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Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

Estratti dei discorsi del Santo Padre 

e delle posizioni prese dalla Santa Sede 

sui Rifugiate e gli Sfollati

 

Periodo dal 1 febbraio 2002 al 31 gennaio 2003

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA SESSIONE PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI
 

Giovedì, 11 aprile 2002 

Signor Presidente,
Eccellenza,
Signore e Signori Accademici,
 

  2. ...La crescente interdipendenza fra le persone, le famiglie, le imprese e le nazioni, come pure fra le economie e i mercati, - quella che viene chiamata mondializzazione -, ha sconvolto il sistema delle interazioni e dei rapporti sociali. Pur avendo sviluppi positivi, essa comporta anche minacce inquietanti, in particolare l'aggravarsi delle disuguaglianze fra le economie potenti e le economie dipendenti, fra le persone che beneficiano delle nuove opportunità e quelle che sono lasciate in disparte. Tutto ciò invita dunque a esaminare in maniera rinnovata la questione della solidarietà. 

3. In questa prospettiva, e con il progressivo allungamento della vita umana, la solidarietà fra le generazioni deve essere oggetto di grande attenzione, con una sollecitudine particolare per i membri più deboli, i bambini e le persone anziane. ...

In questo spirito, spetta in primo luogo ai responsabili politici ed economici fare tutto il possibile perché la mondializzazione non si realizzi a discapito dei più bisognosi e dei più deboli, allargando maggiormente il divario esistente fra ricchi e poveri, fra nazioni povere e nazioni ricche....

5. I responsabili della società civile sono fedeli alla loro missione quando ricercano prima di tutto il bene comune, nell'assoluto rispetto della dignità dell'essere umano. L'importanza delle questioni che le nostre società devono affrontare e delle poste in gioco per il futuro dovrebbe stimolare una volontà comune di ricercare questo bene comune, per una crescita armoniosa e pacifica delle società, come pure per il benessere di tutti. ... È così che verranno poco a poco garantite le modalità di una mondializzazione non subita ma controllata. 

Di fatto, spetta alla sfera politica regolamentare i mercati, sottoporre le leggi del mercato a quelle della solidarietà, affinché le persone e le società non siano in balia di cambiamenti economici di ogni tipo e siano protette dalle scosse legate alla deregolamentazione dei mercati.

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA MISSIONE CITTADINA LATINOAMERICANA A ROMA
 

13 aprile 2002 

Cari Fratelli e Sorelle dell'America Latina a Roma, 

...

3. La missione ha potuto contare sull'efficace appoggio dei centri pastorali che da molti anni operano nella città e che cercano di rispondere alle esigenze spirituali e umane degli immigrati, promovendo la catechesi, le celebrazioni liturgiche e sacramentali e offrendo tutto l'aiuto necessario per affrontare le difficoltà che l'immigrato incontra quando deve soddisfare le proprie necessità primarie, dal lavoro alla casa al servizio sanitario. Questi centri sono sorti principalmente in seno alle parrocchie dove parroci e sacerdoti premurosi hanno aperto le porte della comunità a tanti fratelli e sorelle immigrati, offrendo loro ospitalità e appoggio materiale e spirituale. 

La missione ha voluto valorizzare questi centri che spero si moltiplichino, favorendo la necessaria integrazione delle vostre comunità etniche con le comunità cristiane e civili di Roma, per uno scambio reciproco di doni spirituali e culturali. La vostra presenza e il vostro servizio è molto apprezzato per l'impegno con il quale realizzate il vostro lavoro, specialmente con molti anziani, nelle case e negli altri ambiti di vita sociale.

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI NIGERIA IN VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM"
 

Martedì, 30 aprile 2002

Cari Fratelli nell'Episcopato, 

...

 2.... Infatti, quando l'annuncio e la catechesi riescono a edificare la Chiesa come famiglia, tutta la società ne beneficia: l'armonia fra diversi gruppi etnici riceve una solida base, si evita l'etnocentrismo e si incoraggiano la riconciliazione, una maggiore solidarietà e la condivisione delle risorse fra le persone, la vita sociale si impregna sempre più della consapevolezza dei doveri che derivano dal rispetto per la dignità di ogni essere umano, dono di Dio. ...

4. Inoltre, l'evangelizzazione e lo sviluppo umano integrale, lo sviluppo di ogni persona e di tutta la persona, sono intimamente legati. 

...Proprio perché le persone hanno ricevuto una straordinaria dignità, non dovrebbero essere ridotte a vivere in condizioni politiche, culturali, economiche e sociali infra-umane. Questa è la base teologica della lotta per la difesa della giustizia e della pace sociale, per la promozione, la liberazione e lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e di ogni individuo. ...

5. Questo legame fra evangelizzazione e sviluppo umano spiega la presenza della Chiesa nella sfera sociale, nell'arena della vita pubblica e sociale. Seguendo l'esempio del suo Signore, essa esercita il suo ruolo profetico a nome di tutte le persone, in particolare dei poveri, dei sofferenti, degli indifesi.Essa diviene la voce di chi non ha voce, insistendo sul fatto che la dignità della persona umana dovrebbe essere sempre al centro dei programmi locali, nazionali e internazionali. ...

 

LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE
DELLE CONFERENZE EPISCOPALI
DELL’AFRICA CENTRALE
 

A Monsignor Frédéric RUBWEJANGA
Vescovo di Kibungo
Presidente dell'Associazione delle Conferenze Episcopali
dell'Africa Centrale


1. ...

