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INTERVENTO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI,
SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI,
ALLA 52ª SESSIONE DELLA CONFERENZA GENERALE
 DELL'AGENZIA INTERNAZIONALE
PER L'ENERGIA ATOMICA [AIEA]*

Vienna
Lunedì 29 settembre 2008

 

Signor presidente,

Ho l'onore di trasmettere a Lei, al Direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, dottor Mohamed ElBaradei, e a tutti gli insigni partecipanti a questa 52ª Conferenza generale dell'AIEA i migliori auspici e i saluti cordiali di Sua Santità, Papa Benedetto XVI. Nel suo Messaggio in occasione della Giornata mondiale per la pace del 2008 il Santo Padre ha invitato: "Ogni uomo e ogni donna a prendere più lucida consapevolezza della comune appartenenza all'unica famiglia umana e a impegnarsi perché la convivenza sulla terra rispecchi sempre di più questa convinzione da cui dipende l'instaurazione di una pace vera e duratura" (15).

Questa "lucida consapevolezza della comune appartenenza all'unica famiglia umana", riconoscimento dell'unità della famiglia umana, e l'attenzione per l'innata dignità di ogni uomo e di ogni donna ricevono oggi rinnovata enfasi dal principio della responsabilità di proteggere. Ciò è stato implicitamente presente alle origini non solo delle Nazioni Unite, ma anche dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, e sta diventando sempre più caratteristico dell'attività alla base di queste organizzazioni internazionali. L'enfasi posta dal Papa su "questa lucida consapevolezza della comune appartenenza all'unica famiglia umana" e la responsabilità che ciò comporta costituiscono anche il messaggio che la mia delegazione desidera trasmettere a questa 52° Conferenza Generale.

Signor presidente,

durante la sessione dello scorso anno della Conferenza generale dell'Agenzia, la Santa Sede ha sottolineato che "nei difficili crocevia in cui si trova oggi l'umanità, crocevia caratterizzati da una sempre maggiore interdipendenza a livello economico, politico, sociale e ambientale, l'uso della forza non rappresenta più una soluzione sostenibile nel tempo: alimenta una reciproca diffidenza e fa riferimento a un senso distorto di priorità, che fanno un uso miope di enormi risorse [...] È necessario ridefinire le priorità e le gerarchie di valori sulla base dei quali si può concentrare uno sforzo comune per mobilitare risorse verso obiettivi di sviluppo morale, culturale ed economico. Per promuovere questa prospettiva, è indispensabile favorire un serio multilateralismo basato su un rinnovato senso collettivo di sicurezza in grado di creare un autentico clima di pace e di fiducia che riconosca che lo sviluppo, la solidarietà e la giustizia non sono altro che il nome autentico della pace, di una pace duratura nel tempo e nello spazio".

L'AIEA è un'importante organizzazione che opera per tutelare e promuovere la vita in una delle aree più importanti dell'operato umano: l'uso pacifico dell'energia nucleare. La storia più che cinquantenaria dell'Agenzia attesta la necessità urgente nel mondo di oggi di lavorare insieme per l'unica famiglia umana al fine di affrontare costruttivamente un ambito della vita dell'uomo che è divenuto complesso e multidimensionale. Affrontare queste pressanti questioni relative all'uso pacifico della tecnologia nucleare offre possibilità positive o negative che le precedenti generazioni non hanno dovuto considerare.

Per questo il nostro primo obbligo è di lavorare insieme, di condividere le nostre conoscenze, di creare un consenso comune attraverso lo sforzo e l'impegno comuni. Quindi, la caratteristica predominante che deve pervadere l'opera svolta dall'AIEA nelle tre aree del suo mandato, ossia tecnologia, sicurezza e verifica, dovrebbe essere sempre quella di unire e associare, non di dividere e opporre. Questa caratteristica deriva dallo spirito per cui è nata l'AIEA, il cosiddetto "spirito di Vienna". La stessa caratteristica è rafforzata dalle esigenze che il contenuto delle nostre conoscenze ci pone.

Un primo livello di questo "obbligo di lavorare insieme" è lavorare insieme per l'incolumità e la sicurezza in campo nucleare. La Santa Sede sostiene tutti gli sforzi volti a rafforzare sia l'efficacia sia l'efficienza del sistema di salvaguardia dell'AIEA così come l'elaborazione e la realizzazione attraverso l'Agenzia di un efficace regime di sicurezza mondiale, basato su convenzioni, norme e assistenza. La Santa Sede desidera che tutti gli Stati lavorino insieme per essere parte di questi strumenti che hanno l'obiettivo principale di promuovere l'incolumità e la sicurezza in campo nucleare, garantire la non diversione di materiale nucleare e l'assenza di attività nucleari non dichiarate. Questi strumenti contribuiranno non solo alla lotta contro il terrorismo nucleare, ma anche alla realizzazione concreta di una cultura della vita e della pace in grado di promuovere in modo efficace lo sviluppo integrale dei popoli. Ciò è politicamente possibile.

