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ORDINAZIONE EPISCOPALE DI MONSIGNOR  LUIGI BONAZZI

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO*

(Bergamo) - Giovedì, 26 agosto 1999

 


«Vieni, o Spirito Santo... Veni Sancte Spiritus»: è la preghiera che sale dalle labbra del cristiano, per implorare i doni dello Spirito Santo.

«Vieni, o Spirito Creatore... Veni, Creator Spiritus»: è il canto che anche oggi è sgorgato dal cuore di quest'assemblea, per chiedere un nuovo intervento dello Spirito. A Lui, che essendo Dio con il Padre ed il Figlio, ha partecipato alla creazione dell'universo e per questo l'antico inno medioevale ci fa invocare come Spirito Creatore, a Lui chiediamo che voglia ancor oggi compiere meraviglie non meno grandi di quelle della creazione, di santificare cioè il cuore dell'uomo.

È questa la preghiera che si eleva oggi al cielo in favore di un caro sacerdote di questa terra bergamasca, chiamato dal Papa ad essere Vescovo della Santa Chiesa Cattolica e Nunzio Apostolico in Haiti.

Anch'io sono voluto venire fra voi, in questa solenne circostanza, per unirmi alla vostra preghiera ed essere poi strumento della grazia di Dio, imponendo le mani sul capo del Vescovo eletto ed incorporandolo così nel Collegio Episcopale.

Ero già venuto a Bergamo il 26 agosto di tre anni fa, per l'ordinazione episcopale di un altro degno figlio di questa comunità, e cioè di Mons. Aldo Cavalli, Nunzio Apostolico in Angola, São Tomé e Principe.

Oggi sono ritornato molto volentieri fra voi, nel clima festoso della festa di S. Alessandro, vostro Patrono. È un clima di fede nel quale si celebrano le meraviglie compiute dallo Spirito Santo più di 1700 anni fa nel cuore del giovane soldato Alessandro, che, sostenuto dalla potenza divina, seppe offrire al mondo la sua eroica testimonianza cristiana.

È la stessa grazia che ancor oggi permette ai Pastori ed ai fedeli nella Chiesa di compiere grandi cose per Iddio e per le anime. È la stessa forza che oggi noi vogliamo implorare per il caro Don Luigi, perché possa svolgere degnamente la grande missione a cui è chiamato.

Vorrei anzi assicurarvi che anche il Santo Padre Giovanni Paolo II si unisce alla nostra preghiera, confidando che in futuro verrà mai a mancare al nuovo Vescovo la solidarietà fraterna di tutti i membri di questa Comunità.

A nome del Papa, vorrei anche salutare il venerato Pastore di questa diocesi, S.E. Mons. Roberto Amadei, con il suo Ausiliare, Mons. Bortolo Belotti, come tutti i sacerdoti che servono le varie comunità cristiane che fioriscono in questa bella terra bergamasca. Con loro saluto anche tutti i Vescovi, sacerdoti e diaconi qui convenuti in questa solenne occasione. Il mio deferente saluto si estende poi a tutte le autorità civili, ai rappresentanti della parrocchia di Don Luigi, come ai familiari ed amici del nuovo Vescovo.

A tutta la gloriosa diocesi di Bergamo, che tanto ha dato alla Chiesa nel corso dei secoli, vada infine il grazie più cordiale per il contributo che continua a dare all'Italia ed al mondo, con la sua fede vissuta e con il suo impegno apostolico.

Fratelli e sorelle nel Signore, oggi un altro degno sacerdote di questa diocesi viene annoverato nel Collegio Episcopale. È il Collegio che succede al Collegio Apostolico che deve continuare l'opera nel mondo intero.

Ai dodici il Signore aveva affidato la missione di predicare il Regno di Dio (Mt 10, 5-7), riconfermandola poi solennemente prima della sua Ascensione al cielo (Mt 28, 18-20). Era una missione di salvezza che doveva durare fino alla fine dei secoli. Affinché tale opera fosse
compiuta, gli stessi Apostoli ebbero cura di costituirsi dei successori (Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, n. 20), trasmettendo loro con l'imposizione delle mani quel dono dello Spirito Santo che essi avevano ricevuto dal Signore Risorto.

Questo stesso rito significativo si svolge oggi nel Duomo di Bergamo: un successore degli Apostoli impone le mani all'eletto ed egli viene annoverato nel Collegio Episcopale. Forse un giorno Mons. Bonazzi dovrà imporre le mani ad altri: si perpetuerà così nella Chiesa Santa di Dio quella successione apostolica, che è una delle caratteristiche dell'episcopato cattolico.