Non si può dimenticare il dramma che, da tanti anni, non cessa di affliggere l'Africa dei Grandi Laghi. Le violenze commesse non costituiscono solo una costante negazione del progetto di Dio di riunire nell'unità i suoi figli dispersi. Esse negano anche la vocazione dell'uomo, al quale il Creatore ha affidato la responsabilità di collaborare alla sua opera, adoperandosi senza posa per il rispetto incondizionato della vita e della dignità di ogni essere umano. I vostri Paesi hanno pagato un pesante tributo a questa spirale di violenza e di esclusione, che ha generato sempre più povertà e precarietà e provocato il dislocamento di intere popolazioni. Questa logica di odio e di disprezzo del fratello ha minato soprattutto il fondamento dei valori umani necessari a edificare un mondo solidale e a instaurare rapporti fraterni e pacifici fra gli uomini. Oggi desidero ripetere con voi: mai più la guerra che distrugge il desiderio dei popoli di vivere in tranquillità e nell'intesa fraterna! Che si levino nell'Africa dei Grandi Laghi i testimoni coraggiosi di una nuova speranza per tutta la regione! ...

4. Per promuovere il rispetto dei diritti fondamentali delle persone e dei gruppi umani, in vista del loro sviluppo integrale, la Chiesa cattolica è chiamata a impegnarsi accanto a tutti gli uomini di buona volontà, per far nascere una nuova era di pace, di giustizia e di solidarietà effettiva nella Regione dei Grandi Laghi. Essendo esperta in umanità, deve continuare ad esercitare la sua vigilanza sulle evoluzioni in corso, invitando tutte le comunità cattoliche, unite ai loro Pastori, a proporre con audacia i valori morali e spirituali necessari per un autentico cambiamento delle mentalità e dei cuori. ...

 Dal Vaticano, 2 maggio 2002

 

LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ARCIVESCOVO JEAN-LOUIS TAURAN
IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA
INTERNAZIONALE SUL TEMA:
"SCHIAVITÙ DEL XXI SECOLO: LA DIMENSIONE
DEI DIRITTI UMANI NELLA TRATTA DELLE PERSONE"
 

All'Arcivescovo Jean-Louis Tauran
Segretario per i Rapporti con gli Stati
 

...

Il commercio di persone umane costituisce un oltraggio alla dignità umana e una grave violazione dei diritti umani fondamentali. Già il Concilio Vaticano II aveva definito "vergognose" "la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni del lavoro con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili" e che "mentre guastano la civiltà umana, ancor più inquinano coloro che così si comportano ... e ledono grandemente l'onore del Creatore" (Gaudium et spes, n. 27). Queste situazioni sono un affronto ai valori fondamentali condivisi da tutte le culture e da tutti i popoli, valori radicati nella natura stessa della persona umana. 

L'aumento allarmante del commercio di esseri umani è uno dei pressanti problemi economici, sociali e politici associati al processo di globalizzazione. È una grave minaccia per la sicurezza delle singole nazioni e un'improcrastinabile questione di giustizia internazionale. Questa Conferenza riflette il crescente consenso internazionale sul fatto che la questione della tratta di esseri umani deve essere affrontata promovendo efficaci strumenti giuridici che pongano fine a questo ingiusto commercio, puniscano quanti ne traggono profitto e contribuiscano alla riabilitazione delle sue vittime. Al contempo, la Conferenza offre un'opportunità significativa per una riflessione seria sulle complesse questioni relative ai diritti umani sollevate da questa tratta. Chi può negare che le vittime di questo crimine sono spesso i membri più poveri e più indifesi della famiglia umana, "gli ultimi" fra i nostri fratelli e fra le nostre sorelle? 

In special modo, lo sfruttamento sessuale di donne e di giovani è un aspetto particolarmente ripugnante di questo commercio e va riconosciuto come violazione intrinseca della dignità e dei diritti umani. L'irritante tendenza a considerare la prostituzione come un affare o un'industria non solo contribuisce al commercio di esseri umani, ma è di per sé la prova di una crescente tendenza a separare la libertà dalla legge morale e a ridurre il ricco mistero della sessualità umana a un mero prodotto di consumo. 

Per questo motivo, ho fiducia nel fatto che la Conferenza, affrontando le importanti questioni politiche e giuridiche legate alla risoluzione del problema che questa piaga moderna rappresenta, esplorerà anche le profonde questioni etiche sollevate dalla tratta di esseri umani. Bisogna prestare attenzione alle cause più profonde dell'aumentata "domanda" che alimenta il mercato della schiavitù umana e tollera il costo umano che ne deriva. Un approccio sano a tali questioni porterà anche all'analisi degli stili di vita e dei modelli di comportamento, in particolare a proposito dell'immagine della donna, che generano quella che è divenuta una vera e propria industria di sfruttamento sessuale nei Paesi industrializzati. Parimenti, nei Paesi meno avanzati, dai quali proviene la maggior parte delle vittime, bisogna sviluppare meccanismi più efficaci di prevenzione della tratta di persone e di riabilitazione delle sue vittime. ...

Dal Vaticano, 15 maggio 2002

 

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 19 giugno 2002

I benefici di Dio in favore del popolo


APPELLO DEL SANTO PADRE
PER LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO 

Domani si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite per attirare l’attenzione sui quindici milioni di esseri umani, obbligati a varcare i confini dei loro Paesi per sfuggire alla persecuzione o alla violazione dei loro diritti fondamentali.

I responsabili delle Nazioni ascoltino il monito che viene da un così tragico esodo di individui e di famiglie e facciano in modo di offrire un’adeguata risposta ai drammatici problemi di questi nostri fratelli e sorelle.

 

ANGELUS

Castel Gandolfo
Domenica, 11 agosto 2002

1.... Quando si riuscirà a capire che la convivenza tra il popolo israeliano e quello palestinese non può scaturire dalle armi? Né attentati, né muri di separazione, né rappresaglie condurranno mai ad un’equa soluzione del conflitto in atto. ...

2. Dal 1967 ad oggi, c'è stato un susseguirsi spaventoso di indicibili sofferenze: sofferenze dei palestinesi, cacciati dalle proprie terre o costretti, in questi ultimi tempi, a uno stato di permanente assedio, oggetto quasi di una punizione collettiva; sofferenze della popolazione israeliana, che vive nel quotidiano terrore di essere bersaglio di anonimi attentatori.

