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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 108, December 2008

 

 

Tavola Rotonda sul tema*

"Il turismo reagisce alle sfide

del cambiamento climatico"  

 

Arcivescovo Agostino Marchetto

Segretario del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

  

Un saluto cordiale a tutti i presenti a questa Tavola Rotonda, in occasione della 29.ma Giornata Mondiale del Turismo, che si svolge proprio nella data fissata, dopo essere stati ricevuti dal Santo Padre, apice per noi dellÂ’evento.

Il turismo affronta la sfida del cambiamento climatico questÂ’anno - è il tema dettato dallÂ’Organizzazione Mondiale del Turismo - e noi, come Chiesa, nella pastorale del turismo, ci preoccupiamo di analizzarne il contenuto e i risvolti. Esso riflette una situazione che preoccupa, in quanto lÂ’aumento del tasso di anidride carbonica (Co2) sulla terra sta raggiungendo livelli tali da impensierire le istituzioni preposte alla salute pubblica e allÂ’ambiente. Si studiano quindi le misure per arginare tale crescita, sicché nel luglio scorso se ne è occupato anche il G8, riunito a Hokkaido-Toyako. Purtroppo i risultati, anche questa volta, sono lontani dalle nostre speranze. LÂ’accordo prevede responsabilità comuni, ma differenziate tra paesi ricchi ed emergenti. I primi, cioè quelli del G8, devono, a medio termine, fermare la crescita delle emissioni e ridurle in valore assoluto. I paesi emergenti, al contempo, dovrebbero adoperarsi per mitigare le loro emissioni e rallentarne lÂ’andamento attuale. Tutto ciò però non è sufficiente.

Un vantaggio comunque si è avuto da quellÂ’incontro, e cioè lÂ’eco sui media mondiali, che hanno contribuito a far conoscere meglio il problema. Vi era stato anche un appello delle Conferenze episcopali dei Paesi del G8 rivolto ai partecipanti al vertice, con lettera comune inviata ai rispettivi Capi di Governo. Il documento sottolineava come le conseguenze dei cambiamenti climatici colpiscano soprattutto i poveri, nonostante siano coloro che meno causano il mutamento del clima. I costi che ne derivano dovrebbero invece essere sostenuti dai popoli e dalle nazioni che traggono vantaggio economico dalle emissioni. Spetta inoltre a loro finanziare lo sviluppo di tecnologie eco-compatibili per fronteggiare i cambiamenti climatici. Anche il Santo Padre aveva accoratamente appoggiato tale iniziativa episcopale[1].

Ebbene, il Messaggio pastorale del nostro Pontificio Consiglio per questa Giornata si apre citando due iniziative intraprese dalla Città del Vaticano per combattere le emissioni di anidride carbonica. La prima è stata la creazione di una vastissima zona boschiva in territorio ungherese e la seconda consiste nellÂ’istallazione di un impianto fotovoltaico a pannelli solari, sul tetto dellÂ’Aula delle Udienze Paolo VI, che fornirà appunto alla Città del Vaticano una quantità di energia quotidiana pari a una certa quota del suo consumo totale.

In effetti, se si desidera che gli altri sÂ’impegnino contro il riscaldamento globale del pianeta, è necessario essere noi in prima linea nel dare il buon esempio. Aggiungo che il nostro Pontificio Consiglio è membro associato della Federazione Internazionale dellÂ’Automobile, che incoraggia lÂ’adozione di tecnologie più avanzate da parte delle case automobilistiche per rendere le vetture meno inquinanti e più sicure.

Queste misure preventive sono importanti se si tiene conto che lÂ’80% degli spostamenti nel pianeta avvengono su strada e parte sono causati dal turismo. Esso quindi è uno dei fattori che contribuiscono al surriscaldamento del globo, anche a causa dei gas nocivi che emettono i carburanti degli altri mezzi di trasporto, mi riferisco ad aerei e navi. Pure gli impianti di aria condizionata degli alberghi e resort contribuiscono allÂ’effetto serra. Ciò è stato preso in considerazione anche nel testo della Risoluzione del Parlamento Europeo in merito a una nuova politica comunitaria per il turismo (29 novembre 2007), negli art. 58, 59 e 60. LÂ’industria turistica è invitata quindi ad associarsi allÂ’educazione dei turisti per quanto riguarda la protezione dellÂ’ambiente e a partecipare più direttamente alle attività concernenti la programmazione della tutela ambientale.

Al tempo stesso, bisogna però ricordare che, oltre alle incidenze negative ambientali, lÂ’industria turistica porta innumerevoli benefici allÂ’economia dei Paesi, favorisce la creazione di posti di lavoro, lo sviluppo delle infrastrutture, la promozione della cultura, la tutela delle aree naturali, ecc. È quindi una grande forza per combattere la povertà e migliorare la qualità della vita dei singoli e di intere popolazioni.

