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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE ALLA
42ª SESSIONE DELLA COMMISSIONE
SU POPOLAZIONE E SVILUPPO

DISCORSO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE*

New York
Mercoledì, 1° aprile 2009


 

Presidente,

la mia delegazione coglie questa opportunità per esprimere a Lei e al Bureau i migliori auspici per una sessione proficua e attende con ansia di lavorare con gli altri membri per individuare strumenti per garantire che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio continuino a ricevere attenzione e dedizione adeguate.

Leggendo i documenti preparatori di questa sessione della Commissione non si è potuto non osservare che le popolazioni sono considerate ostacoli a un maggiore sviluppo economico e sociale e non elementi in grado di contribuire in modo vitale al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e di un maggiore sviluppo sostenibile. Insieme agli interventi preparatori di alcune Ong, questi documenti suscitano l'impressione che l'istituzione stessa che, quindici anni fa, lanciò gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dia priorità al controllo demografico e cerchi di far sì che i poveri accettino ciò invece di concentrarsi principalmente sui propri impegni in favore dell'educazione, della sanità di base, dell'accesso alle risorse idriche, dell'igiene e dell'impiego.

Prima della Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo, molti demografi e politici affermarono, allarmati, che l'aumento della popolazione mondiale sarebbe stato un fardello eccessivo per il mondo con conseguenze spaventose, fra cui carestie, morti di massa, distruzione ambientale e conflitti per le risorse. Ora, quindici anni dopo, la crescita demografica ha cominciato a diminuire, la produzione alimentare continua ad aumentare al punto da poter sostenere una popolazione globale maggiore e da poter essere addirittura utilizzata per la produzione di carburante. È quasi ironico che la distruzione ambientale venga perpetrata soprattutto da Stati con i più bassi tassi di crescita demografica e che i Paesi sviluppati appoggino l'aumento della propria popolazione e al contempo, lavorino per ridurla nei Paesi in via di sviluppo.

Inoltre, gli esperti hanno evidenziato che l'aumento dei tassi di crescita demografica in Africa negli ultimi decenni diminuisce il rapporto di dipendenza dagli anziani e offre alla popolazione una forza di lavoro efficiente e in grado di offrire a quel continente un vantaggio senza precedenti in termini economici sulle regioni nelle quali, invece, l'invecchiamento della popolazione provoca crescenti sfide economiche.

Per sfruttare quest'opportunità, per l'Africa, e in definitiva per tutto il mondo, bisogna impegnarsi di più per offrire assistenza economica e investimenti in capitale umano e in infrastrutture a sostegno della crescita economica. Di conseguenza, ulteriori programmi di finanziamento incentrati sul controllo demografico piuttosto che sulla promozione di un ambiente adatto allo sviluppo rallenteranno, piuttosto che accelerare, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

La stabilizzazione della popolazione e la necessità di promuovere lo sviluppo sono questioni importanti. La Santa Sede continua a credere che il modo appropriato di occuparsi dello sviluppo globale dovrebbe concentrarsi su programmi e valori che sostengano lo sviluppo sociale e personale. L'accesso all'educazione, le opportunità economiche, la stabilità politica, l'assistenza sanitaria di base e il sostegno alla famiglia devono rimanere la base per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

Nel corso della storia, queste priorità sono state il fondamento della crescita economica e sociale e hanno accompagnato una genitorialità più responsabile.

Gli uffici della Santa Sede e i membri delle comunità religiose continuano a occuparsi in prima linea della crescente povertà globale, dei diritti umani e dello sviluppo. Grazie alla presenza costante e all'enfasi posta sulla necessità di offrire educazione qualitativamente elevata e accessibile, assistenza sanitaria, accesso al cibo e rispetto per tutti i diritti umani, la Santa Sede e le sue varie organizzazioni dimostrano che la sollecitudine per i poveri, accanto alla riduzione generale della povertà, è un modello di approccio allo sviluppo incentrato sull'uomo.

La mia delegazione ribadisce le sue riserve espresse in occasione delle Conferenze del Cairo e di Pechino e riafferma con vigore che l'aborto non è una forma legittima di salute sessuale e riproduttiva né dei diritti o servizi sessuali e riproduttivi. Parimenti auspica che le organizzazioni internazionali e chi prende le decisioni politiche mantengano o, dove necessario, imprimano un nuovo orientamento agli sforzi pubblici per una modalità di raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che sia incentrata sull'uomo.


*L’Osservatore Romano, 5.4.2009 p.2.

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