3. Dinanzi a questo dramma umanitario, che non sembra conoscere spiragli di speranza, nessuno può restare indifferente. Ecco perché, ancora una volta, faccio appello ai responsabili politici israeliani e palestinesi affinché ritrovino il cammino del negoziato leale. Alla comunità internazionale chiedo di impegnarsi con maggiore determinazione ad essere presente sul terreno, offrendo la propria mediazione per creare le condizioni d’un fruttuoso dialogo fra le parti che acceleri il processo verso la pace. Ai cristiani d'ogni parte del mondo domando di unirsi a me nella preghiera intensa e fiduciosa. ...

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE
DEL BRASILE (SUL II) IN VISITA
"AD LIMINA APOSTOLORUM"
 

Sabato, 31 agosto 2002

Venerabili Fratelli nell'Episcopato 

...

 5. ... Ho potuto anche costatare, nei diversi piani di azione pastorale, l'accento posto sulla gioventù, la famiglia, la catechesi, le vocazioni ed i mezzi di comunicazione sociale. Mi auguro che si continui anche lo sforzo volto a un adeguato accompagnamento della Pastorale del Bambino. ...

Bisogna considerare anche che il fenomeno dell'immigrazione, che certamente conoscete da diverse generazioni, riceve oggi un impulso crescente dalle regioni di confine, le cui popolazioni latinoamericane cercano nel vostro Paese un miglior tenore di vita. Rendo grazie a Dio per la vostra costante preoccupazione di mantenere contatti mutui con le Conferenze episcopali dei Paesi vicini per armonizzare gradatamente le diverse pastorali e per accogliere i più bisognosi con generosità e dignità. All'azione dei Pastori e dei presbiteri affido anche la missione di vigilare su tutta l'influenza negativa delle sette, da una parte dall'altra della frontiera. L'indole buona e ospitale della vostra gente non deve lasciarsi trascinare dalla tendenza conformista e utilitaristica a ricorrere a soluzioni a breve termine. Non è mai troppo ripetere qui che è "necessario rivedere i metodi pastorali adottati, in modo che ogni Chiesa particolare offra ai fedeli un'attenzione religiosa più personalizzata, fortifichi le strutture di comunione e missione e usi le possibilità evangelizzatrici che offre una religiosità popolare purificata, così da rendere più viva la fede di tutti i cattolici in Gesù Cristo" (Ecclesia in America, n. 73)....

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL NUOVO AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA
PRESSO LA SANTA SEDE IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE DELLE LETTERE CREDENZIALI

Sabato, 7 settembre 2002

Eccellenza, 

...

Sulla scia degli attacchi terroristici dell'11 settembre, la comunità internazionale ha riconosciuto la necessità urgente di combattere il fenomeno del terrorismo internazionale ben finanziato e altamente organizzato, che è una minaccia tremenda e immediata alla pace mondiale. Generato dall'odio, dall'isolamento e dalla sfiducia, il terrorismo aggiunge violenza a violenza in una spirale tragica che inasprisce e avvelena successive generazioni. In definitiva "il terrorismo si fonda sul disprezzo della vita dell'uomo. Proprio per questo esso non dà solo origine a crimini intollerabili, ma costituisce esso stesso, in quanto ricorso al terrore come strategia politica ed economica, un vero crimine contro l'umanità" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2002, n. 4). 

Quale parte essenziale della sua lotta contro tutte le forme di terrorismo, la comunità internazionale è chiamata a intraprendere nuove e creative iniziative politiche, diplomatiche ed economiche volte a risolvere le scandalose situazioni di grande ingiustizia, oppressione ed emarginazione che continuano ad affliggere innumerevoli membri della famiglia umana. La storia dimostra infatti che il reclutamento di terroristi risulta più facile in aree in cui vengono calpestati i diritti umani e nelle quali l'ingiustizia è parte della vita quotidiana. Questo non significa che le ineguaglianze e gli abusi esistenti nel mondo giustifichino gli atti di terrorismo: non potrà mai esserci una giustificazione alla violenza e al disprezzo per la vita umana. Tuttavia, la comunità internazionale non può continuare a trascurare le cause soggiacenti che conducono in particolare i giovani a perdere la speranza nell'umanità, nella vita stessa e nel futuro, e a cadere preda delle tentazioni della violenza, dell'odio e del desiderio di vendetta ad ogni costo. 

...L'edificazione di questa cultura globale di solidarietà è forse il più importante compito morale che l'umanità oggi deve svolgere. Esso lancia una particolare sfida spirituale e culturale ai Paesi industrializzati dell'Occidente, in cui i principi e i valori della religione cristiana sono da lungo tempo intessuti nella trama stessa della società, ma che ora sono messi in dubbio da modelli culturali alternativi basati su un individualismo esagerato che troppo spesso conduce all'indifferenza, all'edonismo, al consumismo e a un materialismo pratico che possono erodere e perfino sovvertire i fondamenti della vita sociale. ...

 

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 11 settembre 2002

1. ... Ad un anno dall’11 settembre 2001 ripetiamo che nessuna situazione di ingiustizia, nessun sentimento di frustrazione, nessuna filosofia o religione possono giustificare una tale aberrazione. Ogni persona umana ha diritto al rispetto della propria vita e dignità, che sono beni inviolabili. Lo dice Dio, lo sancisce il diritto internazionale, lo proclama la coscienza umana, lo esige la convivenza civile.

2. Il terrorismo è e sarà sempre una manifestazione di disumana ferocia, che, proprio perché tale, non potrà mai risolvere i conflitti tra esseri umani. La sopraffazione, la violenza armata, la guerra sono scelte che seminano e generano solo odio e morte. Soltanto la ragione e l’amore sono mezzi validi per superare e risolvere le contese tra le persone e i popoli.

