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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move - N° 84, December 2000

 

Saluto al Convegno Internazionale 
"Rifugiati in Patria". 
Promuovere la protezione internazionale
[1]

 

S.E. Mons. Francesco GIOIA
Segretario del Pontificio Consiglio

Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, lÂ’organismo vaticano che si interessa della mobilità umana, tra cui i Rifugiati, ringrazia per essere stato invitato a questo Convegno Internazionale sui Rifugiati in Patria.

1. La Chiesa ha sempre dimostrato una particolare sollecitudine per le migrazioni forzate, non solo producendo cultura e attivando apposite strutture, ma impegnando soprattutto persone, missionari sacerdoti e laici, che in prima linea condividono la stessa umiliazione e gli stessi disagi dei rifugiati.
Questo atteggiamento scaturisce dalla sua missione. Il Concilio Vaticano II ha affermato: “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini dÂ’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (GS 1).

2. Si stima che i rifugiati in patria nel mondo siano almeno 20.000.000 di tali persone, di cui circa 4.000.000 sono sotto la protezione dellÂ’ACNUR. Nelle circostanze attuali la protezione è spesso minimale. Per questo essi hanno bisogno e diritto di una maggiore e immediata solidarietà.
I rifugiati nei propri paesi per definizione non si trovano tra di noi, salvo il caso di alcuni che sono riusciti ad attraversare una frontiera internazionale e essere magari riconosciuti rifugiati.

3. Un documento del nostro Dicastero, Rifugiati: Una Sfida alla Solidarietà, parlando dei profughi allÂ’interno dei propri paesi, esprime il desiderio della Santa Sede nei loro confronti:“Per un gran numero di persone, lo sradicamento forzato dal proprio ambiente avviene senza uscire dai confini nazionali.... Per ragioni umanitarie queste persone.... dovrebbero essere considerate come rifugiati allo stesso titolo di coloro che sono riconosciuti tali dalla Convenzione [di Ginevra del 1951], perchè sono vittime dello stesso tipo di violenza”.
Tale desiderio pare che si stia realizzando. Infatti, lÂ’anno passato la comunità internazionale, tramite gli organismi delle Nazioni Unite, ha organizzato diversi incontri per tirare lÂ’attenzione del mondo a una realtà troppo facilmente dimenticata.
Il Convegno di oggi è un altro passo in questa direzione, portando a Roma un gruppo di persone altamente qualificate alla ricerca di mezzi efficaci per la protezione dei Rifugiati in Patria.

4. QuestÂ’anno si celebra il 50° anniversario dellÂ’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Tale ricorrenza è stata ricordata da Giovanni Paolo II domenica scorsa 10 dicembre allÂ’Angelus davanti ad unÂ’immensa folla di pellegrini con queste parole:“In questi giorni si ricorda lÂ’approvazione avvenuta cinquantÂ’anni fa dello Statuto dellÂ’Ufficio dellÂ’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. É una data importante per molti che, costretti a fuggire dai propri Paesi a causa della guerra e della persecuzione, hanno trovato in questo programma protezione e assistenza in ogni continente. É importante anche per quanti , uomini e donne, hanno offerto generosamente tempo, intelligenza, generosa disponibilità anche oltre i loro doveri di lavoro, per portare aiuto a questi rifugiati, in situazioni spesso gravi e pericolose. A loro vada il ringraziamento della comunità internazionale, con lÂ’impegno di proteggerne lÂ’incolumità e di sostenerne lÂ’opera umanitaria anche con il necessario contributo economico. Nella solidarietà internazionale e nel dialogo politico è possibile trovare soluzioni perchè lÂ’accoglienza dei rifugiati non sia troppo gravosa in alcuni Paesi ed essi trovino nelle istituzioni e nelle strutture pubbliche una difesa dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali”.
La Chiesa augura che nel nuovo millennio venga tolta al più presto questa “vergognosa piaga del nostro tempo”, come il Santo Padre ha definito la situazione di tutti i rifugiati, sia quelli in patria che quelli fuori del proprio paese (25.6.1992).


[1] Roma, 14 dicembre 2000
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