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  ORDINAZIONE EPISCOPALE DI MONSIGNOR LEONARDO SANDRI

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO*

 Sabato, 11 ottobre 1997

 



Venerati Confratelli,
Signor Presidente della Repubblica Argentina,
distinte autorità,
cari amici!

Ogni ministro del Signore ha sentilo un giorno risuonare nel suo cuore le parole rivolte da Dio al profeta Geremia: «Prima di formarli nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger l, 4).

Anche il nostro caro Don Leonardo un giorno ha sentito la voce del Signore che lo chiamava ed egli disse il suo si definitivo, forte e generoso.

Il 2 dicembre 1967, nella Chiesa del Seminario di Buenos Aires, il venerato Card. Juan Carlos Aramburu gli imponeva le mani e egli diventava così sacerdote del Signore.

Oggi, attraverso la voce del Papa, Mons. Sandri è chiamato ad un servizio ancor più impegnativo. Questa sera, insieme ai Vescovi presenti, io gli imporrò le mani, invocando su di lui la grazia legata a questo grado più alto del Sacramento dell'Ordine. E Mons. Sandri diventerà Vescovo della Chiesa cattolica!

È vero che egli non svolgerà il suo ministero episcopale in una diocesi, ma si dedicherà piuttosto alla collaborazione con il Sommo Pontefice, Pastore della Chiesa universale. È però noto che si tratta sempre dell'unico ministero pastorale, qual è quello affidato da Cristo agli Apostoli ed ai loro Successori, ovunque essi siano chiamati ad operare, nelle terre d'origine o nelle più lontane missioni, al servizio di una Chiesa particolare o collaborando con il Pastore della Chiesa universale.

L'opera terrena di Gesù doveva terminare con la sua Ascensione al cielo. Per questo, già figli dalla sera della sua Risurrezione, Egli aveva detto agli Apostoli: «Come il Padre ha inviato me, così io invio voi» (Gs 20, 21). E prima della sua Ascensione, Cristo rinnovò questo mandato dicendo loro: «Andate, dunque, ed istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine dei secoli» (Mt 28, 19-20).

In questa missione, gli Apostoli furono pienamente confermati il giorno di Pentecoste, secondo la promessa del Signore: «Riceverete una forza, quella dello Spirito Santo, che discenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, e sino alle estremità della terra.» (At 1, 8).

A nome di tutti i Vescovi presenti, io chiederò fra breve a Don Leonardo: «Vuoi, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli Apostoli, che noi ora trasmettiamo a te, mediante l'imposizione delle mani, con la grazia dello Spirito Santo?».

Con il suo sì, totale e generoso, il Vescovo eletto si disporrà così a ricevere la grazia dell'Episcopato.

Forte di questo dono che viene dall'alto, Mons. Sandri potrà esercitare con frutto quel triplice ufficio che la dottrina cattolica attribuisce al Vescovo, e cioè l'ufficio di insegnare, santificare e guidare il popolo santo di Dio. In realtà, tutti i momenti dell'ordinazione tendono a ricordare questa realtà. Con la consegna del Vangelo, ricorderò al Vescovo il suo primo dovere, qual è quello di annunziare, la parola di Cristo, ovunque egli sia chiamato ad operare.

Con l'imposizione della mitra, indicherò a tutti i presenti quale sia l'alta dignità del Vescovo, in cui rifulge la pienezza del sacerdozio.

Con la consegna del pastorale, chiederò al nuovo Pastore di guidare con sapienza ed amore il popolo santo di Dio all'incontro del Signore.

Consegnerò al nuovo Vescovo un anello, dicendogli le belle parole del pontificale romano: «Accipe anulum, fidei signaculum... Ricevi l'anello, segno di fedeltà, e nell'integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la Santa Chiesa, Sposa di Cristo».

L'anello viene così ad indicare il vincolo profondo che d'ora innanzi legherà il nuovo Vescovo con la Chiesa, che da lui attende amore, fedeltà e servizio, così come Cristo ha amato la Chiesa ed ha dato la sua stessa vita per essa.

L'eccelsa dignità del Vescovo va però strettamente unita ad una grande responsabilità davanti a Dio, davanti alla Chiesa ed anche all'intera società. Infatti, come Gesù, il Vescovo non deve essere altro che un «Buon Pastore». E Gesù stesso ha spiegato che cosa significhi essere ed agire come Pastore delle anime: «Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me ed io conosco il Padre»; «Offro la vita per le pecore»; «Ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore» (Gv 10, 11-16).