È tuttavia necessario ed urgente uno sforzo concorde e risoluto per avviare nuove iniziative politiche ed economiche capaci di risolvere le scandalose situazioni di ingiustizia e di oppressione, che continuano ad affliggere tanti membri della famiglia umana, creando condizioni favorevoli all’esplosione incontrollabile del desiderio di vendetta. Quando i diritti fondamentali sono violati è facile cadere preda delle tentazioni dell’odio e della violenza. Bisogna costruire insieme una cultura globale della solidarietà, che ridia ai giovani la speranza nel futuro. ...

 

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
PER LA 89ª GIORNATA MONDIALE
DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO (2003)

Per un impegno a vincere ogni razzismo, xenofobia
e nazionalismo esasperato

1. La migrazione è diventata un fenomeno molto diffuso nel mondo moderno e riguarda tutte le Nazioni, o come Paesi di partenza, di transito o di arrivo. Essa concerne milioni di esseri umani e rappresenta una sfida che la Chiesa pellegrina, al servizio dell’intera umana famiglia, deve raccogliere e affrontare nello spirito evangelico di carità universale. Pure quest’anno, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato deve essere occasione di particolare preghiera per le necessità di tutti coloro che, per qualsiasi ragione, sono lontani da casa e dalla propria famiglia. Deve essere inoltre un giorno di profonda riflessione sui doveri di tutti i cattolici in relazione a questi fratelli e sorelle.

Tra le persone particolarmente in necessità vi sono i forestieri più vulnerabili; vale a dire i migranti senza documenti, i profughi, coloro che hanno bisogno d’asilo, i profughi a causa di persistenti, violenti conflitti in molte parti del mondo e le vittime – in maggioranza donne e bambini - del terribile crimine che è il traffico di esseri umani. Anche di recente siamo stati testimoni di casi tragici di movimenti forzati di persone per motivi etnici e nazionalistici, che hanno portato un’indicibile sofferenza nella vita dei gruppi colpiti. Alla base di queste situazioni vi sono intenzioni e azioni peccaminose in contraddizione col Vangelo e che costituiscono un appello per i cristiani, ovunque, a vincere il male con il bene.

2. L’appartenenza alla comunità cattolica non è determinata né da nazionalità né da origine sociale o etnica bensì, fondamentalmente, dalla fede in Gesù Cristo e dal Battesimo nel nome della Santissima Trinità. Ebbene la costituzione «cosmopolita» del Popolo di Dio, oggi, è visibile praticamente in ogni Chiesa particolare, poiché la migrazione ha trasformato anche le comunità piccole e in precedenza isolate in realtà pluralistiche e interculturali. Infatti, luoghi che fino a poco tempo fa vedevano raramente la presenza di un forestiero si sono ora trasformati in casa per persone provenienti da varie parti del mondo. ...

La Chiesa è consapevole che limitare l’appartenenza a una comunità locale sulla base etnica o di altre caratteristiche esterne rappresenterebbe un impoverimento per tutti e contraddirebbe il diritto fondamentale del battezzato a compiere atti di culto e partecipare alla vita della comunità. Inoltre, se i nuovi arrivati non si sentono accettati quando si avvicinano a una data comunità parrocchiale perché non parlano la lingua locale o non osservano le usanze del posto, essi diventano facilmente «pecorelle smarrite». La perdita di questi «piccoli», a causa di discriminazioni anche latenti, deve essere perciò motivo di grande preoccupazione sia per i Pastori che per i fedeli.

3. Questa considerazione ci riporta a un tema che ho spesso menzionato nei miei Messaggi per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ossia il dovere cristiano di accogliere chiunque bussi per necessità alla nostra porta. Questa apertura edifica comunità cristiane vive, arricchite dallo Spirito con i doni che vengono portati loro dai nuovi discepoli provenienti da altre culture. Tale espressione fondamentale d’amore evangelico è al contempo ispiratrice d’innumerevoli programmi di solidarietà a favore dei migranti e dei profughi in ogni parte del mondo. ...

Ma spesso la solidarietà non è cosa spontanea. Essa richiede formazione e allontanamento da atteggiamenti di chiusura, che in molte società di oggi sono divenuti più sottili e diffusi. Per far fronte a questo fenomeno, la Chiesa possiede vaste risorse educative e formative a ogni livello. Mi rivolgo quindi a genitori e insegnanti, affinché combattano il razzismo e la xenofobia inculcando atteggiamenti positivi fondati sulla Dottrina sociale cattolica.

4. Sempre più radicati in Cristo, i cristiani devono sforzarsi di vincere ogni tendenza a chiudersi in se stessi e imparare a discernere l’opera di Dio nelle persone di altre culture. Ma solo l’autentico amore evangelico potrà essere talmente forte da aiutare le comunità a passare dalla mera tolleranza verso gli altri al rispetto autentico delle loro diversità. ...

È evidente del resto che, mentre esorto i cattolici a eccellere nello spirito di solidarietà verso i nuovi arrivati in mezzo a loro, invito altresì gli immigrati a riconoscere il dovere di onorare i Paesi che li ricevono e a rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni della gente che li ha accolti. Solo così prevarrà l’armonia sociale.

Il cammino verso la vera accettazione degli immigranti nella loro diversità culturale, in effetti, è difficile, talvolta si presenta anzi come una vera via crucis. ...

5. È evidente poi che le comunità culturali miste offrono opportunità uniche per approfondire il dono dell’unità con le altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali. Molte di esse, infatti, hanno operato all’interno delle proprie comunità, e con la Chiesa cattolica, per formare società in cui le culture dei migranti e i loro doni particolari vengano sinceramente apprezzati, e in cui ogni manifestazione di razzismo, xenofobia e nazionalismo esasperato sia contrastata in modo profetico. ...

Che le benedizioni abbondanti di Dio accompagnino tutti coloro che accolgono lo straniero nel nome di Cristo.

Dal Vaticano, 24 ottobre 2002

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE
DEL BRASILE (NORDESTE I-IV) IN VISITA
"AD LIMINA APOSTOLORUM"
 

Sabato, 26 ottobre 2002

Carissimi Fratelli nell'Episcopato 

...

