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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 108, December 2008

 

 

Primo convegno nazionale di pastorale del Turismo termale 

“L’acqua e lo spirito.

L’acqua che risana, ricerca di salute, bisogno di spiritualità”

 

 

Saluto del Pontificio Consiglio

 

Dott.ssa Margherita Schiavetti

Officiale del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

 

 

Ho l’onore di farmi portavoce del saluto cordiale dell’Em.mo Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e dell’Arcivescovo Agostino Marchetto, suo Segretario. È il Dicastero che – come sapete – si occupa anche della pastorale del turismo, che è uno dei suoi 9 settori d’impegno.

In queste giornate di dialogo sulla pastorale del turismo termale abbiamo appreso tante cose sul mondo del benessere fisico, psichico e spirituale, e ci auguriamo che le nostre riflessioni possano trovare presto un riscontro concreto. Il nostro Dicastero, nel suo impegno di promuovere iniziative pastorali verso quanti fanno parte del vasto mondo del turismo, non mancherà di diffonderne i risultati alle Conferenze Episcopali, affinché sia data luce alla pastorale del turismo termale, occasione propizia per avvicinare le persone, in una favorevole condizione di serenità, e parlare al loro cuore.

In vista di questo primo convegno ad Abano Terme, i Superiori del nostro Pontificio Consiglio avevano chiesto ai delegati della pastorale del turismo in Europa informazioni sulle attività già in atto in materia di pastorale termale. Le poche risposte ricevute confermano quanto sia necessario incoraggiare gli operatori pastorali e offrire loro orientamenti per svolgere un servizio adeguato alla particolare situazione di quanti scelgono questa formula di turismo per il riposo o la riabilitazione, per liberarsi da ansie e dolori, per sagomare il corpo, ricercando benessere fisico e spirituale. 

*  *  * 

Riassumiamo qui le relazioni ricevute.

Dall’Austria, il Rev.do P. Anton Wintersteller, ha comunicato che la pastorale nei centri di cura viene svolta dalle parrocchie e dalle federazioni parrocchiali competenti, anche a livello regionale. Molto innovatore si è rivelato il progetto soprannominato“Fonti di vitalità nella regione termale della Stiria”, di cui si occupa da 10 anni l’Istituto per la formazione cattolica degli adulti (Erwachsenenbildung), della diocesi di Graz-Seckau, in collaborazione con i proprietari delle terme. Attraverso tale progetto, che ha vinto nel 2002 il premio delle innovazioni, sono stati avvicinati circa 15.000 ospiti nel corso di un migliaio di manifestazioni svoltesi in cinque centri termali. Alcuni di loro hanno anche accettato di avere un colloquio personale con un sacerdote. Tale pastorale implica una maggior disponibilità di persone e mezzi che è allo studio.

Dal Belgio, il P. Jacques Riga, responsabile della Commissione nazionale “Chiesa e Turismo”, ha inviato un resoconto frutto della sua esperienza come parroco e insegnante alla Scuola Alberghiera di Spa per 13 anni. Egli suggerisce di dare uno sguardo alla storia per comprendere la situazione attuale della pastorale nella città di Spa, nota fin dall'antichità per le sue acque minerali, tanto che il suo nome è diventato sinonimo di terme. Dalla fine del 17.mo secolo all’inizio del 20.mo, Spa divenne famosa con il soprannome di caffè d’Europa, luogo d’incontro per tutti quelli che contavano: i membri delle famiglie regnanti, come lo Zar Pietro il Grande o la Duchessa d’Orleans e anche artisti e scrittori, come Meybeer o Victor Hugo. Questo popolo di termalisti, soprannominati “bobelins”, risiedevano nel centro della città e alcuni di loro frequentavano la chiesa. La grande epoca delle terme si concluse con la morte della regina Maria Enrichetta del Belgio, molto cattolica.

Dopo la seconda guerra mondiale, a Spa si sviluppò il termalismo sociale, istituito dalle mutue socialiste. In quel periodo vi era pure una presenza numerosa di ebrei, che beneficiavano degli aiuti del governo tedesco alle vittime di guerra. Alcuni ospiti frequentavano la chiesa e vi era un accordo tra la parrocchia e gli alberghi per le visite ai turisti termali handicappati.

Negli anni dal 1980 al 1990 progressivamente andò sparendo questo tipo di termalismo molto costoso per le mutue. In anni recenti è stato rilanciato, con adeguate strutture, un turismo di lusso, confort e tranquillità. I frequentatori delle terme vivono così in un mondo chiuso, protetto e finalizzato al benessere corporeo, ma a fine giornata sono talmente spossati che non escono dall’albergo e non hanno contatti con la parrocchia e la città.

