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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE ALLA VI CONFERENZA
DEL TRATTATO DI NON PROLIFERAZIONE
DELLE ARMI NUCLEARI (CTBT)

INTERVENTO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI,
SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI
DELLA SANTA SEDE*

Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite - New York
Giovedì, 24 settembre 2009

 
 
Signori co-Presidenti,
Signor Segretario Esecutivo,
Signore e Signori partecipanti,

Sono lieto di trasmettervi il saluto di Sua Santità il Papa Benedetto XVI, il quale mi ha incaricato di assicurarvi che segue con attenzione il dibattito sul disarmo e sulla non proliferazione nucleare, attribuendo ad esso particolare rilevanza. Infatti, si tratta di questioni essenziali nel promuovere una cultura della pace, fondata sul primato del diritto e del bene comune.

Come sottolineò la Santa Sede nel ratificare il Trattato di interdizione globale degli esperimenti nucleari (CTBT) nel 2001, "all'inizio del terzo millennio, l'implementazione di un sistema di disarmo generalizzato e completo, capace di favorire un clima di fiducia, collaborazione e rispetto tra tutti gli Stati, rappresenta una parte costitutiva della reale attuazione della cultura della vita e della pace" (Dichiarazione allegata allo strumento di ratifica del CTBT, 18 luglio 2001).

Signori co-Presidenti,
La pace è un edificio in continua costruzione. Il contributo che il CTBT può fornire nel renderne più robuste le fondamenta è evidente: gli esperimenti nucleari sono, infatti, espressione di una "cultura del conflitto e della morte", che non mette a rischio solo la pace, ma l'esistenza stessa della famiglia umana. Non è più convincente giustificare tali esperimenti con il proposito di sviluppare armi nucleari "intelligenti", a causa dei rischi che detti esperimenti pongono al regime di non proliferazione nucleare, come pure dei danni incontrollati e irreversibili che tali armi - anche se "intelligenti" - producono.

Nella sua ultima Enciclica Caritas in veritate, Papa Benedetto XVI afferma che "senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali" (Caritas in veritate, n. 5).

Questa riflessione si applica in maniera illuminante alla materia che tratta la nostra Conferenza, particolarmente per quanto riguarda la responsabilità che incombe sulla comunità internazionale di bandire gli esperimenti nucleari e di promuovere con fermezza ed efficacia il disarmo nucleare.

In tale quadro, l'entrata in vigore del CTBT potrà non solo dare una risposta significativa ai rischi di proliferazione nucleare ed alla minaccia del terrorismo nucleare, ma darà anche impulso al disarmo nucleare. Inoltre, l'entrata in vigore del CTBT favorirà una migliore risposta ad alcune catastrofi naturali, grazie alla sua potenziale applicazione quale strumento di "early warning" in ambito civile e scientifico, in forza del sistema di monitoraggio internazionale che esso prevede. Si tratta di componenti importanti per la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale.

Per questo, desidero rinnovare l'appello della Santa Sede affinché aderiscano quanto prima al CTBT tutti gli Stati che non lo hanno ancora fatto e soprattutto coloro la cui ratifica è necessaria per l'entrata in vigore del Trattato. L'attuale momento rappresenta per questi ultimi un'occasione speciale per mostrare, di fronte all'intera famiglia umana, una leadership coraggiosa ed un alto senso di responsabilità politica. Dalla Conferenza di Esame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e dal processo di universalizzazione del CTBT, emergeranno indicazioni di rilievo per creare un clima di fiducia che valorizzi il dialogo multilaterale, attraverso una coerente e responsabile cooperazione tra tutti i membri della comunità internazionale.

Grazie, Signori co-Presidenti.


*L’Osservatore Romano, 1.10.2009 p.2.

 

 

 

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