 2. ...Negli ultimi decenni, lo sforzo per combattere l'analfabetismo, le malattie endemiche e la mortalità infantile; la coesistenza con la povertà e la miseria croniche, dovute in buona parte all'immigrazione dalla campagna verso la città; il problema della giusta distribuzione della terra e dell'attenzione alla gente del mare, così come molti altri problemi, senza dimenticare il binomio siccità-inondazioni, sono motivi di preoccupazione costante per le autorità locali, così come per le diverse Pastorali diocesane. ... 

 8. ... Come sappiamo, la gioventù brasiliana caratterizza la vita nazionale non soltanto numericamente, ma anche per l'influsso che esercita sulla vita sociale. Oltre allo spinoso problema dell'accompagnamento del minore privato della sua dignità e dell'innocenza, ci sono i problemi legati al suo inserimento nel mercato del lavoro, l'aumento della criminalità giovanile, in buona parte condizionato dalla situazione di povertà endemica e dalla mancanza di stabilità familiare e dall'azione a volte deleteria di certi mezzi di comunicazione sociale, la migrazione interna, in cerca di migliori condizioni di vita nelle grandi città, il preoccupante coinvolgimento dei giovani nel mondo della droga e della prostituzione, che costituiscono fattori che rimangono sempre prioritari nelle vostre preoccupazioni pastorali. ...

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL’ASSEMBLEA PLENARIA
DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE
 

Lunedì, 11 novembre 2002 

Cari membri della Pontificia Accademia delle Scienze, 

...

Penso anche ai benefici enormi che la scienza può apportare ai popoli del mondo attraverso la ricerca di base e le applicazioni tecnologiche. La comunità scientifica, proteggendo la sua legittima autonomia dalle pressioni economiche e politiche, non cedendo alle forze del consenso o al desiderio di profitto, impegnandosi in una ricerca generosa volta alla verità e al bene comune, può aiutare i popoli del mondo e servirli in modi non accessibili ad altre strutture. 

All'inizio di questo nuovo secolo, gli scienziati devono chiedersi se non possono fare di più a questo proposito. In un mondo sempre più globalizzato, non possono forse fare di più per aumentare i livelli di istruzione e migliorare le condizioni di salute, per studiare strategie per una distribuzione più equa delle risorse, per facilitare la libera circolazione dell'informazione e l'accesso di tutti a quel sapere che migliora la qualità della vita, elevandone il livello? Non possono forse far udire la propria voce più chiaramente e con maggiore autorità per la pace nel mondo? 

...In tal modo, la scienza contribuirà a unire menti e cuori, promuovendo il dialogo non solo fra singoli ricercatori in diverse parti del mondo, ma anche fra nazioni e culture, offrendo un contributo inestimabile alla pace e all'armonia fra i popoli. ...

 

VISITA AL PARLAMENTO ITALIANO IN SEDUTA PUBBLICA COMUNE (PALAZZO MONTECITORIO)

DISCORSO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II

Giovedì, 14 novembre 2002

Signor Presidente della Repubblica Italiana,
Onorevoli Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato,
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Onorevoli Deputati e Senatori!

...

8. Il carattere realmente umanistico di un corpo sociale si manifesta particolarmente nell'attenzione che esso riesce ad esprimere verso le sue membra più deboli. Guardando al cammino percorso dall'Italia in questi quasi sessant'anni dalle rovine della seconda guerra mondiale, non si possono non ammirare gli ingenti progressi compiuti verso una società nella quale siano assicurate a tutti accettabili condizioni di vita. Ma è altrettanto inevitabile riconoscere la tuttora grave crisi dell'occupazione soprattutto giovanile e le molte povertà, miserie ed emarginazioni, antiche e nuove, che affliggono numerose persone e famiglie italiane o immigrate in questo Paese. E' grande, quindi, il bisogno di una solidarietà spontanea e capillare, alla quale la Chiesa è con ogni impegno protesa a dare di cuore il proprio contributo.

Tale solidarietà, tuttavia, non può non contare soprattutto sulla costante sollecitudine delle pubbliche Istituzioni. ...

 

ANGELUS

Domenica, 17 novembre 2002

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Si celebra oggi in Italia la Giornata delle Migrazioni, appuntamento annuale che invita la Comunità ecclesiale e quella civile a riflettere su quest'importante e complesso fenomeno sociale.

Quale tema per l'odierna ricorrenza, i Vescovi italiani hanno scelto un'espressione dell'apostolo Paolo: "Accoglietevi come Cristo ha accolto voi" (Rm 15,7). In Cristo, accogliendo ogni uomo, Dio si è fatto "migrante" nei sentieri del tempo per portare a tutti il Vangelo dell'amore e della pace. Contemplando questo mistero, come non aprirsi all'accoglienza e riconoscere che ogni essere umano è figlio dell'unico Padre celeste e quindi nostro fratello?

2. Viviamo in un'epoca di profondi mutamenti che investono persone, gruppi etnici e popoli. Anche oggi si registrano gravi disuguaglianze, specialmente tra nord e sud del mondo. Ciò fa sì che la terra, divenuta sempre più "villaggio globale", sia purtroppo per gli uni un luogo di povertà e di privazioni, mentre nelle mani di altri si concentrano grandi ricchezze. In questo contesto, l'"altro" rischia di essere considerato spesso un concorrente, tanto più se è "diverso" per lingua, nazionalità e cultura.

È per questo importante che si diffonda lo spirito dell'accoglienza, da tradurre in comportamenti sociali di attenzione specialmente a chi è nel bisogno. Ognuno è chiamato a contribuire per rendere il mondo migliore cominciando dal proprio ambito di vita e di azione. Auspico di cuore che le famiglie, le associazioni, le comunità ecclesiali e civili diventino sempre più palestre di ospitalità, di civile convivenza, di dialogo fecondo. Gli immigrati, da parte loro, sappiano rispettare le leggi dello Stato che li accoglie e contribuire così ad un migliore inserimento nel nuovo contesto sociale. ...