Nel nostro Messaggio pastorale per questa Giornata, partendo dalla Genesi, si evoca il giardino dellÂ’Eden “in cui tutto si coniuga nellÂ’armonia e nella gioia di vivere”. La perfezione vi regna sovrana e il peccato non ha ancora turbato lÂ’ordine delle cose. Purtroppo però i protocolli internazionali e i Governi guardano più al profitto che allÂ’ecologia globale dÂ’ispirazione biblica, e risulta difficile fare grossi sacrifici economici per un accordo sulla riduzione delle emissioni. “Il dissesto ambientale, in effetti, mostra con evidenza alcune delle conseguenze delle scelte operate secondo interessi particolaristici, non rispondenti alle esigenze proprie della dignità dellÂ’uomo”[2].

Il peccato originale ha portato disordine e inimicizia, con conseguenze anche sullÂ’oggi. La Chiesa continua dunque a combattere il male con il bene e invita a fare la scelta coraggiosa di essere turisti a favore del pianeta, sacrificando, almeno in parte, gli interessi personali. È necessario cioè combattere lÂ’egoismo, che porta a un consumismo esasperato, e assumere le proprie responsabilità a livello individuale e collettivo. Le scelte poi non devono essere dettate dallÂ’esigenza o dal desiderio del momento, ma valutate in unÂ’ottica più ampia, con lo sguardo rivolto al futuro, alla terra e alla sua vitalità, indispensabile per le successive generazioni. Si deve adottare uno stile di vita che non porti discapito alla natura, in una “logica ecologica”. È necessario avere un senso del limite per rispettare il bene, il che non vuol dire eccedere nella prudenza, ma optare per una austerità gioiosa, dove lÂ’equilibrio porti a definire le giuste priorità e ad agire di conseguenza.

A volte si sorride dei piccoli accorgimenti anche da noi consigliati per portare meno danno allÂ’ambiente da parte dei turisti, mentre si rivelano di una certa portata se teniamo conto del gran numero delle persone che ne potrebbero essere coinvolte. Fare a piedi i piccoli spostamenti, alloggiare in alberghi e luoghi di accoglienza più a contatto con la natura, portare meno bagaglio, affinché i mezzi di trasporto emettano minori quantità di anidride carbonica, sono forse piccole cose ma significative. È in ogni caso una questione soprattutto di formazione culturale, che dovrebbe iniziare già nellÂ’età scolare e proseguire poi nella preparazione degli addetti al turismo e degli operatori pastorali. Si possono, anzi si dovrebbero, smaltire i rifiuti in modo adeguato, consumare pasti più “ecologici”, piantare alberi per neutralizzare gli effetti inquinanti dei carburanti, preferire prodotti dellÂ’artigianato locale, servirsi di materiali riciclabili o biodegradabili, rispettare la legislazione locale e valorizzare la cultura del luogo che si sta visitando. LÂ’ideale da raggiungere è quello di un turismo che richieda il minor consumo possibile di risorse. 

CÂ’è da notare, infine, - come sottolinea Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Pace del 2007 - che “ogni atteggiamento irrispettoso verso lÂ’ambiente reca danni alla convivenza umana e viceversa”[3]. Questa riflessione è ripetuta anche nella conclusione del nostro Messaggio pastorale di questÂ’anno, dove si attesta che al non rispettare noi la terra essa “si ribella e diventa un deserto che minaccia la sopravvivenza”. È quindi doveroso impegnarsi in azioni che dimostrino il nostro amore verso “il creato che è il primo dono che fu dato allÂ’uomo perché lo coltivasse e lo custodisse”[4]. Nella Genesi egli è visto come guardiano del creato e questo concetto è anche presente nella cultura musulmana, che vede lÂ’uomo come “maggiordomo” di Dio. Siamo dunque dominatori della terra, ma nel senso di essere suoi guardiani e difensori, “maggiordomi di Dio”!

E qui si potrebbe dire: Amen

Grazie.

 

* Rocca di Papa, pomeriggio del 27 settembre 2008. 

[1] Cfr. Benedetto XVI, dopo lÂ’Angelus, Castel Gandolfo 6 luglio 2008: LÂ’Osservatore Romano N. 158 (44.898) del 7-8 luglio 2008, p. 1.

[2] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2002 (24.06.2002): LÂ’Osservatore Romano N. 146 (43.082), n. 2, p. 5.

[3] Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2007 (8.12.2006), n. 8: LÂ’Osservatore Romano N. 287 (44.429) del 13 dicembre 2006, pp. 4/5.

[4] Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Orientamenti per la Pastorale del Turismo (29.06.2001), n. 15: LÂ’Osservatore Romano, Suppl. al N. 157 (42.795), del 12 luglio 2001.

 

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