Anche coloro che seguono le terme in regime “leggero” e poi si dedicano al golf e visitano negozi lussuosi e il Casinò, non hanno molti contatti con la vita culturale e religiosa di Spa.

Situazioni simili si riscontrano in altre città termali del Belgio.

P. Jacques Riga conclude dicendo che la Chiesa nel suo Paese incontra difficoltà a penetrare in quel mondo chiuso, e si sta vagliando l’idea di organizzare alle terme un’esposizione artistica, sul tema “Corpo e Spirito”, quale via per introdurre la pastorale. 

Il Prelato Dr. Peter Prassel, della Conferenza Episcopale di Germania, ha inviato un rapporto sulla pastorale nei 300 centri di cura termale del suo Paese. Vi sono grandi centri (2000 posti letto) e centri più piccoli, adibiti, non più come una volta al riposo e alla ricreazione per un lungo periodo, ma alla riabilitazione post-ospedaliera, oppure al cosiddetto wellness, il benessere, con terapie intensive e concentrate in pochi giorni. Le offerte sono molto diversificate e alcune includono anche elementi esoterici. Aumenta la coscienza dell’importanza della salute, a cui prestare maggiore attenzione per un tempo più breve, e mentre una volta la vacanza era rigorosamente separata dalla cura, oggi invece molti usufruiscono delle offerte di cura durante le vacanze.

La pastorale specifica nei centri di cura termale si rivolge all’uomo malato nel corpo e nell’anima, e vede nella fede cristiana anche una forza terapeutica: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Lc 5,31). Molti durante un soggiorno in una clinica di riabilitazione avvertono la necessità di cambiare se stessi e il loro comportamento verso gli altri, rivedendo la relazione con Dio. Le comunità parrocchiali locali hanno difficoltà ad avvicinare queste persone, mentre il sacerdote incaricato dei centri di cura ha il compito e la possibilità di aiutarli a rivedere il loro rapporto con la malattia e la fede. L’anonimato del centro di cura può essere un’opportunità per la Pastorale.

Essa, nei centri di cura, offre il coraggio e la speranza che scaturiscono dalla fede. Questo servizio spirituale intende aiutare l’uomo a considerare la sua storia di vita, di salute e malattia alla luce del Vangelo. La pastorale presta un servizio solidale trans-regionale a pazienti di varie diocesi e si rivolge a tutti, perché l’apertura ecumenica e la cooperazione sono alla base della sua opera. Infine essa è anche un servizio missionario, aperto a coloro che sono lontani dalla Chiesa o la cercano.

La nuova politica sanitaria in Germania ha portato cambiamenti strutturali nei centri termali, in cui cresce l’importanza del settore psicosomatico e di conseguenza vi si deve adeguare il lavoro del sacerdote.

Il Rev.do Dottor Prassel spiega quindi come l’offerta pastorale sia diversificata secondo la situazione dei termalisti. Le persone autosufficienti e che si possono recare in chiesa o nel centro della pastorale termale, o nei locali della clinica, possono partecipare a celebrazioni religiose, al sacramento della riconciliazione, dell’unzione degli infermi, a colloqui, meditazioni, dialoghi su temi religiosi ed esistenziali; a manifestazioni sul tema ‘incontro con il creato’; ricevono varie proposte di istruzione, come un’ora di riflessione ed iniziative culturali per favorire la socializzazione, e hanno a disposizione un angolo per la lettura e un luogo d’incontro.

I pazienti ricoverati possono beneficiare all’interno della clinica di iniziative, quali possibilità di colloqui medico-paziente o tra pazienti stessi, per reciproco aiuto. In particolare, al personale dei centri di cura sono proposti colloqui e contatti personali, scambio di esperienze tra terapeuti, incontri con servizi d’assistenza, contatti con l’amministrazione e corsi di perfezionamento. I collaboratori volontari sono cercati, sensibilizzati e istruiti anche per accompagnare le persone dalla clinica alle celebrazioni o manifestazioni.

Le persone che in vacanza approfittano delle offerte di cura o di wellness, sono seguite dalla pastorale del turismo sulla base di appositi “Orientamenti”. Molti considerano il periodo delle ferie come il più importante dell’anno. Si cerca di mettere tutti nella condizione di trarre beneficio da un riposo creativo perché acquistino la forza di dare una risposta alle domande sul significato della vita.

La pastorale è sostenuta dalle singole Diocesi, che mettono a disposizione un sacerdote a tempo pieno e un centro. Le restrizioni finanziarie e il cambiamento del personale richiederanno nel futuro un coordinamento delle risorse, con incremento del volontariato, senza perdere la specificità pastorale. Questa particolare pastorale dovrà essere integrata sempre più in quella ordinaria.

