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CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN OCCASIONE DELLA MEMORIA LITURGICA DI SAN GIOVANNI BOSCO

OMELIA DEL CARDINALE ANGELO SODANO

Cappella di Santa Marta del
Palazzo del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano
Venerdì, 31 gennaio 2003

 

Cari Concelebranti, Fratelli e Sorelle nel Signore!

Il primo Santo che ho imparato a conoscere è stato Don Bosco. A quattro anni frequentavo l'asilo infantile tenuto dalle Suore Salesiane nel mio paese natale, in Isola d'Asti. La buona maestra d'asilo ci insegnava a pregare ed al termine delle orazioni quotidiane ci faceva sempre invocare l'intercessione di Don Bosco, dopo quella di Maria Ausiliatrice. Un grande quadro del nostro Santo ce lo rappresentava buono e sorridente fra tanti ragazzi. Fin d'allora, 70 anni fa, incominciai così a conoscere ed amare Don Bosco.

1. Una forte personalità

Nel corso della vita ho poi avuto modo di leggere tante sue biografie, di conoscere la sua figura straordinaria, di vedere in molte parti del mondo i frutti delle sue intuizioni pedagogiche e del suo zelo apostolico, soprattutto fra i giovani ed i lavoratori.

Proprio nei giorni scorsi ho incominciato a leggere una recente grande opera su Don Bosco, scritta dal benemerito D. Pietro Braido, ed intitolata Don Bosco prete dei giovani nel secolo della libertà (LAS, Roma, 2003).

Oggi noi siamo qui riuniti per ringraziare il Signore per aver suscitato nella sua Chiesa questa grande personalità di Apostolo dei tempi moderni e per affidarci alla sua intercessione.

La sua figura vi è ben nota. È un tipico Santo della terra piemontese, formatosi in un ambiente povero ed austero, tipico della Torino dell'Ottocento. Ma superando mille difficoltà. Don Bosco seppe creare opere meravigliose al servizio dei giovani e per la diffusione del regno di Dio nel mondo.

La sua vita è racchiusa fra il 1815, anno in cui nasce a Castelnuovo d'Asti, ed il 1888, l'anno in cui, un 31 gennaio come oggi, egli ritorna alla casa del Padre. Settantatré anni di una vita intensamente vissuta, di una vita santa. Non per nulla noi oggi lo veneriamo sui nostri altari, come Apostolo dei tempi moderni.

2. Un messaggio d'attualità

Oggi nella festa del nostro Santo, sono venuto volentieri a presiedere questa celebrazione eucaristica con i benemeriti Padri Salesiani, e ad implorare dal Signore, per intercessione di san Giovanni Bosco, grazie abbondanti su tutti i presenti.

Dall'esempio di Don Bosco possiamo raccogliere molti messaggi: il suo amore per la Chiesa, il suo amore ai giovani, la sua filiale devozione alla Madonna, invocata con il bel titolo di "Aiuto dei cristiani", Auxilium Christianorum, come il suo amore filiale al Sommo Pontefice.

Ed è proprio su tale aspetto della sua vita che vorrei soffermarmi un istante, con voi che lavorate qui in Vaticano, nella casa del Papa.

3. Don Bosco e Pio IX

Il Papa con il quale Don Bosco ebbe a trattare per la maggior parte della sua vita fu Pio IX, il beato Pio IX, che fu appunto Papa dal 1846 al 1878, un Pontificato che durò 32 anni.

Nei suoi ultimi dieci di vita, Don Bosco ebbe inoltre ancora contatti frequenti con Leone XIII, successo nel 1878 al compianto Pio IX. Ma soprattutto fu con Pio IX che Don Bosco ebbe molteplici incontri:  si contano, infatti, una ventina di udienze con Pio IX e centinaia di lettere.

L'umile prete di Valdocco, con la sua strategia apostolica verso i giovani ed i lavoratori, suscitava l'ammirazione del Papa. Questi era impressionato dal fatto che Don Bosco avesse iniziato il suo apostolato nelle prigioni della "Generala" di Torino. L'impressionava il fatto che nel periodo in cui i politici si preoccupavano di formare l'Italia, egli si preoccupava di formare gli italiani. Ed era tipica l'insistenza di Don Bosco in proposito:  formare buoni cristiani per avere degli onesti cittadini. Di qui anche l'istituzione delle scuole professionali. Non per nulla un grande scrittore come fu Piero Bargellini, darà questo titolo alla biografia da lui scritta di Don Bosco: Il Santo del lavoro.

