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29ª SESSIONE DELLA CONFERENZA REGIONALE
DELLA FAO PER IL VICINO ORIENTE

INTERVENTO DI MONS. RENATO VOLANTE*

Cairo, Egitto
1° - 5 Marzo 2008

 

Signor Presidente,

1. Innanzitutto desidero ringraziarla per l'opportunità offertami di intervenire in questa 29ª sessione della Conferenza Regionale della Fao per il Vicino Oriente. Tramite lei, Signor Ministro, desidero esprimere anche la mia gratitudine al Governo della Repubblica Araba di Egitto per la calorosa ospitalità riservata a questo incontro, organizzato per riflettere sulla situazione alimentare e agricola in questa regione e per offrire indicazioni specifiche per affrontare le sue emergenti necessità.

La Santa Sede, come sapete, presta particolare attenzione a quelle iniziative, promosse a livello internazionale, che tentano di risolvere situazioni di fame, carenza alimentare, malnutrizione, in particolare quando in alcune aree del pianeta questi bisogni aumentano. Per questo motivo, la Santa Sede offre la possibilità di riflettere sui dati presi in considerazione da questa Conferenza dal punto di vista etico, come è proprio della sua natura e della sua missione.

Questi dati attestano gli sforzi compiuti finora dalla Fao e dai Governi per contribuire efficacemente all'aumento della produzione agricola, alla tutela delle risorse naturali, all'attuazione delle politiche agricole a all'offerta di interventi efficaci e sempre più risolutivi a lungo termine. Tuttavia, l'ordine del giorno di questo incontro ci ricorda che la sicurezza alimentare è il risultato di un impegno speciale volto a elaborare misure più adeguate per attuare, con efficacia e coerenza, programmi che offrono o migliorano il diritto fondamentale di ogni individuo e di ogni comunità a essere liberi dalla fame. Si tratta di uno sforzo che è insito nel rispetto della dignità dei più vulnerabili e svantaggiati e per questo motivo non può lasciarci indifferenti.

2. La cultura nella regione del Vicino Oriente è caratterizzata da un forte senso di condivisione che ci porta a considerare la necessità di intervenire in quelle situazioni in cui a una gran parte della popolazione viene impedito un pieno sviluppo. Infatti, dobbiamo riconoscere la posizione centrale dell'essere umano nella società e nei processi decisionali e non possiamo dimenticare che lo sviluppo rurale è senza dubbio uno dei metodi per superare queste situazioni. Tuttavia, proprio come indica la Fao, l'attività agricola e la produzione alimentare devono essere affiancate da scelte precise, da politiche nazionali e internazionali appropriate e da orientamenti operativi tecnicamente sostenuti. Combinare il sapere e la pratica tradizionali con le moderne cognizioni tecniche come risultato del progresso tecnico e scientifico è senza dubbio una sfida per i Paesi di questa regione.

Tuttavia, non può nemmeno determinare situazioni differenti o limitare le possibilità di chiunque.
L'impegno di questa Conferenza per individuare gli strumenti volti a offrire uno sviluppo a lungo termine, può conferire ulteriore slancio a tali obiettivi. Significa permettere uno sviluppo nei settori dell'agricoltura, dell'industria ittica, della silvicoltura e della zootecnia per offrire reddito e una disponibilità alimentare sostenibile.

Non possiamo prestare attenzione al lungo termine senza menzionare l'impegno generale della comunità internazionale e in particolare della FAO nel conseguire i risultati già fissati dal Vertice Alimentare Mondiale e confermati dai Millennium Development Goals per ridurre il numero di persone che soffrono la fame entro il 2015.

La situazione della sicurezza alimentare nella regione è preoccupante perfino in presenza di uno sviluppo generale anche per quanto riguarda la disponibilità alimentare destinata alla nutrizione delle persone. La carenza idrica, oltre a condizionare la produzione agricola, influenza negativamente il livello di vita, creando un evidente contrasto fra le potenzialità reali e la volontà di prendere le misure necessarie per garantire non solo i giusti livelli nutrizionali e consumi alimentari, ma, in senso lato, anche buone condizioni sociali e sanitarie, in particolare nelle aree a rischio naturale di desertificazione.

Ciò potrebbe significare prestare maggiore attenzione ai piccoli agricoltori, spesso trascurati dalle istituzioni e dalle attività di cooperazione. Parimenti, alcune condizioni ambientali, fattori indotti dall'uomo e malattie degli animali obbligano le popolazioni nomadi a sradicarsi dal loro habitat e le costringono a una produzione alimentare e a uno stile di vita differente dalle loro tradizioni.

Signor Presidente,

3. Quello della Delegazione della Santa Sede è un invito a concentrarsi sui risultati ottenuti durante la Conferenza in una prospettiva che coinvolga l'essere umano nella sua totalità, richiamando quei valori fondamentali di storia, culture differenti, esperienze religiose e vita sociale della regione del Vicino Oriente. Questi aspetti esprimono semplicemente concetti di giustizia e solidarietà che vanno messi in pratica in politica, nelle leggi e nelle azioni volte a combattere la povertà in tutte le sue dimensioni spirituali e materiali. Tuttavia, è anche necessario non legare la povertà e l'insicurezza alimentare a mere situazioni tecniche che, sebbene importanti, potrebbero perfino limitare la cooperazione e l'assistenza.

Questo è il desiderio che vi esprimo, consapevole delle difficoltà, ma anche fiducioso nelle capacità di tutte quelle forze vive impegnate quotidianamente nell'esercizio delle loro funzioni e responsabilità.
Grazie.


*L’Osservatore Romano, 10-11.3.2008, p.2.

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