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL NUOVO AMBASCIATORE DELLA BOSNIA ED ERZEGOVINA
PRESSO LA SANTA SEDE IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE DELLE LETTERE CREDENZIALI

30 novembre 2002

Signor Ambasciatore,

 2. ... Occorre però lavorare intensamente per costruire e rendere efficace la pace nella giustizia, risolvendo problemi legati al futuro del Paese. Tra questi, la questione dei profughi e degli esuli, che attendono di poter tornare a casa, e la ripresa economica, che porterebbe serenità e fiducia alle popolazioni.

Sono necessari, pertanto, programmi concreti, che partano dalla persona e dal rispetto della sua dignità, che offrano la possibilità di lavorare e di guadagnare i mezzi sufficienti per la vita, che promuovano il dialogo e la collaborazione tra le varie componenti della società civile nel pieno rispetto dell'identità di ciascuno. 

3. ... E' vero che non si può cancellare dalla memoria quanto è accaduto nel passato, ma si può e si deve liberare i cuori dal rancore e dalla vendetta. La memoria degli errori e delle ingiustizie resti come monito esigente a non ripetere né gli uni né le altre, così da evitare nuove tragedie, forse anche più grandi.

La Chiesa della Bosnia ed Erzegovina è già al lavoro ed offre il suo contributo alla riconciliazione e al perdono, annunciando fedelmente il Vangelo. Essa chiede solo di poter svolgere tale sua missione, stando vicino ai poveri e agli emarginati e dando voce a quanti nella società ne sono privi.

4. ... Sebbene la guerra sia terminata ormai da quasi sette anni, non si vedono purtroppo ancora soluzioni concrete per il dramma dei numerosi profughi ed esuli desiderosi di tornare alle loro case. Penso, in particolare, alle popolazioni che sono in attesa di poter rientrare nelle zone di Banja Luka e di Bosanska Posavina. Queste popolazioni, come pure profughi ed esuli di altre zone, si vedono negato il diritto di vivere serenamente sul loro suolo natio. Molto spesso, allora, non pochi tra loro sono costretti a cercare fortuna altrove.

Tali persone giustamente chiedono garanzie per la loro incolumità, nonché la creazione di condizioni politiche, sociali ed economiche accettabili. Domandano, inoltre, la restituzione dei beni, dei quali sono stati privati con violenza durante la guerra.

5. ...Il Concilio, inoltre, ricorda che la pace «viene con tutta esattezza definita opera della giustizia» e che questa esige «la ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la loro dignità» ...

 

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI NUOVI AMBASCIATORI IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE COLLETTIVA
DELLE LETTERE CREDENZIALI

Venerdì 13 dicembre 2002

Eccellenze, 

...

2. La pace è uno dei beni più preziosi per le persone, per i popoli e per gli Stati. Come già sapete, voi che seguite attivamente la vita internazionale, tutti gli uomini la desiderano ardentemente. Senza la pace, non vi può essere autentico sviluppo degli individui, delle famiglie, della società e dell'economia stessa. La pace è un dovere per tutti. Volere la pace non è un segno di debolezza, bensì di forza. Essa si realizza nel rispetto dell'ordine internazionale e del diritto internazionale, che devono essere le priorità di tutti coloro che sono responsabili del destino delle Nazioni. Parimenti, è importante considerare il valore fondamentale delle azioni comuni e multilaterali, per la risoluzione dei conflitti nei diversi continenti. 

3. Le miserie e le ingiustizie sono fonte di violenza e contribuiscono al mantenimento e allo sviluppo di diversi conflitti locali o regionali. Penso in particolare ai Paesi nei quali la carestia cresce in maniera endemica. La comunità internazionale è chiamata a fare tutto il possibile affinché questi flagelli possano essere poco a poco debellati, soprattutto con mezzi materiali e umani che aiuteranno i popoli che ne hanno più bisogno. Un maggiore sostegno all'organizzazione delle economie locali permetterebbe senza dubbio alle popolazioni autoctone di prendere maggiormente in mano il loro futuro. 

La povertà grava oggi in maniera allarmante sul mondo, mettendo in pericolo gli equilibri politici, economici e sociali. Nello spirito della Conferenza internazionale di Vienna del 1993 sui diritti umani, essa è un attentato contro la dignità delle persone e dei popoli. Occorre riconoscere il diritto di ognuno ad avere il necessario e a poter beneficiare di una parte della ricchezza nazionale. Per mezzo di voi, Signori Ambasciatori, desidero lanciare ancora una volta un pressante appello alla Comunità internazionale, affinché si riesamini, al più presto, la duplice questione della ripartizione delle ricchezze del pianeta e di un'assistenza tecnica e scientifica equa nei riguardi dei Paesi poveri, che costituiscono un dovere per i Paesi ricchi. Il sostegno allo sviluppo di fatto passa attraverso la formazione, in tutti gli ambiti, di responsabili locali che domani si preoccuperanno del destino dei loro popoli, affinché questi ultimi possano beneficiare in maniera più diretta delle materie prime e delle ricchezze estratte dal sottosuolo e di quelle della terra. 

È in questa prospettiva che la Chiesa cattolica desidera proseguire la sua azione, nell'ambito diplomatico e con la sua presenza e vicinanza nei diversi Paesi del mondo, impegnandosi per il rispetto delle persone e dei popoli, e per la promozione di tutti, in particolare attraverso l'educazione integrale e le opere di socializzazione. ...

 

MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ
GIOVANNI PAOLO II

PER LA CELEBRAZIONE DELLA
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 

1 GENNAIO 2003

PACEM IN TERRIS:
UN IMPEGNO PERMANENTE

...

