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SOLENNITÀ DEL SS.MO CORPO E SANGUE DI CRISTO

SANTA MESSA E PROCESSIONE EUCARISTICA
ALLA CATTEDRALE DI CZESTOCHOWA

OMELIA DELL'ARCIVESCOVO LEONARDO SANDRI

Giovedì, 10 giugno 2004

 

 

1. Desidero innanzitutto esprimere la mia gioia intensa e profonda per essere oggi qui, con tutti voi, presso la Casa della Madre della Polonia, la Madonna di Jasna Góra. Sono molto lieto di trovarmi insieme con voi in questo famoso Santuario mariano per celebrare la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, suo adorato Figlio, rimasto per sempre presente in mezzo ai suoi discepoli, finché continua la figura di questo mondo, sotto le sacre specie del pane e del vino:  con il suo corpo, il suo sangue e la sua divinità.

Ringrazio, perciò, e saluto cordialmente l'Arcivescovo Stanislaw Nowak: l'invito che ha voluto cortesemente rivolgermi mi permette di conoscere da vicino il tesoro più prezioso della vostra Patria:  il Santuario di Czestochowa! Tante volte mi sono domandato, pensando a voi cari amici polacchi, da dove viene la straordinaria forza del vostro popolo, che durante la sua lunga ed esaltante storia ha attraversato tante difficoltà, tante avversità. Penso in modo particolare ai tempi recenti, quando la libertà della vostra gente, soprattutto quella di professarsi apertamente e pubblicamente cristiani e cattolici, è stata ferita e, a volte perfino negata, in nome di un regime ateo e perciò contrario alla natura dell'uomo.

La vostra storia e la realtà della vostra vita testimoniano che qui, presso Jasna Góra, si trova la spiegazione ultima e più vera della vostra vittoria lungo questi percorsi storici di prova, felicemente superati dalla vostra cara Nazione:  Gesù Cristo e Sua Madre Santissima di Jasna Góra!

2. Perciò si può ben comprendere con quale gioia mi trovo oggi qui, in questo splendido Santuario, per lodare con voi il Signore, guidati dalle mani di Maria Santissima, e per riaffermare quel senso di felice appartenenza alla Chiesa, nel sottometterci al soave dominio del Redentore dell'uomo. No, non soltanto lo adoriamo e ci mettiamo in ginocchio davanti a lui quando siamo avvolti dal silenzio dei Tabernacoli, nella quiete accogliente dei Santuari e delle Chiese. Accanto e oltre a tutto ciò, vogliamo accogliere nella fede e testimoniare con franchezza la Sua presenza, la Sua parola, la Sua guida anche nelle città, davanti a tutti gli uomini, nelle vie pubbliche, in mezzo alle piazze del mondo, nella storia di ciascuno di noi.

È questo, infatti, il significato della Celebrazione Eucaristica e della solenne processione del Corpus Domini che viviamo oggi. Dal Tabernacolo la presenza di Cristo si allarga alle città, alle strade, agli ospedali, alle scuole, in tutti i luoghi di incontro e di lavoro della nostra società, mentre noi credenti proclamiamo che solo Lui può dare senso alla vita dell'uomo, alle sue attività, alle sue istituzioni politiche e sociali.

Nel contesto luminoso e gioioso di questa liturgia, sono lieto di portarvi il saluto e la benedizione del Santo Padre Giovanni Paolo II. Egli, che tante volte ha pregato qui la Madonna del cielo, è spiritualmente presente in mezzo a noi:  con la Sua profonda devozione verso la Madre amata di Jasna Góra, con il Suo amore verso Gesù Eucaristico, con l'affetto inteso e vivo verso la sua Patria e verso i suoi concittadini. Egli celebra oggi a Roma nella Sua Cattedrale di San Giovanni in Laterano la Solennità del Corpo e Sangue del Signore, in comunione con la Chiesa intera. Al termine della Santa Messa partirà insieme con i fedeli da San Giovanni in Laterano e, portando Gesù Eucaristico nell'ostensorio, giungerà fino alla Basilica Mariana più antica del mondo cristiano:  Santa Maria Maggiore.

