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ORDINAZIONE EPISCOPALE DI MONSIGNOR JOSEPH CHENNOTH

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO*

 Sabato, 30 ottobre 1999

 


Il Vangelo di oggi ci ricorda un'immagine caratteristica di Gesù. Egli si presenta a noi come il Buon Pastore, che ama, cura e guida le sue pecore, disposto anche a dare la vita per esse. Per questo va alla ricerca anche delle pecorelle smarrite, per riunirle tutte in un unico ovile (Gv 10, 11-16).

L'opera terrena di Gesù doveva terminare con la sua Ascensione al cielo. Per questo egli aveva scelto degli Apostoli ed aveva loro detto: «Come il Padre ha mandato me, così io invio voi» (Gv 20, 21). Poi diede loro un mandato categorico: «Andate ed insegnate a tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28, 1 9-20).

L'opera di Cristo Buon Pastore si sarebbe così continuata con l'opera degli Apostoli e dei loro successori, fino alla consumazione dei secoli.

In questa missione, gli Apostoli furono pienamente confermati il giorno della Pentecoste, secondo la promessa del Signore: «Ricevete una forza, quella dello Spirito Santo, che discenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria, e sino alle estremità della terra» (At 1, 8).

Questa forza speciale è quella che scenderà fra poco sul nostro caro confratello Joseph e lo renderà atto a continuare nel mondo d'oggi l'opera di Gesù, Pastore Eterno della nostre anime.

A nome di tutti i Vescovi presenti, io gli chiederò fra breve: «Vuoi, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli Apostoli, che noi ora trasmettiamo a te, mediante l'imposizione delle mani, con la grazia dello Spirito Santo?».

Con il suo sì, totale e generoso, il Vescovo eletto si disporrà così a ricevere la grazia di guidare, come Buon Pastore, il popolo santo di Dio. Scenderà su di lui quello «Spiritum principalem» di cui ci parla il rito dell'ordinazione, e cioè quello Spirito sovrano, quello «Spirito che regge e guida» che ci rende atti a condurre il popolo cristiano sulle vie della salvezza.

Di tale missione di guida è segno eloquente il pastorale che fra breve consegnerò al nuovo Vescovo, dicendogli: «Abbi cura dell'intero gregge, nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come Vescovo, per reggere la Chiesa di Dio».

Questo è l'ufficio di ogni Successore degli Apostoli, quale appare dalla Tradizione divino-apostolica, dall'insegnamento dei Padri della Chiesa e dal magistero ecclesiastico di ogni tempo. Recentemente ho avuto modo di leggere alcuni scritti di s. Ambrogio circa la missione del Vescovo: vi è descritta l'immagine di sempre, del Vescovo che è guida esemplare del suo popolo, imitatore di Cristo Buon Pastore. Così appare, ad esempio, dalla sua lettera al Vescovo Vigilio, da poco chiamato alla Cattedra episcopale di Trento (s. Ambrogio, Opera Omnia 20, 1998, pag. 147), così nella lettera al Vescovo Costanzo (Ibidem pag. 22) ed al Vescovo Marcello (Ibidem 19, pag. 237).

Il Vescovo appare sempre come il continuatore dell'opera di salvezza del Signore ed animato dai suoi stessi sentimenti d'amore verso tutti. Non per nulla san Tommaso insistette particolarmente su tale identità del Vescovo nel suo commento al Vangelo di s. Giovanni, scrivendo testualmente: «Gesù ha detto: «Io sono il Buon Pastore» allo scopo di introdurre con dolcezza la virtù della Carità. Non si può, infatti, essere un buon pastore se non diventando una sola cosa con Cristo ed i suoi membri, mediante la carità. La carità è, quindi, il primo dovere del buon pastore» (Dall'«Esposizione su Giovanni», cap. 10, lect. 3).

Caro Don Joseph, questo sia anche il segreto del tuo apostolato, in modo da poter dire ogni giorno con San Paolo: «È l'amore di Cristo che mi sospinge» (2 Cor 5, 14). Le parole poi, che l'Apostolo rivolge ai Tessalonicesi sono un programma anche per te: «Affezionati come siamo a voi, avremmo desiderato darvi non solo il Vangelo di Cristo, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari» (1 Tess 2, 8).

Sarà, poi, questa molla interiore a farti trovare le vie per il tuo ministero, pur con grande rispetto delle persone che vengono avvicinate.

Rispetto del loro ritmo, che non si ha il diritto di forzare oltre misura, come già ci diceva il Papa Paolo VI di v.m. nell'Evangelii nuntiandi (n. 79). Rispetto della loro coscienza, senza alcuna durezza, perché i cuori si aprono solamente al messaggio dell'amore.

Fratelli e sorelle nel Signore, l'opera pastorale del nuovo Vescovo non si svolgerà all'interno di una singola diocesi, ma in due caratteristiche Nazioni della regione equatoriale dell'Africa. A nome del Papa, egli manterrà i contatti con i Vescovi del luogo e favorirà poi un dialogo costruttivo anche con quelle autorità civili.

Le comunità cristiane nella Repubblica Centroafricana ed in Ciad sono di recente formazione, grazie al grande sforzo missionario compiuto in questi ultimi cinquant'anni. Però nella Repubblica Centroafricana vi sono già otto circoscrizioni ecclesiastiche con quasi 700.000 cattolici, mentre nel Ciad le diocesi sono già cinque, con mezzo milione di cattolici. Il territorio dei due Paesi però si estende su di una superficie grande quattro volte l'Italia. Questo è l'immenso campo d'azione che attende il nuovo Vescovo.

A quelle care comunità cristiane Mons. Chennoth farà sentire la presenza e l'affetto del Papa e favorirà, quindi, la loro unione con il Pastore della Chiesa universale. A Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana, è ancora vivo il ricordo della visita compiuta colà dal Papa Giovanni Paolo II il 14 agosto 1985. Più lunga fu la visita compiuta dal Papa in Ciad a fine gennaio e all'inizio di febbraio del 1990, allorquando il Santo Padre poté visitare la Capitale N'Djamena, con le diocesi di Moundou e Sarh. Furono momenti di intensa comunione ecclesiale, che hanno testimoniato la fede e l'entusiasmo di quelle giovani comunità cristiane.

Caro Monsignore, su di te noi invocheremo fra poco l'intercessione di Maria, Regina degli Apostoli, come di tutti i martiri e dei santi. Per loro intercessione, scendano oggi abbondanti i doni dello Spirito Santo, che ti sostengano nella tua missione.

Parti sereno verso Bangui! Noi ti accompagneremo con il nostro affetto fraterno e con la nostra preghiera quotidiana.


*L'Osservatore Romano 4.11.1999 p.4.

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