3. ... Giovanni XXIII identificò le condizioni essenziali per la pace in quattro precise esigenze dell'animo umano: la verità, la giustizia, l'amore e la libertà (cfr ibid., I: l.c., 265-266). La verità – egli disse – sarà fondamento della pace, se ogni individuo con onestà prenderà coscienza, oltre che dei propri diritti, anche dei propri doveri verso gli altri. La giustizia edificherà la pace, se ciascuno concretamente rispetterà i diritti altrui e si sforzerà di adempiere pienamente i propri doveri verso gli altri. L'amore sarà fermento di pace, se la gente sentirà i bisogni degli altri come propri e condividerà con gli altri ciò che possiede, a cominciare dai valori dello spirito. La libertà infine alimenterà la pace e la farà fruttificare se, nella scelta dei mezzi per raggiungerla, gli individui seguiranno la ragione e si assumeranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni. ...

Non solo la visione precorritrice di Papa Giovanni XXIII, la prospettiva cioè di un'autorità pubblica internazionale a servizio dei diritti umani, della libertà e della pace, non si è ancora interamente realizzata, ma si deve registrare, purtroppo, la non infrequente esitazione della comunità internazionale nel dovere di rispettare e applicare i diritti umani. Questo dovere tocca tutti i diritti fondamentali e non consente scelte arbitrarie, che porterebbero a realizzare forme di discriminazione e di ingiustizia. Allo stesso tempo, siamo testimoni dell'affermarsi di una preoccupante forbice tra una serie di nuovi «diritti» promossi nelle società tecnologicamente avanzate e diritti umani elementari che tuttora non vengono soddisfatti soprattutto in situazioni di sottosviluppo: penso, ad esempio, al diritto al cibo, all'acqua potabile, alla casa, all'auto- determinazione e all'indipendenza. La pace richiede che questa distanza sia urgentemente ridotta e infine superata. ...

6. ... emerge anche da questa angolatura la consapevolezza che la questione della pace non può essere separata da quella della dignità e dei diritti umani. Proprio questa è una delle perenni verità insegnate dalla Pacem in terris, e noi faremmo bene a ricordarla e a meditarla in questo quarantesimo anniversario.

Non è forse questo il tempo nel quale tutti devono collaborare alla costituzione di una nuova organizzazione dell'intera famiglia umana, per assicurare la pace e l'armonia tra i popoli, ed insieme promuovere il loro progresso integrale?  ...

Si intende piuttosto sottolineare l'urgenza di accelerare i processi già in corso per rispondere alla pressoché universale domanda di modi democratici nell'esercizio dell'autorità politica, sia nazionale che internazionale, come anche alla richiesta di trasparenza e di credibilità ad ogni livello della vita pubblica. ...

8. C'è un legame inscindibile tra l'impegno per la pace e il rispetto della verità. L'onestà nel dare informazioni, l'equità dei sistemi giuridici, la trasparenza delle procedure democratiche danno ai cittadini quel senso di sicurezza, quella disponibilità a comporre le controversie con mezzi pacifici e quella volontà di intesa leale e costruttiva che costituiscono le vere premesse di una pace durevole. Gli incontri politici a livello nazionale e internazionale servono la causa della pace solo se l'assunzione comune degli impegni è poi rispettata da ogni parte.  ...

Pacta sunt servanda, recita l'antico adagio. Se tutti gli impegni assunti devono essere rispettati, speciale cura deve essere posta nel dare esecuzione agli impegni assunti verso i poveri. Particolarmente frustrante sarebbe infatti, nei loro confronti, il mancato adempimento di promesse da loro sentite come di vitale interesse. In questa prospettiva, il mancato adempimento degli impegni con le nazioni in via di sviluppo costituisce una seria questione morale e mette ancora più in luce l'ingiustizia delle disuguaglianze esistenti nel mondo. La sofferenza causata dalla povertà risulta drammaticamente accresciuta dal venir meno della fiducia. Il risultato finale è la caduta di ogni speranza. La presenza della fiducia nelle relazioni internazionali è un capitale sociale di valore fondamentale.

9. A voler guardare le cose a fondo, si deve riconoscere che la pace non è tanto questione di strutture, quanto di persone.

... Gesti di pace nascono dalla vita di persone che coltivano nel proprio animo costanti atteggiamenti di pace. Sono frutto della mente e del cuore di «operatori di pace» (Mt 5, 9). Gesti di pace sono possibili quando la gente apprezza pienamente la dimensione comunitaria della vita, così da percepire il significato e le conseguenze che certi eventi hanno sulla propria comunità e sul mondo nel suo insieme. Gesti di pace creano una tradizione e una cultura di pace. ...

 

ANGELUS

1 gennaio 2003

36a Giornata Mondiale della Pace
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2. ...Come allora, pure oggi è chiesto a ciascuno di dare il proprio contributo per promuovere e realizzare la pace, mediante scelte generose di comprensione reciproca, di riconciliazione, di perdono e di fattiva attenzione a chi è nel bisogno. Sono necessari concreti "gesti di pace" nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle comunità, nell'insieme della vita civile, nei consessi sociali nazionali e internazionali. Non bisogna soprattutto mai smettere di pregare per la pace.

Come non esprimere ancora una volta l'auspicio che, da parte dei responsabili, si faccia tutto il possibile per trovare soluzioni pacifiche alle molte tensioni in atto nel mondo, in particolare nel Medio Oriente, evitando ulteriori sofferenze a quelle popolazioni già tanto provate? Prevalgano la solidarietà umana e il diritto!...

 

DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AL CORPO DIPLOMATICO
ACCREDITATO PRESSO LA SANTA SEDE

Lunedì, 13 gennaio 2003

Signore e Signori, 

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2. Sono impressionato dal sentimento di paura che dimora sovente nel cuore dei nostri contemporanei. Il terrorismo subdolo che può colpire in qualsiasi istante e ovunque; il problema non risolto del Medio Oriente, con la Terra Santa e l’Iraq; gli scossoni che scompigliano il Sud America, particolarmente l’Argentina, la Colombia e il Venezuela; i conflitti che impediscono a numerosi Paesi africani di dedicarsi al proprio sviluppo; le malattie che propagano il contagio e la morte; il problema grave della fame, in modo speciale in Africa; i comportamenti irresponsabili che contribuiscono all’impoverimento delle risorse del pianeta: ecco altrettanti flagelli che minacciano la sopravvivenza dell’umanità, la serenità delle persone e la sicurezza delle società. 

