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CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA
IN RINGRAZIAMENTO PER I DONI CONCESSI AL SERVO DI DIO,
CARDINALE RAFAEL MERRY DEL VAL  

OMELIA DEL CARD. ANGELO SODANO*

Altare della Tomba di San Pietro, Grotte Vaticane
Giovedì, 6 novembre 2003

 

 

Il Salmo 112 ci ha invitato a ringraziare il Dio Onnipotente e misericordioso per tutti i suoi benefici.

"Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore", abbiamo ripetuto in coro.
"Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre!
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore!"

Ed è con tali sentimenti che noi oggi siamo convenuti a questa splendida Basilica di S. Pietro e siamo scesi in queste grotte ove, accanto alle spoglie mortali di tanti Papi e uomini di Chiesa, riposano pure quelle del compianto Card. Rafael Merry del Val. Siamo riuniti per cantare la gloria di Dio, che sempre suscita nella sua Chiesa Pastori buoni e fedeli, e per ringraziare, in particolare, il Signore per aver suscitato nella Chiesa del '900 una personalità così  straordinaria,  quale  fu  quella del venerato Cardinale che commemoriamo. Chiederemo poi anche al Signore che, se è nei suoi disegni, possiamo presto vedere anche elevato agli onori degli altari questo grande uomo di Chiesa, così come è già stato glorificato il Papa Pio X, che egli servì come Segretario di Stato per ben undici anni, e cioè per tutto il periodo del suo Pontificato, dal 1903 al 1914.

1. Una doverosa commemorazione

Ricordiamo oggi una data importante nella vita del compianto Porporato. Esattamente un secolo fa, il 9 novembre del 1903, egli veniva nominato Cardinale dal Papa Pio X, da poco elevato alla Cattedra di Pietro. Con la morte del Papa Leone XIII, il Segretario di Stato Card. Mariano Rampolla del Tindaro terminava la sua missione, dopo sedici anni di fedele servizio al Vicario di Cristo. Il Patriarca di Venezia, Giuseppe Melchiorre Sarto, veniva chiamato al soglio di Pietro il 4 agosto del 1903, ed in quello stesso giorno il Papa nominava suo Pro-segretario di Stato Mons. Merry del Val, di appena 38 anni, da lui conosciuto durante il Conclave del quale il nostro Monsignore era Segretario. Successivamente, il 9 novembre, il Papa creava Cardinale Mons. Merry del Val e lo nominava suo Segretario di Stato. Credo che sia stato il più giovane Segretario di Stato nel corso dei 350 anni dell'esistenza di tale ufficio nella Curia Romana. La sua ricca personalità, però, si impose ben presto alla considerazione di tutti e rivelò quanto fosse stata saggia la decisione di San Pio X.

2. Una ricca personalità

In questa circostanza non vorrei dilungarmi nel ricordare i tratti della vita di questo grande Ecclesiastico. In passato sono apparse molte sue biografie. Di lui molto si è scritto anche nelle biografie del Papa Pio X, come in quelle del Papa Benedetto XV, il Papa Giacomo della Chiesa, che, come Sostituto della Segreteria di Stato, prima di essere nominato Arcivescovo a Bologna, fu, fino al 1908, collaboratore del Segretario di Stato Merry del Val.

Personalmente, ho riletto in questi giorni la nota biografia del nostro Cardinale scritta da José María Javierre (Juan Flores Editor, Barcelona 1965). Si rimane davvero edificati nel vedere come fosse ricca di tanta umanità e di profonda spiritualità la poliedrica figura di questo figlio della terra spagnola. O meglio, dovremmo parlare di un figlio della terra europea. Il suo nome completo già ce lo dice: Rafael Merry del Val y Zulueta-Wilcox.

Egli proveniva, infatti, da una famiglia irlandese, trasferitasi prima in Inghilterra, e poi nel 1700 in Spagna. La madre del nostro Cardinale discendeva da famiglia basca come Zulueta e da famiglia scozzese come Wilcox: il nuovo Porporato era veramente figlio dell'Europa, di cui conosceva lingue e tradizioni culturali.

Appunto per questo il Patriarca di Venezia, appena chiamato alla Cattedra di Pietro, aveva fissato il suo sguardo su di lui. La scelta si rivelò poi molto felice, per tutti gli undici anni del suo Pontificato.

Gli storici metteranno in risalto il contributo del Card. Merry del Val per la soluzione dei problemi che in quel periodo il Papa Pio X dovette affrontare:  la questione romana, il sorgere del modernismo e la diffusione del laicismo.

Altri sottolineeranno il suo apporto decisivo al rinnovamento della vita cristiana all'interno della Chiesa, con il suo grande interessamento per la santità del clero, per la formazione della gioventù e per il rinnovamento catechistico.

3. La santità di vita

Questa sera, vorrei solo ricordare la sua grande spiritualità sacerdotale. Di famiglia nobile, viveva una vita semplice ed austera, con grande amore verso tutti i bisognosi. Nel suo testamento lasciò scritto: "Lascio tutto ciò che ho alla Congregazione di Propaganda Fide per le missioni più povere".

Di grandi doti intellettuali, si faceva però piccolo con i piccoli. Lungi dal desiderio di apparire, egli chiedeva al Signore il grande dono di una sempre maggiore umiltà. Note sono a tale proposito le sue "Litanie dell'umiltà", così come il suo apostolato nascosto fra i giovani di Trastevere. Sulla sua tomba, collocata in queste Grotte Vaticane, noi leggiamo le semplici parole che egli stesso aveva dettato nel suo testamento, dicendo: "Desidero di essere sepolto con la massima semplicità. Sulla mia tomba sia iscritto soltanto il mio nome con queste parole: Da mihi animas, caetera tolle, l'aspirazione di tutta la mia vita".

Era ed è una frase cara a tanti santi. Don Bosco stesso l'aveva adottata come suo motto. Essa stava e sta ad indicare tutto lo spirito apostolico che animò il nostro Cardinale come ministro di Cristo. Ed è ciò che mise pure in risalto il Card. Eugenio Pacelli, Segretario di Stato del Papa Pio XI, allorquando, l'11 luglio del 1931, inaugurò questo nuovo sarcofago, ove riposano le spoglie mortali del Card. Merry del Val.

4. La sua testimonianza

Nel Vangelo che poco fa è stato proclamato abbiamo ascoltato le parole di Gesù: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto ed il vostro frutto rimanga" (Gv 15, 16).

Noi oggi possiamo ben affermare che il Card. Merry del Val ha corrisposto alla vocazione che Cristo, il Buon Pastore, gli aveva affidato, portando poi molti frutti di bene per la Santa Chiesa e per il mondo intero.

Noi oggi siamo qui per ringraziare il Signore per avercelo dato, per raccogliere la sua preziosa eredità spirituale e per impegnarci a camminare sulla strada che egli ha tracciato: la strada di un servizio generoso alla Santa Chiesa di Cristo!


*L'Osservatore Romano 8.11.2003 p.4

 

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