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32ª CONFERENZA REGIONALE DELLA FAO PER L’AMERICA LATINA E I CARAIBI
[BUENOS AIRES, 26-30 MARZO 2012]

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO LUIGI TRAVAGLINO,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO LA FAO

 

Signor Presidente,

desidero innanzitutto, attraverso di lei, rivolgere un deferente saluto e ringraziamento al Governo argentino per l’impegno con cui ha organizzato questa Conferenza e per la cordiale ospitalità che ci ha riservato. Sono lieto di poter rinnovare il mio più sincero augurio di proficuo lavoro al prof. Graziano da Silva, Direttore Generale, che proprio in questa Regione latinoamericana e caraibica ha concentrato negli ultimi anni il suo impegno per la lotta alla fame e per favorire un più ampio sviluppo del settore agricolo e rurale.

La presenza della Santa Sede, nella sua peculiare e discreta ma sempre grata e attenta partecipazione alle attività della Fao, vuole essere, da un lato, un segno concreto di apprezzamento per l’opera che l’Organizzazione svolge congiuntamente ai diversi Governi nella lotta contro la fame e la malnutrizione, e, dall’altro, un modo per sostenere gli sforzi che i Paesi della Regione compiono per superare la mancanza di una nutrizione adeguata che impedisce una concreta crescita di persone e comunità. Sappiamo bene come questi ostacoli costituiscono un evidente limite ai diritti fondamentali di donne, uomini e bambini a cominciare da quello fondamentale alla vita, che nel cibo ha una componente indispensabile. E quanto va sottolineando il Santo Padre Benedetto XVI in questi giorni impegnato in un viaggio apostolico nella Regione della quale richiama le radici umane, spirituali e religiose fonti di dinamismo e responsabilità per tutti e strada per una solidarietà operosa a servizio degli ultimi.

La solidarietà, dunque, è chiamata a ispirare un’azione congiunta contro la miseria nelle sue diverse forme e anche ad assicurare politiche di sviluppo e di cooperazione capaci di rimuovere le condizioni di evidente svantaggio in cui versano coloro che vivono nelle aree a basso reddito e a deficit alimentare. Si tratta di un obiettivo a cui la Chiesa cattolica riserva grande attenzione, confermando la disponibilità a collaborare con le sue strutture e con l’esperienza maturata attraverso i secoli, sostenendo le forme di associazione e cooperazione tra piccoli agricoltori, pescatori e lavoratori della terra.

I lavori della Conferenza sono orientati a considerare la situazione agricola e alimentare della Regione e a orientare l’azione della Fao in quest’area dove, accanto ad apprezzabili segni di concreto sviluppo, permangono le necessità legate alla produzione agricola, alla sicurezza alimentare e alla condizione di povertà delle aree rurali. Si tratta di una vera sfida per il futuro del Continente in un momento in cui la crisi economico-finanziaria globale, le conseguenze dei cambiamenti climatici, la ricerca di risposte sostenibili non sono solo preoccupazioni, ma costituiscono una vera sfida per il breve e lungo periodo.

L’agenda dei lavori indica diversi obiettivi, ma tutti riconducibili all'idea che, nell’affrontare le questioni del mondo rurale, l’azione degli Stati e le attività di cooperazione promosse dalla Fao debbono fare riferimento alla condizione dei piccoli agricoltori, delle aziende familiari e delle comunità indigene, che restano legati a metodi di coltivazione su piccola scala e al sapere tradizionale. Una realtà che chiede una maggiore presenza delle istituzioni, una più ampia ma ben ponderata diffusione delle nuove tecniche di produzione come pure l’abbandono di modelli di consumo ormai presenti nelle aree urbane, che mostrano tutta la loro inadeguatezza rispetto al criterio della sostenibilità.

Questo significa anche favorire iniziative a diretto vantaggio dei beneficiari e quindi sostenere le attività su piccola scala nel settore agricolo e della pesca. Così si potrà garantire l’accesso al mercato della produzione locale che, spesso strutturata su singoli prodotti tipici, costituisce l’attività economica di base per la maggior parte dei Paesi della Regione.

Ancora una volta lo sforzo principale è di porre la persona al centro e al di sopra delle strategie, dei dati statistici, dell’apporto tecnico e dei risultati delle nuove ricerche scientifiche. Solo così si potrà concorrere a migliorare la sicurezza alimentare, a garantire una effettiva distribuzione dei prodotti alimentari e a diminuire il numero degli affamati. Un obiettivo che, secondo le prospettive indicate dalla Fao nel 1996 in occasione del vertice mondiale sulla Alimentazione, dovrebbe realizzarsi entro il 2015, ma che oggi appare allontanarsi mentre povertà e malnutrizione continuano a mietere vittime e a determinare situazioni sfavorevoli.

La Delegazione della Santa Sede confida nel sincero e generoso apporto di tutti — la Fao, i Governi e le organizzazioni della società civile — perché con la necessaria competenza e un’azione solidale concorrano a costruire uno vero sviluppo integrale di quanti vivono e operano nel mondo rurale.

  

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