3. Ma tutto puòcambiare. Dipende da ciascuno di noi. Ognuno può sviluppare in se stesso il proprio potenziale di fede, di probità, di rispetto altrui, di dedizione al servizio degli altri. 

Dipende chiaramente anche dai responsabili politici chiamati a servire il bene comune....Anzitutto un«SÌ ALLA VITA»! Rispettare la vita e le vite: tutto comincia da qui, poiché il più fondamentale diritto umano è il diritto alla vita. L’aborto, l’eutanasia o la clonazione umana, ad esempio, rischiano di ridurre la persona umana ad un semplice oggetto: in qualche modo, la vita e la morte a comando! Quando sono prive di ogni criterio morale, le ricerche scientifiche che manipolano le sorgenti della vita, sono una negazione dell’essere e della dignità della persona. Anche la stessa guerra attenta alla vita umana, perché reca con sé sofferenza e morte. La lotta per la pace è sempre una lotta per la vita! 

Poi, il RISPETTO DEL DIRITTO. La vita in società –in particolare la vita internazionale–suppone dei principi comuni intangibili, il cui scopo è di garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini e delle Nazioni. Tali regole di condotta sono alla base della stabilità nazionale e internazionale. Oggi, i responsabili politici hanno a disposizione testi appropriati e pertinenti istituzioni. Basta metterli in pratica. Il mondo sarebbe totalmente diverso se si cominciasse ad applicare, in maniera sincera, gli accordi sottoscritti! 

Infine il DOVERE DELLA SOLIDARIETÀ. In un mondo inondato da informazioni, ma che paradossalmente comunica con tanta difficoltà, e dove le condizioni di esistenza sono scandalosamente ineguali,è importante non lasciare nulla di intentato perché tutti si sentano responsabili della crescita e della felicità di tutti. Ne va del nostro avvenire. Giovani senza lavoro, persone disabili marginalizzate, anziani abbandonati, Paesi prigionieri della fame e della miseria: ecco ciò che troppo spesso fa si che l’uomo perda la speranza e soccomba alla tentazione del ripiegamento su sé stesso o alla violenza. 

4. Si impongono pertanto alcune scelte affinché l’uomo abbia ancora un avvenire: i popoli della terra e i loro dirigenti devono avere talvolta il coraggio di dire“no”. 

«NO ALLA MORTE»! Cioè,“no”a tutto ciò che attenta all’incomparabile dignità di ogni essere umano, a cominciare da quella dei bambini non ancora nati. Se la vita è davvero un tesoro, bisogna saperlo conservare e farlo fruttificare senza snaturarlo.“No”a tutto ciò che indebolisce la famiglia, cellula fondamentale della società.“No”a tutto ciò che distrugge nel bambino il senso dello sforzo, il rispetto di sé e dell’altro, il senso del servizio. 

«NO ALL’EGOISMO»! Cioè,“no”a tutto ciò che spinge l’uomo a rifugiarsi nel bozzolo di una classe sociale privilegiata o di una cultura di comodo che esclude l’altro. Il modo di vivere di quanti usufruiscono del benessere, il loro modo di consumare, debbono essere rivisti alla luce delle ripercussioni che hanno sugli altri Paesi. ...Egoismo è anche l’indifferenza delle Nazioni opulente nei confronti dei Paesi abbandonati a se stessi. Tutti i popoli hanno il diritto di ricevere una parte equa dei beni di questo mondo, e della conoscenza scientifica e tecnologica dei Paesi più capaci. .... 

«NO ALLA GUERRA»! La guerra non è mai una fatalità; essa è sempre una sconfitta dell’umanità. Il diritto internazionale, il dialogo leale, la solidarietà fra Stati, l’esercizio nobile della diplomazia, sono mezzi degni dell’uomo e delle Nazioni per risolvere i loro contenziosi. Dico questo pensando a coloro che ripongono ancora la loro fiducia nell’arma nucleare e ai troppi conflitti che tengono ancora in ostaggio nostri fratelli in umanità. ...

Mai la guerra può essere considerata un mezzo come un altro, da utilizzare per regolare i contenziosi fra le Nazioni. Come ricordano la Carta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Diritto internazionale, non si può far ricorso alla guerra, anche se si tratta di assicurare il bene comune, se non come estrema possibilità e nel rispetto di ben rigorose condizioni, nè vanno trascurate le conseguenze che essa comporta per le popolazioni civili durante e dopo le operazioni militari. 

5.Èdunque possibile cambiare il corso degli eventi quando prevalgono la buona volontà, la fiducia nell’altro, l’attuazione degli impegni assunti e la cooperazione fra partner responsabili. ...

6. Eccellenze, Signore e Signori, una constatazione si impone: ormai l’indipendenza degli Stati non può più essere concepita, se non nell’interdipendenza.Tutti sono legati nel bene come nel male. Per tale ragione, giustamente, occorre saper distinguere il bene dal male e chiamarli con il loro proprio nome. Al riguardo, quando il dubbio o la confusione prendono il sopravvento, si devono temere i più grandi mali, come la storia ci ha insegnato innumerevoli volte. 

Per evitare di precipitare nel caos, mi sembra che si impongano due esigenze. Anzitutto recuperare in seno agli Stati e fra gli Stati il valore primordiale della legge naturale, che ha ispirato, un tempo, il diritto delle genti e i primi pensatori del diritto internazionale. ...

Inoltre, l’azione senza sosta di uomini di Stato probi e disinteressati. In effetti, l’indispensabile competenza professionale dei responsabili politici non può essere legittimata che da un saldo riferimento a forti convinzioni etiche. ...

 

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