The Holy See
back up
Search
riga

7ª CONFERENZA DEL CONSIGLIO D'EUROPA
DEI MINISTRI RESPONSABILI PER L'UGUAGLIANZA
TRA DONNE E UOMINI SUL TEMA
"GENDER EQUALITY: BRIDGING
THE GAP BETWEEN DE JURE AND DE FACTO EQUALITY"
[BAKU, 24-25 MAGGIO 2010]

INTERVENTO DI S.E. MONS. CLAUDIO GUGEROTTI, NUNZIO APOSTOLICO IN AZERBAIGIAN

Baku
Martedì
, 25 maggio 2010

 

Presidente,

la Delegazione della Santa Sede desidera innanzitutto porgere un ringraziamento e un apprezzamento speciali al Governo dell'Azerbaijan, per la sua calorosa accoglienza in occasione della VII Conferenza Europea Ministeriale sull'Uguaglianza fra uomini e donne. La delegazione della Santa Sede porge anche i più sentiti ringraziamenti al Consiglio d'Europa e al Comitato Direttivo per l'Uguaglianza che hanno organizzato questa utile conferenza.

Infatti, "colmare il divario fra uguaglianza de jure e uguaglianza de facto" è motivo di interesse per le donne e la Delegazione della Santa Sede esprime la propria soddisfazione nell'osservare che tutte le donne in quest'aula stanno abbracciando il proprio destino. Accoglie positivamente tutti gli uomini che sono qui per ascoltare e che sono pronti a cooperare con le donne. Come ha affermato Papa Benedetto XVI: "Bisogna riconoscere, affermare e difendere l'uguale dignità dell'uomo e della donna: sono ambedue persone, differentemente da ogni altro essere vivente del mondo attorno a loro" (Viaggio Apostolico del Santo Padre Benedetto XVI in Camerun e in Angola, 17-23 marzo 2009, Incontro con i Movimenti Cattolici per la Promozione della Donna, Discorso del Santo Padre Benedetto XVI, Parrocchia di Saint Anthony, Luanda, domenica 22 marzo 2009). La Delegazione della Santa Sede si unisce a tutti coloro che hanno denunciato lo sfruttamento e le ineguaglianze che ancora esistono e colpiscono le donne. Si unisce pienamente alle donne e agli uomini che hanno ricordato il ruolo fondamentale della famiglia quale agente di pace e di educazione.

In questo contesto, la Delegazione della Santa Sede desidera sottolineare due aspetti per promuovere l'uguaglianza.

Il primo è l'educazione delle giovani. Infatti "È scoraggiante osservare come nel mondo di oggi, il semplice fatto di essere donna, piuttosto che uomo, possa ridurre la probabilità di nascere o di poter sopravvivere; può significare ricevere nutrizione e cure sanitarie meno adeguate e può aumentare la possibilità di restare analfabeti e di avere un accesso soltanto limitato, o perfino nullo, all'istruzione primaria" (Discorso del Santo Padre alla Delegazione della Santa Sede in occasione della Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne, 29 agosto 1995).

Il secondo è la specificità della donna: essere riconosciute pari all'uomo implica che le donne sono diverse dagli uomini perché uguali in modo specifico. I loro compiti sono specifici e non dovrebbero essere discriminate quando si tratta di assumere maggiori responsabilità. "Quando le donne hanno la possibilità di trasmettere in pienezza i loro doni all'intera comunità, la stessa modalità con cui la società si comprende e si organizza ne risulta positivamente trasformata, giungendo a riflettere meglio la sostanziale unità della famiglia umana (...) È dunque un benefico processo quello della crescente presenza delle donne nella vita sociale, economica e politica a livello locale, nazionale e internazionale. Le donne hanno pieno diritto di inserirsi attivamente in tutti gli ambiti pubblici e il loro diritto va affermato e protetto" (Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1995).

"In un mondo come l'attuale dominato dalla tecnica, si sente bisogno di questa complementarietà della donna, affinché l'essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto. Si pensi alle terre dove abbonda la povertà, alle regioni devastate dalla guerra, a tante situazioni tragiche risultanti da migrazioni forzate e non. Sono quasi sempre le donne che vi mantengono intatta la dignità umana, difendono la famiglia e tutelano i valori culturali e religiosi" (Viaggio Apostolico, Ibidem)

Quindi, non da ultimo, per promuovere l'uguaglianza della donna, tutte le sue specificità dovrebbero essere riconosciute e apprezzate. "Il riconoscimento del ruolo pubblico delle donne non deve, tuttavia, sminuirne quello insostituibile all'interno della famiglia: qui il loro contributo al bene e al progresso sociale, anche se poco considerato, è di valore veramente inestimabile". (Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1995). "Peraltro, a livello personale, la donna sente la propria dignità non tanto quale risultato dell'affermazione di diritti sul piano giuridico, quanto piuttosto come diretta conseguenza delle attenzioni materiali e spirituali ricevute nel cuore della famiglia. La presenza materna all'interno della famiglia è così importante per la stabilità e la crescita di questa cellula fondamentale della società, che dovrebbe essere riconosciuta, lodata e sostenuta in ogni modo possibile. E, per lo stesso motivo, la società deve richiamare i mariti e i padri alle loro responsabilità riguardo alla propria famiglia" (Viaggio apostolico, ibidem).
Presidente, onorevole assemblea, in conclusione, la Santa Sede sostiene con vigore il potenziamento della vocazione specifica delle donne.
Dio contribuirà a concretizzare tutta la Politica della Vita che è stata generosamente condivisa in quest'aula.

 

top