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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move - N° 83, September 2000

 

Commozione e gratitudine tra i fedeli [*]

Elisabetta ANGELUCCI

Chiedono pace e la benedizione del Santo Padre. È il popolo di fedeli della mobilità umana che sta celebrando in questi giorni il Giubileo dei Migranti e degli Itineranti. Oltre 40.000 persone, si sono date così appuntamento, venerdì mattina, in Piazza San Pietro per partecipare alla Santa Messa presieduta dal Papa.

«Questo immenso popolo che si contraddistingue per la mobilità, per l'itineranza e la migrazione, sente il bisogno di venire qui a Roma per fare il suo Giubileo pregando insieme al Santo Padre» spiega il Vescovo Francesco Gioia, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. «Il popolo della mobilità umana è l'icona di ogni uomo che ha dentro di sé il nomadismo. Tutti gli uomini, in un certo senso, sono nomadi. Così si esprime quel bisogno naturale di ricerca insito nell'uomo».

I gruppi dei Rom e dei Sinti

Nella varietà dei gruppi che appartengono a questo mondo, erano presenti rappresentanze dei Rom e dei Sinti venuti in pellegrinaggio da tutta Europa. «Siamo qui per ricevere la benedizione del Papa e ringraziarlo per avere aperto le braccia al popolo nomade che si sente amato dalla Chiesa» spiega Sulta Saltanovic, che appartiene alla famiglia dei Rom e vive da 14 anni a Roma nel camping dei nomadi che si trova sulla Casilina.

Per lei questo è un giorno speciale non solo per il fatto di trovarsi insieme con la sua famiglia e i suoi amici a vivere questo Giubileo, ma anche perché ha ricevuto la comunione dalle mani del Papa. «La mia famiglia abbraccia la religione musulmana — spiega — ma io ho sempre frequentato la Chiesa, andando una volta anche a Lourdes. Il 20 maggio scorso sono stata battezzata nella chiesa di Santa Sabina a Roma. Oggi voglio esprimere la mia gioia per essere entrata a far parte di questa grande famiglia che è la Chiesa. Ma desidero anche chiedere alla società una maggiore apertura e fiducia nei nostri confronti; vogliamo chiedere la pace per il nostro popolo e le sue tradizioni. Non possiamo addossarci le colpe di altri e venire così emarginati: ognuno è responsabile davanti a Dio delle proprie azioni».

Con la sua storia e la sua tradizione, era presente anche il gruppo dei circensi e dei fieranti, gli artisti della strada. «La nostra è una vocazione artistica che esprime tutta la sua creatività negli spettacoli mirati a far divertire la gente che incontriamo» spiega Lenny Colombaioni, 18 anni, che lavora al Circo Ercolino, a Nettuno. In rappresentanza del gruppo circense ha portato in dono al Papa un cesto contenente alcuni «strumenti del mestiere» che suscitano divertimento, come la maschera del clown. «La nostra opera consiste nel portare un po' di allegria in una società che spesso dimentica la gioia di sorridere, anche per le cose semplici. Siamo felici di essere stati invitati a vivere insieme questo Giubileo e avere l'opportunità di ringraziare il Papa per il coraggio avuto nel parlare in favore dei popoli più deboli e perseguitati, per essere stato operatore di pace e di giustizia».

Alla Santa Messa, era inoltre presente il gruppo maggiormente rappresentato a questo Giubileo, quello dei migranti filippini, circa 15.000 persone venute da ogni parte del mondo. Ad unirsi a loro è stato anche l'Onorevole Dante Liban, che dedica la sua opera per far prevalere i diritti dei migranti filippini nei Paesi che raggiungono. «La nostra preghiera ha detto si unisce a quella del Santo Padre per tutti coloro che vivono lontano dalle loro famiglie. Questa giornata rappresenta quella solidarietà e quella unione che la Chiesa ha sempre mostrato nei confronti del nostro popolo. E noi in questa manifestazione giubilare vogliamo esprimere non solo la nostra fedeltà alla Chiesa di Roma e al Papa, ma anche il nostro sentimento di eterna gratitudine per quello che ha fatto per noi».

I marittimi della Liguria

Una massiccia presenza è stata anche quella del popolo marittimo, nel quale si distingueva il gruppo venuto dalla Liguria. «Abbiamo incentrato il discorso sulla natura vera di questo Giubileo riferisce il Dott. Salvatore Donato, coordinatore di questo pellegrinaggio per l'area di Genova. La gente di mare ha come sua caratteristica quella di essere sempre in viaggio per lavoro e a chiudersi inevitabilmente nel suo mondo. Con questo Giubileo vogliamo invece aprirci agli altri e soprattutto a Dio, cercando di evidenziare il valore della conversione».

Nota: 
[*] Cfr. L'osservatore Romano, 2-3 giugno 2000
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