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INTERVENTO DEL CAPO DELEGAZIONE DELLA SANTA SEDE
AL VI COMITATO DELLA 62a SESSIONE DELL’ASSEMBLEA GENERALE
DELLE NAZIONI UNITE SULLO STATO DI DIRITTO

DISCORSO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE

New York
Venerdì, 26 ottobre 2007

 

Signor Presidente,

i valori della pace, dello sviluppo e dei diritti umani che si rafforzano reciprocamente sono i principi guida e al contempo l'obiettivo di questa Organizzazione. La loro efficace promozione è garantita da un corretto perfezionamento dello stato di diritto. È lo stato di diritto a creare i meccanismi di promozione della giustizia e della pace, di garanzia della prevedibilità e della sicurezza necessarie per l'instaurazione di una economia stabile, e a tutelare la dignità di ogni persona indipendentemente dal suo status sociale, economico o politico.

In una società sempre più globalizzata in cui persone di diverse culture si incontrano più spesso, la migrazione si verifica su scala mondiale e il commercio internazionale promuove uno sviluppo globale, regolare i rapporti fra gli Stati è della massima importanza per garantire una coesistenza pacifica.

A livello internazionale, lo stato di diritto garantisce il rispetto anche delle nazioni più piccole. Tutela l'abilità di tutti gli Stati a dare voce ai loro legittimi interessi come pari in un forum di pari. La sua esistenza impedisce alle nazioni potenti di dominare su quelle più deboli. Questi principi sono molto rilevanti per la riforma permanente del Consiglio di Sicurezza e la rivitalizzazione dell'Assemblea Generale.

Il ruolo delle Nazioni Unite nella creazione e nel perfezionamento dei trattati internazionali è vitale. Garantendo che i principi di libero consenso, buona fede e pacta sunt servanda siano rispettati, questa Organizzazione garantisce che i rapporti fra gli Stati siano regolati da trattati internazionali applicabili e governati da ragione, giustizia e corretti negoziati piuttosto che dalla paura, dalla forza e dalla manipolazione.

Nel far rispettare questi trattati, l'Organizzazione delle Nazioni Unite deve essere arbitro neutrale e deve rispettare l'intento e il desiderio di contrattazione delle parti. Un sistema di trattati che diviene opaco e inaffidabile per gli Stati corre il rischio di minare le basi dello stato di diritto e di sminuire la credibilità e la legittimità dell'Organizzazione quale promotrice e garante del diritto internazionale.
Certamente, gli Stati hanno il dovere primario di garantire il rispetto dei trattati. Un rafforzamento e un'osservanza selettivi dei trattati sono antitetici allo stato di diritto. Sarebbe insensato pretendere l'osservanza dello stato di diritto a livello nazionale senza rispettare i trattati internazionali e il diritto internazionale.

Inoltre, i benefici e il valore della fedele osservanza dei trattati vanno oltre lo stato di diritto. Il rispetto dei trattati è anche una misura eccellente di edificazione della fiducia, poiché la promuove fra le parti. Ciò è particolarmente vero nel settore del disarmo in cui la paura del non rispetto del trattato da parte anche di un solo Stato paralizza il programma di disarmo e di non proliferazione.

Infatti, è più facile far onorare agli altri i loro impegni se si onorano i propri. Tuttavia, non tutti gli Stati hanno la capacità tecnica di adempiere ai propri doveri internazionali. Esiste un divario sempre più profondo fra lo sviluppo del diritto internazionale e la capacità dei singoli Stati di incorporarlo in una legislazione nazionale e di metterlo in pratica. Quindi, l'assistenza tecnica a questi Paesi è della massima importanza per l'osservanza del diritto e dei trattati internazionali. A questo fine osserviamo con interesse la creazione di un "Gruppo coordinamento e risorse per lo stato di diritto" e siamo ansiosi di seguire il suo operato di promozione dello stato di diritto.

Signor Presidente,

la lotta al terrorismo è necessaria, ma, al contempo, deve passare attraverso l'elaborazione, l'adozione e il rafforzamento efficace degli strumenti giuridici volti a contrastare questa violenta minaccia, sebbene, a volte, lo stato di diritto sia difficile da applicare ai terroristi che hanno poco o nessun rispetto per la legge. Tuttavia, gli Stati non devono adottare misure antitetiche ai principi autentici che conferiscono loro legittimità attraverso lo stato di diritto.

In questi ultimi anni si è prestata molta attenzione allo stato di diritto a tutti i livelli. Sebbene tale attenzione non sia stata sempre accompagnata dall'azione, si sono compiuti alcuni progressi, in particolare nell'area della giustizia a livello internazionale. Gli individui e i popoli i cui diritti sono stati violati, come nel caso di crimini contro l'umanità, hanno avuto accesso a un sistema giudiziario che serve la verità e bandisce la paura, la vendetta, l'impunità e l'ineguaglianza di fronte alla legge.

Su questa stessa scia altri progressi sono stati compiuti nel World Summit Outcome Document per mezzo del quale, fra l'altro, tutti gli Stati membri hanno affermato la responsabilità internazionale collettiva di proteggere le popolazioni da genocidi, crimini di guerra, pulizia etnica e crimini contro l'umanità, e la loro disponibilità a intraprendere azioni tempestive e decisive a questo scopo attraverso il Consiglio di Sicurezza, qualora i mezzi pacifici si dimostrassero inadeguati e le autorità nazionali fallissero in modo evidente nel farlo. La mia Delegazione ritiene che sia necessario proseguire il dibattito e la codificazione giuridica lungo questa stessa linea, secondo la quale la sovranità non è intesa come un diritto assoluto e utilizzata come scudo contro l'impegno esterno, ma come una responsabilità non solo di proteggere i cittadini, ma anche di promuovere il loro benessere. Attraverso l'elaborazione di norme legali, l'arbitrato di dispute legali e l'istituzione di salvaguardie, in particolare quando gli Stati falliscono nella loro responsabilità di protezione, le Nazioni Unite sono chiamate a essere forum propulsivo per lo stato di diritto in tutti gli angoli del globo.

Grazie, signor Presidente.

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