La nostra assemblea si trova dunque in questo momento in sintonia quasi simultanea con il Papa, facendo memoria anche del 25° anniversario del primo Viaggio Apostolico che, come Papa, egli ha compiuto nella Sua Patria. A lui vanno in questo momento la nostra venerazione ed il nostro amore, accompagnati dalla nostra speciale preghiera per tutte le sue intenzioni, per tutti i suoi progetti e per quella speciale missione affidatagli da Dio, che lo porta a prendere su di sé le ansie e le attese, le gioie e le pene, le sofferenze e le speranze del mondo intero.

3. L'odierna liturgia ci ripresenta ancora una volta il grande mistero che stiamo celebrando. Abbiamo ascoltato le parole di san Paolo, il quale ricorda a tutti noi il comando affidato da Cristo ai suoi Apostoli durante l'Ultima Cena:  "Fate questo in memoria di me" (1 Cor 11, 24-25). L'Eucaristia è il "memoriale" che perpetua nei secoli il sacrificio redentore di Cristo. Siamo anche noi invitati a partecipare al Sacrificio di Cristo che si rinnova ogni giorno sull'altare, per accogliere il dono della salvezza e farlo fruttificare nella nostra vita.

Nel racconto evangelico di san Luca ci è stato ripresentato il grande "segno" della moltiplicazione dei pani. Quel miracolo straordinario, operato da Gesù per sfamare la folla (cfr Lc 9, 16-17), preannuncia un altro cibo e un'altra bevanda. Gesù nutre l'intera umanità offrendoci il suo stesso Corpo e il suo stesso Sangue, per donare all'uomo la vita stessa di Dio.

Attraverso il mistero dell'Eucaristia, Gesù prolunga dunque in tutti i tempi e in tutti i luoghi l'offerta di se stesso per la redenzione del mondo. Egli continua a nutrire l'umanità affamata ed assetata di Dio, mediante il Sacrificio Eucaristico prefigurato dall'offerta del pane e del vino fatta da Melchisedek (cfr Gen 14, 18-20). Attraverso questi segni sacramentali Cristo continua ad essere presente nella Chiesa ed ad estendere il suo Regno di amore e di pace sull'intera umanità, anzi su tutto il creato. Con la solenne processione che tra poco vivremo insieme, vogliamo esprimere proprio questa nostra fede e questo nostro amore verso il Signore presente in mezzo a noi. Vogliamo riconoscere noi per primi e indicare a tutti i  nostri  fratelli,  che  sotto  l'umile segno dell'Ostia consacrata si mostra a noi Cristo stesso, unico Salvatore del mondo.

A questo atteggiamento di fede e di amore verso Gesù, realmente presente in mezzo a noi, ci invita la Vergine Maria, che il Papa non ha temuto di definire "Donna eucaristica" (cfr Lettera Enciclica Ecclesia de Eucharistia, n. 53). Infatti ""nel memoriale" del Calvario è presente tutto ciò che Cristo ha compiuto nella sua passione e nella sua morte. Pertanto non marca ciò che Cristo ha compiuto anche verso la Madre a nostro favore. A lei infatti consegna il discepolo prediletto e, in lui, consegna ciascuno di noi:  "Ecco tuo figlio!".

Ugualmente dice anche a ciascuno di noi:  "Ecco tua madre;!" (cfr Gv 19, 26-27). Vivere nell'Eucaristia il memoriale della morte di Cristo implica anche ricevere continuamente questo dono. Significa prendere con noi - sull'esempio di Giovanni - colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa assumere al tempo stesso l'impegno di conformarci a Crisito, mettendoci alla scuola della Madre e lasciandoci  accompagnare  da  lei"  (ibidem, n. 57).

4. Disponiamoci dunque a partecipare a questa Eucaristia e a vivere la processione del Corpus Domini accogliendo Cristo nella nostra vita con gli stessi sentimenti della Vergine Maria. Seguiamo l'esempio di disponibilità alla volontà di Dio offerto da Maria, lasciamo che sia lei ad accompagnarci in questo percorso di fede e di amore verso Cristo in mezzo alle strade del mondo e, soprattutto, disponiamoci ad ascoltare l'invito che continua a rivolgere a tutti noi, discepoli del suo Figlio "fate quello che vi dirà" (Gv 2, 5).

Vergine Santa, Regina della Polonia, Madre della Chiesa, aiutaci ad essere autentici discepoli del tuo Figlio Gesù, insegnaci ad accogliere la sua parola nella nostra vita e a testimoniare il suo Vangelo di salvezza in mezzo ai nostri fratelli. Signora di Jasna Góra, prega per tutti noi! Amen.

   

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