Dalla Spagna ha risposto il Rev.do P. Josep-Enric Parellada, direttore del Dipartimento per la pastorale del turismo, il quale ha riferito che nel suo Paese non vi è un’attenzione specifica al termalismo, di cui si occupano generalmente i parroci. In alcuni centri termali esiste una cappella o eremo in cui si celebra talvolta la Santa Messa, con il permesso dell’Ordinario.

 Dalla Conferenza episcopale d’Ungheria il Dott. Gyorgyovich Gábor ha comunicato che è in costante aumento il numero dei turisti che entrano o escono dal Paese a motivo delle terme. Lo scorso anno il loro numero è stato di oltre 400.000 persone che hanno trascorso 4/5 giorni nei centri termali. Oltre alla pastorale ordinaria, occasionalmente vengono celebrate S. Messe o Liturgie della Parola nelle 60/70 località termali. L’insufficienza di questo servizio è dovuta alla mancanza di sacerdoti e di vocazioni.

Anche il Parlamento Europeo, nella sua Risoluzione del 29 novembre 2007 in merito a una nuova politica comunitaria per il turismo, si è espresso sull’importanza del turismo termale negli articoli 44 e 46[1].  

*  *  * 

Dalle esperienze dei suddetti Paesi, rileviamo quanto vasto e diversificato sia il campo di azione in cui si muove il turismo termale, che spazia dall’offerta del benessere fisico, estetico, salutare, alla prevenzione di malattie e varie forme di malessere, all’educazione alla salute, favorendo la socializzazione. Il termalismo, poi, con il progressivo allungarsi della vita e il conseguente invecchiamento della popolazione, sempre più troverà applicazione per giovare alla salute fisica e psichica, senza il ricorso a cure mediche invasive. Inoltre, l’offerta di wellness presente oggi in tanti alberghi è divenuta un valido sostegno alle altre proposte turistiche, un’opportunità nelle basse stagioni e un “salvagente” nelle brutte giornate. Occorre notare, infine, che non esiste un’età per questo tipo di turismo, a cui accedono numerosi anche i giovani, a cui da tempo fanno ricorso gli anziani e che persone di ogni età e ceto sociale non disdegnano.

Per noi in quanto Chiesa, il soggiorno nei centri termali può essere, come sopra osservato, un’occasione per avvicinare gli ospiti termali in ambiente propizio e invitarli/e a considerare più in profondità nella loro anima per scoprire, anche attraverso i ritmi delle terme, quel beneficio e quella serenità che la preghiera può offrire in armonia con la natura e la creazione. Trovandoci, poi, in un mondo globale, caratterizzato da grande mobilità, pure qui è data l’opportunità di incontrare persone di diverse culture e religioni, con le quali avviare un dialogo e possibili condivisioni.

Desidero concludere questo saluto, pur nutrito di qualche utile notizia europea di pastorale, con un richiamo alle parole del nostro Santo Padre Benedetto XVI, il quale ha definito la pastorale della salute un ambito evangelico “che richiama immediatamente l’opera di Gesù buon samaritano dell’umanità”[2]. Nella sua vita terrena, infatti, Gesù scelse l’insegnamento e la guarigione da ogni sorta di infermità, come strumenti per manifestare la vicinanza di Dio e il suo amore misericordioso che risana lo spirito e il corpo.


 

* Abano Terme (Padova), Italia, 9 - 11 ottobre 2008.

 

[1] Parlamento europeo Risoluzione del 29 novembre 2007 su una nuova politica comunitaria per il turismo: una partnership più forte per il turismo europeo (2006/2129(INI)). N. 44: sottolinea l'importanza di utilizzare tutti i programmi comunitari disponibili, incluso il secondo programma d'azione comunitaria nel settore della salute (2008-2013)(6) , per promuovere il turismo sanitario; … N. 46: ritiene che, considerato il calo del turismo sanitario, occorra emanare una specifica direttiva comunitaria tesa a definire il riconoscimento e l'utilizzazione delle risorse idrotermali e, più in generale, del ruolo del turismo sanitario e delle cure termali nell'ambito dei sistemi turistici dei vari Stati membri - oltre che in quelli sanitari, previdenziali e assicurativi – rendendo inoltre disponibili adeguate risorse finanziarie per consentire a un settore di importanza strategica per l'economia degli Stati membri di attuare un processo di sviluppo tale da incrementare in termini significativi nuova occupazione diretta ed indiretta.

[2] Benedetto XVI, Discorso alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio per la Pastorale Sanitaria, 22 marzo 2007: L’Osservatore Romano N. 67 (44.510), del 23 marzo 2007, p. 5.

 

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