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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 111, December 2009

 

 

INDIRIZZO AL SANTO PADRE 

 

S.E. Mons. Antonio Maria vegliò

Presidente del Pontificio Consiglio

della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

Beatissimo Padre, 

con viva gratitudine per l’accoglienza che Ella ci riserva in questo speciale incontro, insieme all’Eccellentissimo Segretario e a Monsignor Sotto-Segretario, ho il piacere e l’onore di porgerLe il saluto devoto e filiale dei Membri, dei Consultori e degli Officiali del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, insieme a quello dei partecipanti al VI Congresso mondiale della pastorale per i migranti e i rifugiati, che si è aperto oggi e si concluderà il prossimo 12 novembre.

Nei lavori di questi giorni rifletteremo sul tema “Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell’era della globalizzazione”, verificando pure la ricezione dell’Istruzione Erga migrantes caritas Christi, pubblicata cinque anni orsono dal nostro Pontificio Consiglio.

Santità, oggi la complessità e il carattere strutturale dei movimenti di popoli e soprattutto le concatenazioni di cause politiche, economiche, sociali, culturali e religiose ci obbligano a confrontarci maggiormente con una realtà che incide trasversalmente sulla società civile e sulle comunità cristiane, di partenza, di transito e di arrivo. Siamo interpellati a prospettare itinerari che ci aiutino ad affrontare le sfide che il fenomeno comporta e a parlare di migrazioni anche come risorsa e non solo come fonte di paure e di problemi.

L’evoluzione del fenomeno migratorio, che coinvolge attualmente circa duecento milioni di migranti internazionali, ci obbliga a superare una visione soltanto assistenziale verso migranti e rifugiati. Sotto tale profilo, Le siamo grati, Santo Padre, per il dono dell’Enciclica Caritas in veritate, nella quale Ella ci rammenta che “la Carità nella verità, di cui Gesù s’è fatto testimone,” è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera” (n. 1), invitandoci a considerare che “la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa” (id., n. 2).

Di fatto, con le parole della Santità Vostra, constatiamo con tristezza che “la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli” (id., n. 19). Bisogna allora mobilitarsi, affinché sempre più decisamente si possa ribadire che “ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione” (id., n. 62).

Gli odierni movimenti di popoli rendono necessari ulteriori approfondimenti su temi come l’unità fondamentale del genere umano, la libertà di religione e di culto, la fraternità universale, la destinazione universale dei beni di questo mondo, il diritto alla libertà di movimento, la centralità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali da tutelare ovunque, come quello del ricongiungimento familiare e quello dell’educazione che rispetti la cultura originaria del migrante, e, infine, la responsabilità dei Governanti a cercare soluzioni stabili, in campo socio-economico, che non obblighino più i cittadini a emigrare.

Santo Padre, attendiamo la Sua parola e l’Apostolica Benedizione, affinché il nostro quotidiano impegno diventi risposta ecclesiale ai nuovi bisogni pastorali dei migranti e dei rifugiati, per condurli, a loro volta, a trasformare l’esperienza migratoria in occasione non solo di crescita nella vita cristiana, ma anche di nuova evangelizzazione e di missione.

 

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