativi legati alla strada:  prostituzione, accattonaggio, incidenti stradali. Anche se non bisogna dimenticare gli abitanti del marciapiede e i venditori di strada, né il legame con la strada dei turisti e dei pellegrini, dei nomadi».

Quello delle sciagure stradali è un fenomeno drammatico che cresce vertiginosamente nel mondo. Complice non solo la scarsa manutenzione delle strade, ma l'alta velocità attribuita all'uomo. Circa un anno fa il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha presentato gli «Orientamenti per la Pastorale della Strada», con un decalogo per gli automobilisti.

«Certamente - aggiunge monsignor Marchetto - è passato troppo poco tempo per fare un bilancio. Purtroppo i tempi di ricezione dei documenti ecclesiali sono abbastanza lenti anche se il nostro entusiasmo è molto vivo per far decollare questo nuovo settore della pastorale della mobilità umana nella sua specificità che il Papa ci ha affidato come Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Un vivo interessamento - prosegue l'arcivescovo - ci è giunto dalla Conferenza episcopale del Brasile che, con l'appoggio del governo, ha fatto stampare e distribuire alla popolazione dieci milioni di copie dei comandamenti dell'autista».

E in Brasile, infatti, la proibizione di qualsiasi tasso di alcool nel sangue quando si è alla guida ha dimezzato il numero di morti in incidenti stradali. Una legge entrata in vigore qualche mese fa ha inferto un duro colpo agli automobilisti indisciplinati. Secondo i dati del ministero brasiliano della sanità, le sciagure stradali sono diminuite del sessanta per cento, mentre i morti sono calati di oltre il cinquanta per cento, e nei fine settimana di oltre il settanta per cento.

«La cosa importante - spiega Marchetto - è che la Chiesa è impegnata per formare le coscienze e scuotere il senso di responsabilità degli utenti della strada. Per far diminuire gli incidenti stradali occorre sicuramente il contributo della comunità cristiana. Ma oltre alla Chiesa devono essere chiamati in causa la scuola, le famiglie ma anche le istituzioni le quali devono far rispettare le leggi in materia di sicurezza stradale».

A differenza del Brasile, in Italia nei giorni scorsi il numero delle vittime delle sciagure stradali è cresciuto sensibilmente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E la patente a punti che all'inizio era servita come deterrente per gli automobilisti ormai sembra una pratica archiviata. Camion, automobili e motociclette sfrecciano a velocità sostenute non curanti dei pericoli che potrebbero provocare non solo a loro stessi, ma anche e soprattutto ad altri ignari automobilisti o innocenti passanti.

«Che ci sia soprattutto da parte della Chiesa un interesse particolare per creare e formare una coscienza per gli utenti della strada è senza ombra di dubbio. Le cifre spaventose che ascoltiamo dalla televisione o leggiamo dai giornali - prosegue il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti - dimostra che c'è mancanza di rispetto della vita. Per questo motivo in ottobre abbiamo organizzato l'incontro a Bogotá per cercare di affrontare il problema. Prima partendo da un incontro continentale fino ad arrivare alla realtà delle parrocchie, passando dalle diocesi. Altro tema importante legato alla strada è quello dei bambini costretti a mendicare o a raccogliere rifiuti».

Potrebbero essere, infatti, cento-centocinquanta milioni, forse anche di più, i bambini di strada nel mondo. In America Latina, la povertà, la cattiva distribuzione del reddito e la mancanza di politiche sociali adeguate; in Africa, l'Aids, i conflitti e la povertà; in Asia, l'urbanizzazione crescente e, infine, nei Paesi dell'Europa dell'est, il deterioramento delle condizioni di vita e la marginalizzazione economica e sociale sono le radici dell'allontanamento di minori che, prima o poi, finiscono nella strada. Adolescenti costretti a vivere grazie all'accattonaggio, a piccoli crimini e alla prostituzione.
«Dobbiamo necessariamente portare un servizio umano e cristiano a tutte quelle persone che soffrono nella strada - precisa l'arcivescovo - vogliamo, infatti, creare degli agenti pastorali per combattere la piaga sociale dell'accattonaggio e della prostituzione".

Quello della tratta a scopo di prostituzione è certamente un fenomeno che investe anche la società italiana ponendo una serie di interrogativi in merito sia all'offerta della prostituzione, con i risvolti legati all'immigrazione clandestina e alla criminalità organizzata, sia alla domanda da parte dei clienti che comprano prestazioni sessuali a pagamento.

«A Bogotá - conclude monsignor Marchetto - saranno coinvolti numerosi episcopati anche del Nord America e insieme a loro cercheremo di redigere un documento conclusivo all'interno del quale saranno presentati gli orientamenti per arrivare alla ricezione del documento stesso per scuotere le coscienze. Non sarà facile farli assimilare e metterli in pratica, ma dobbiamo impegnarci affinché la pastorale per la mobilità umana assuma sempre di più un ruolo decisivo".

 

* Francesco Ricupero, L’Osservatore Romano, N. 189 (44.929), del 13 agosto 2008, p. 7.

 

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