In tale visione ecclesiale, non è tanto importante il fatto di essere destinato a questa o a quella Chiesa particolare, non è tanto importante il fatto di coadiuvare un Vescovo nella sua diocesi o il Romano Pontefice nella sua missione di Pastore della Chiesa universale. Ciò che prevale è il fatto di essere membro di quel Collegio Episcopale, al quale Cristo ha affidato la sua missione di salvezza. L'unità dell'episcopato precede la molteplicità dei vari impegni pastorali.

In realtà il Vescovo eletto non è destinato dal Papa ad essere Pastore di una diocesi particolare, ma è chiamato a cooperare con il Successore di Pietro nella sua missione di Pastore della Chiesa universale in qualità di Nunzio Apostolico.

È questa una missione caratteristica con la quale i Romani Pontefici cercano di essere sempre maggiormente presenti nella vita delle Chiese particolari nei vari Paesi del mondo, sia per essere di sostegno ai Vescovi del luogo, sia per mantenere un dialogo costruttivo con le Autorità civili.

Caro Don Luigi, presto tu partirai verso l'isola di Haiti, la terra scoperta da Cristoforo Colombo più di cinque secoli fa, al termine del suo primo viaggio verso l'America. Là vi è un popolo che tanto attende di essere aiutato nel suo sforzo di progresso materiale e spirituale.

È un popolo che ha tanto sofferto nel corso della storia. Il bellissimo golfo di Port-au-Prince è stato in passato anche il terribile scenario dell'iniquo traffico di migliaia di africani. Nei secoli scorsi Haiti fu, in realtà, uno dei punti di arrivo di quel terribile commercio di schiavi, che il Papa Giovanni Paolo II ha definito come un «olocausto sconosciuto» per i più e per il quale ha chiesto perdono a Dio.

Va però detto che Haiti è stata anche il teatro delle lotte per la libertà. Infatti, già fin dal 1804, dalle ceneri della colonia francese, sorgeva una Repubblica indipendente e sovrana. In quella Nazione la Chiesa si sforza di accompagnare il popolo nel suo cammino di riscatto sociale.

Il Rappresentante del Papa sarà vicino all'Episcopato, al clero ed al laicato, promuovendo anche un dialogo con le autorità civili, per un ordinato progresso del Paese.

Nelle 9 diocesi del Paese vi è un'intensa attività ecclesiale, integrata da un grande impegno in campo sociale e da un forte impegno educativo. Recentemente è anche sorta una Università Cattolica con grandi prospettive di sviluppo per il futuro.

Venendo da Bergamo, il nuovo Nunzio Apostolico ha di fronte a sé un modello eloquente a cui ispirarsi: è l'indimenticabile figura del Papa Giovanni XXIII, che, come è noto, fu per lunghi anni Rappresentante Pontificio, prima in Bulgaria, negli anni 1925-1934, poi in Turchia e Grecia, dal 1935 al 1944, ed infine in Francia, dal 1945 al 1953.

Leggendo le note da lui lasciateci e raccolte nel bel volume intitolato «Giornale dell'anima», ci si trova di fronte ad un uomo di Dio, che ha dedicato tutta la sua vita a lavorare per la Santa Chiesa, con bontà, con pazienza, con perseveranza. Ciò balza evidente leggendo anche altre testimonianze, amorevolmente raccolte dal caro e venerato Arcivescovo Mons. Loris Capovilla. Per questo la figura di Mons. Roncalli è ancor oggi un esempio a cui possono ispirarsi tutti i Nunzi Apostolici, nelle varie parti del mondo dove essi siano inviati.

Cari bergamaschi, a voi chiedo di accompagnare sempre con la vostra preghiera il Vescovo eletto. Oggi egli è annoverato nel Collegio Episcopale e per questo dovrà, ad un titolo ancor più alto di ogni sacerdote, essere Maestro di Verità, Ministro della Grazia, Guida del Popolo cristiano.

Come creature umane, però noi sentiamo quanto sia vera l'affermazione dell'Apostolo Paolo quando parlava della nostra fragilità, dovendo noi portare dei tesori immensi in vasi d'argilla.

Il cristiano però sa che con la preghiera tutto può ottenere dall'alto. Per questo, continueremo a pregare per il Vescovo eletto, implorando anche l'intercessione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli, di tutti i martiri e di tutti i santi.

Ed oggi pregheremo anche perché numerose e sante vocazioni continuino a sorgere nel seno della gloriosa comunità bergamasca, al servizio del Regno di Dio nel mondo intero.

È questo un dono che oggi invochiamo dallo Spirito Santo, chiedendogli di rinnovare nella santità di vita e nell'ardore apostolico tutta questa comunità.

«O Dio, manda ancora una volta il tuo Spirito e rinnoverai la faccia della terra». «Emitte Spiritum Tuum et renovabis faciem terrae».

Sì, o Dio, rinnova la faccia della terra, di questa terra bergamasca! Amen!


*L'Osservatore Romano 29.8.1999 p.7.

 

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