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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
AL CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE,
IN OCCASIONE DELLA 43ª SESSIONE
DELLA COMMISSIONE SU POPOLAZIONE E SVILUPPO,
SUL TEMA: "SALUTE, MORBILITÀ, MORTALITÀ E SVILUPPO"

INTERVENTO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE

New York
Lunedì, 12 aprile 2010

 

Presidente,

dato che la Commissione su Popolazione e Sviluppo (CPD) si riunisce nel mezzo di una crisi economica e finanziaria, faremmo meglio ad ascoltare l'opinione sempre più diffusa fra gli economisti secondo la quale le tendenze demografiche sono parte del problema e non possono essere trascurate come elemento importante della soluzione. La crisi demografica che nel corso di alcuni decenni ha portato i tassi di crescita demografica annuale dal 7% a meno dell'1% in numerose parti del mondo, insieme con l'invecchiamento della popolazione, ha avuto effetti devastanti per l'economia e il governo. La correzione del deficit demografico per mezzo dell'immigrazione costante non sembra risolvere i problemi nemmeno nel breve periodo. Le stesse politiche demografiche che hanno causato il crollo dei tassi di crescita demografica fino a livelli insostenibili devono essere riviste e ridelineate insieme con politiche sociali appropriate per incoraggiare le nascite.

Fra gli argomenti assegnati alla sessione della CPD quest'anno, la sanità globale, la morbilità, la mortalità e lo sviluppo, i documenti preparatori si concentrano principalmente sulla mortalità materna.

Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, ogni anno si verifica circa mezzo milione di decessi materni, per il novantanove per cento nei Paesi in via di sviluppo. Non solo la vita di queste madri finisce in tragedia, ma anche quella dei loro bambini comincia nello scompiglio. Nel periodo immediatamente successivo, la probabilità di sopravvivenza dei loro neonati diminuisce drammaticamente, causa la disgregazione delle loro famiglie e ostacola lo sviluppo locale.

Purtroppo, queste morti sono solo la punta dell'iceberg. Si stima che per ogni decesso, altre trenta donne subiscono danni alla salute di lungo periodo come fistole ostetriche. La devastazione fisica causata dalle fistole le rende ostracizzate e isolate dalla famiglia e dalla società. Provano dolore, umiliazione e se non vengono curate rimangono disabili per tutta la vita. In tutto il mondo forse due milioni di queste povere, giovani madri dimenticate hanno questo problema, per la maggior parte in Africa. Questi decessi di madri e di neonati sono ancor più vergognosi perché sono evitabili e curabili.

Secondo la comunità ostetrica le madri hanno bisogno di cure prenatali essenziali, persone esperte durante tutti i parti e un'assistenza specialistica per complicazioni che possono essere letali. Ciononostante, i programmi per fornire i servizi che garantiscono la sopravvivenza delle madri e dei loro figli sono malamente sottofinanziati. Investimenti nell'educazione e programmi di sviluppo di lungo periodo possono offrire alle comunità i mezzi per migliorare la loro sanità.

Tuttavia, l'emigrazione di individui con conoscenze e capacità mediche dai Paesi in via di sviluppo provoca la perdita di competenza e di persone necessarie a migliorare il sistema sanitario in quei Paesi. Inoltre, i governi devono continuare ad affrontare le urgenti necessità sanitarie dei bambini in tutto il mondo. Solo nel 2008, si sono verificati 243 milioni di casi di malaria che hanno causato più di 800.000 morti. Nello stesso modo, infezioni respiratorie, malattie digestive e derivanti da un'alimentazione inadeguata, che però sarebbero curabili ed evitabili, continuano a essere la causa principale di morte infantile nel mondo in via di sviluppo. Malattie che sono state da tempo debellate nei Paesi industrializzati continuano a devastare bambini nel mondo in via di sviluppo ed è necessaria una solidarietà globale per garantire che i bambini poveri abbiano accesso all'assistenza medica e all'alimentazione di cui hanno bisogno.

Presidente,
nell'estendere a tutti l'assistenza sanitaria, la società civile, incluse le organizzazioni di stampo religioso, deve impegnarsi. In molti angoli del mondo, le cliniche e gli ospedali cattolici continuano a essere in prima linea nell'offrire assistenza sanitaria primaria, in particolare alle persone più emarginate della società. Queste organizzazioni non a scopo di lucro offrono assistenza a quanti la società ha lasciato indietro o per i quali offrire servizi è troppo difficile o toppo pericoloso. Queste organizzazioni vivendo con e fra quanti servono, promuovono la solidarietà nella comunità e contribuiscono a una comprensione unica delle necessità di quest'ultima.

 

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