Un secondo livello dell'"obbligo di lavorare insieme" è lavorare insieme per l'uso di una tecnologia nucleare pacifica e sicura, che rispetti l'ambiente e tenga sempre presente le popolazioni più svantaggiate. Una caratteristica particolare dell'era in cui viviamo è il fenomeno della globalizzazione; strettamente legato a esso è l'interesse che dobbiamo nutrire per il bene delle persone in generale, per il benessere della società, per ciò che tradizionalmente definiamo il "bene comune". Per l'AIEA ciò significherà lavorare insieme per contribuire non solo a uno specifico progetto o a un certo governo o agenzia, ma, soprattutto, al bene di tutti. Quindi, il valore di un progetto sarà misurato dall'impatto che avrà sui valori culturali e umani e dal benessere economico e sociale di un popolo o di una nazione. La promozione del bene comune richiede rispetto per le culture delle nazioni e dei popoli e un senso di solidarietà di tutti i popoli sotto la guida di un Padre comune.

In questo senso il Programma di cooperazione tecnica dell'AIEA è uno strumento efficace che si prefigge lo scopo di uno sviluppo nucleare pacifico ed è un esempio di cosa si può ottenere quando ci uniamo. La Santa Sede desidera cogliere questa occasione per reiterare il suo apprezzamento per l'opera e i risultati della cooperazione tecnica dell'AIEA, in particolare nei campi dell'agricoltura, dell'idrologia, della sicurezza alimentare e della medicina, e per incoraggiare l'AIEA a proseguire e a rafforzare queste attività. Un'altra area di interesse è l'accesso all'acqua potabile. L'urgenza di trovare una soluzione a questo problema mondiale, a cui l'AIEA può contribuire nel suo modo specifico, non dovrebbe essere sottovalutata perché è il prerequisito di qualsiasi sviluppo sostenibile. Infatti, è sempre più evidente che le politiche di sviluppo richiedono un'autentica cooperazione internazionale, condotta secondo decisioni prese congiuntamente e nel contesto di una visione universale che consideri il bene della famiglia umana sia nell'attuale generazione sia nelle prossime.

Un terzo livello dell'"obbligo di lavorare insieme" è lavorare insieme per il disarmo nucleare. Poiché il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), pietra d'angolo del regime mondiale di non proliferazione nucleare, è la base del perseguimento del disarmo nucleare e un elemento importante per un ulteriore sviluppo delle applicazioni dell'energia nucleare a scopi pacifici, non si deve permettere un suo indebolimento.

L'umanità merita la piena cooperazione di tutti gli Stati in questa importante questione. A tale proposito, Papa Benedetto XVI ha scritto nel suo Messaggio in occasione della Giornata mondiale della pace 2008:  "L'umanità vive oggi, purtroppo, grandi divisioni e forti conflitti, che gettano ombre cupe sul suo futuro. Vaste aree del pianete sono coinvolte in tensioni crescenti, mentre il pericolo che si moltiplichino i Paesi detentori dell'arma nucleare suscita motivate apprensioni in ogni persona responsabile... Su un piano più generale, si deve registrare con rammarico l'aumento del numero di Stati coinvolti nella corsa agli armamenti... È veramente necessaria in tempi tanto difficili la mobilitazione di tutte le persone di buona volontà per trovare concreti accordi in vista di un'efficace smilitarizzazione, soprattutto nel campo delle armi nucleari" (n. 14). Per questi motivi, la Santa Sede sollecita e incoraggia coloro che detengono l'autorità a unirsi per riprendere con grande determinazione uno smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistenti. La Santa Sede lancia questo appello anche a nome di quanti sono preoccupati per il futuro dell'umanità.

Inoltre, la sicurezza globale non deve basarsi sulle armi nucleari. La Santa Sede considera il Trattato sull'interdizione globale degli esperimenti nucleari (CTBT) uno strumento importante per raggiungere questo obiettivo, per non parlare della sua potenziale applicazione in ambito civile e scientifico mediante il suo sistema di monitoraggio internazionale. Mi onoro che il nome della Santa Sede, nonché il mio, siano sulla lista dei Paesi che sostengono la Dichiarazione ministeriale della iv Conferenza ministeriale del CTBT. La Santa Sede è convinta del fatto che, nel lavorare insieme, la firma, la ratifica e l'entrata in vigore del Trattato rappresenteranno un enorme passo in avanti per il futuro dell'umanità e per la tutela della terra e dell'ambiente che il Creatore ha affidato alla nostra cura.

Nella sua Lettera Enciclica, Spe salvi, Papa Benedetto XVI ha indicato che "la sempre nuova faticosa ricerca di retti ordinamenti per le cose umane è compito di ogni generazione" (25). Per i cristiani, questo compito è motivato dalla speranza tratta dall'opera salvifica di Gesù Cristo. Per questo la Santa Sede, approvando pienamente gli obiettivi dell'AIEA, è membro di questa organizzazione fin dalla sua fondazione e continua a sostenere il suo mandato di "accelerare e ampliare il contributo dell'energia atomica alla pace, alla salute e alla prosperità in tutto il mondo" (Statuto dell'AIEA, art. 2). La Chiesa cattolica e la Santa Sede continueranno a seguire tutto ciò con attenzione e con grande interesse, vedendo nell'attività dell'AIEA un esempio di come questioni e conflitti relativi alla comunità mondiale possono essere soggetti a un ordinamento comune quando tutti lavoriamo insieme.

Signor presidente, il mio auspicio conclusivo è che l'AIEA e i suoi Stati membri si adoperino "per far sì che la coesistenza umana rifletta sempre più la lucida consapevolezza della comune appartenenza all'unica famiglia umana", rinnovando quindi il loro impegno per realizzare il sogno e la visione di "atomi per la pace" in favore della sicurezza, dello sviluppo e del benessere dell'unica famiglia umana.

Grazie, Signor presidente.


*L'Osservatore Romano 4.10.2008, p.2.

 

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