4. La fedeltà al Papa

E Don Bosco, a sua volta, fu sempre molto vicino al Papa, anche se nella Torino di quegli anni vi erano ambienti anticlericali ed anche se, fra i cattolici, fiorivano discussioni animate sul potere temporale dei Papi.

E nota la frase di Don Bosco: "In quanto a religione io sono con il Papa e me ne vanto" (Memorie Biografiche, XII, 423).

Era il momento in cui molti politici del Risorgimento italiano mettevano in dubbio l'autorità pontificia ed egli rispondeva loro in modo inequivocabile, così come un giorno disse ad un ministro: "Sappia, Eccellenza, che in ogni cosa io sono con il Papa" (MB, IX, 483).

Era questo l'atteggiamento che esigeva dai suoi, con grande fermezza, dicendo:  "La parola del Papa deve essere la nostra regola in tutto e per tutto" (MB, IX, 494).

Forte di questa fedeltà al Papa, Don Bosco raccolse pure la richiesta che gli fece Leone XIII, allorquando nel 1880 gli chiese di costruire a Roma la Chiesa del Sacro Cuore a Castro Pretorio. Era un desiderio del Papa e Don Bosco, anche se già avanti negli anni, iniziò a tendere la mano ed a raccogliere offerte per questo tempio che ancor oggi è testimonio eloquente del suo zelo apostolico.

5. Una visione di fede

L'amore di Don Bosco per il Papa nasceva da una profonda visione di fede. È tipica la sua insistenza con i giovani:  "Non gridate: "Viva Pio IX". Non gridate "Viva Leone XIII", ma gridate piuttosto "Viva il Papa!"".

Un esempio concreto dell'attaccamento al Papa, il giovane prete Don Bosco l'aveva dato fino dal 1848. Don Bosco era sacerdote da sette anni e venne a sapere che il Papa Pio IX aveva dovuto fuggire da Roma a Gaeta, a causa della proclamazione della Repubblica Romana, e che là il Papa versava in serie difficoltà economiche. Don Bosco allora organizzò una colletta fra i giovani dell'oratorio e l'inviò al Papa a Gaeta:  era un obolo di 33 Lire!

Ed il Papa incaricherà poi il Card. Antonelli, suo Segretario di Stato, di ringraziare Don Bosco per questo gesto, molto pratico, di solidarietà verso il Successore di Pietro (cfr Arnaldo Pedrini, "Pio IX e Don Bosco," nella rivista Pio IX, anno XXI 43, pagg. 435-450).

Cari amici, molti di voi lavorano nella Tipografia Vaticana. Vi farà piacere, quindi, che io ricordi con quanta gioia Don Bosco abbia comunicato al Papa Pio IX di aver installato a Torino la sua prima tipografia. In una lettera del 10 marzo 1863, Don Bosco scriveva da Valdocco al Papa: "Beatissimo Padre... in questa casa fu iniziata una tipografia diretta unicamente a diffondere libri cattolici. Si degni Vostra Beatitudine di dare la santa sua benedizione, affinché Dio ce ne conceda la continuazione... È un figliuolo che apre il suo cuore al più buono ed al più amabile dei padri, di cui giudica massima ventura di potersi prostrare ai piedi ed invocare per sé, per i suoi sacerdoti e giovanetti la santa benedizione. Attaccat.mo obbl.mo figliuolo Sac. Bosco Giovanni" (Epistolario, LAS, Roma, 1991, pagg. 560-561).

6. Conclusione

Fratelli e Sorelle nel Signore, vi ho parlato dell'amore che D. Bosco nutriva per il Papa. Avrei pure dovuto ricordarvi gli altri due grandi amori di Don Bosco, l'Eucaristia e la Madonna. In una breve omelia non si possono però illustrare tutte le sfaccettature della figura poliedrica del nostro Santo.

Dal cielo però egli gioirà nel vedere che oggi noi abbiamo ricordato un aspetto caratteristico dalla sua esistenza, un aspetto che gli stava tanto a cuore.

Dal cielo san Giovanni Bosco interceda per noi, ottenendoci la grazia di un grande amore a Cristo e alla sua Santa Chiesa, come di un grande amore al Papa, "il dolce Cristo in terra"! E così sia!

         

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