Con queste parole Gesù indicava l'ansia pastorale che deve continuamente stimolare e assillare ogni ministro di Dio. La preoccupazione del Vescovo deve essere sempre e soltanto unica, quella cioè di comportarsi come il «Buon Pastore», che prova la grande gioia di illuminare e convertire le anime e, nello stesso tempo, anche la pena di vedere che altre vivono sbandate nell'errore e nel peccato.

Questi sono i nobili sentimenti che ispirano ogni Vescovo nella sua missione. E questi sono anche i propositi con i quali Mons. Sandri inizia la sua missione di Nunzio Apostolico in Venezuela, ove il Papa Giovanni Paolo II lo ha destinato.

Certo, quale Rappresentante Pontificio egli avrà una missione specifica, qual è quella tracciata dalle norme canoniche esistenti circa i Legati del Romano Pontefice.

«La funzione principale del Legato Pontificio – ci dice il Codice di Diritto Canonico – consiste nel procurare che siano sempre più stabili ed efficaci i vincoli di unità che esistono fa la Sede Apostolica e le Chiese particolari» (Can. 364).

Successivamente lo stesso Codice stabilisce:

«Il Legato Pontificio che esercita tale funzione anche presso gli Stati, secondo le norme del diritto internazionale, ha inoltre il dovere peculiare di promuovere e fomentare le relazioni fra la Sede Apostolica e le autorità dello Stato».

Con questo spirito il Nunzio Apostolico Mons. Sandri si prepara a recarsi in Venezuela, terra del suo lavoro apostolico.

Egli troverà là delle popolazioni cristiane fervorose, che saranno liete della sua presenza. Egli troverà una Nazione desiderosa del progresso materiale e spirituale.

Da 500 anni la Croce di Cristo ha illuminato quella terra, definita da Cristoforo Colombo come «terra di grazia». Uno tra i primi «conquistadores» la battezzò addirittura come «piccola Venezia», «Venezuela» per l'incanto della sua natura.

Là si è formata una tradizione cristiana dalle radici profonde e che ha già dato tanti frutti di bene. Con circa 20 milioni di cattolici, suddivisi nelle 35 giurisdizioni ecclesiastiche del Paese, il Venezuela costituisce una comunità cristiana fiorente, impegnata a portare avanti un processo di nuova evangelizzazione verso il terzo millennio.

Querido Don Leonardo:

¡Marcha sereno hacia la tierra de tu trabajo apostólico! Te acompaña la bendición del Santo Padre Juan Pablo II, que te envía allí, agradeciéndote también el trabajo paciente y generoso que has llevado a cabo en estos años pasados en su Secretaría de Estado. Te acompañan también los buenos augurios de tantos hermanos que esta tarde han venido aquí para demostrarte su cercanía en este momento tan importante de tu vida. Te rodean muchos amigos argentinos, al frente de los cuales está el Señor Presidente de la Republica, que ha querido honrarnos con su presencia.

¡Que interceda por ti la Virgen María, Reina de los Apóstoles! En Venezuela Ella es venerada particularmente en el Santuario de Coromoto, en el corazón mismo del País. EI Papa visitó ese lugar de oración el 10 de febrero del pasado año, con ocasión de su segundo viaje a Venezuela.

¡Que desde el cielo María Santísima interceda por ti! ¡Que Ella sea la estrella que ilumine siempre tu camino!

[Questa la traduzione del passo in lingua spagnola dell'omelia del Cardinale Sodano:]

Caro Don Leonardo,

parti sereno verso la terra del tuo lavoro apostolico! Ti accompagna la benedizione del Papa Giovanni Paolo II, che là ti invia, ringraziandoti anche per il lavoro paziente e generoso che hai svolto in questi anni nella sua Segreteria di Stato.

Ti accompagnano i voti di tanti confratelli che questa sera sono qui convenuti, per dimostrarti la loro vicinanza in questo momento importante della tua vita. Ti sono vicini tanti amici argentini, con a capo lo stesso Signor Presidente della Repubblica che ha voluto onorarci con la sua presenza.

Dall'alto interceda per te la Vergine Maria, Regina degli Apostoli. In Venezuela essa è particolarmente venerata nel Santuario di Coromoto, nel cuore del Paese. Il Papa stesso visitò quel luogo di preghiera, il 10 febbraio dell'anno scorso, in occasione del suo secondo viaggio in Venezuela.

Dal cielo Maria Santissima interceda per te. Essa sia una stella che illumini sempre il tuo cammino!


*L'Osservatore Romano 13-14.10.1997 p.8.

 

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