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58ª CONFERENZA GENERALE DELL'AGENZIA INTERNAZIONALE PER L'ENERGIA ATOMICA (AIEA)

INTERVENTO DI MONSIGNOR ANTOINE CAMILLERI,
SOTTO-SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI*

Vienna
Lunedì, 22 settembre 2014

Per un mondo libero dalle armi di distruzione di massa

 

Signor Presidente,

Ho l’onore di portare a Lei e a tutti i distinti partecipanti a questa 58ª Conferenza Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) i migliori e cordiali saluti del Santo Padre Francesco. Allo stesso tempo, mi è gradito congratularmi con Lei, Signor Presidente, a nome della Delegazione della Santa Sede, per la sua elezione quale Presidente di questa distinta Conferenza. Vorrei cogliere quest’opportunità anche per esprimere apprezzamento e gratitudine al Direttore Generale Yukiya Amano e al Segretariato per il loro impegnato lavoro a beneficio dell’intera famiglia dell’Aiea.

In questa occasione, la Santa Sede, insieme ad altri Stati, dà il benvenuto e si congratula con l’Unione delle Comore, la Repubblica di Gibuti, la Repubblica Cooperativa di Guyana e la Repubblica di Vanuatu per essere divenuti membri della famiglia dell’Aiea.

Sig. Presidente,

La Santa Sede encomia ed appoggia tutte le attività dell’Aiea che contribuiscono a un autentico sviluppo umano e a promuovere pace e prosperità nel mondo. La tecnologia nucleare può essere applicata in molte aree dello sviluppo della persona umana. L’uso delle tecniche nucleari e di radioterapia da parte dell’Aiea, come mostrato dai suoi progetti di cooperazione tecnica, sono particolarmente lodevoli. Queste tecniche sono finalizzate a un continuo miglioramento delle condizioni di vita di un gran numero di persone, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, ma soddisfano anche i bisogni educativi per formarne persone professionalmente competenti. Il contributo dell’Aiea allo sviluppo umano si evince, inter alia, nei settori dell’agricoltura, della sicurezza alimentare, della qualità della nutrizione, della lotta ai parassiti infestanti, della gestione delle risorse idriche scarse, degli sforzi per monitorare l’inquinamento ambientale e della ricerca finalizzata a minimizzare tale inquinamento. Senza dubbio, il più grande contributo dell’Aiea allo sviluppo della persona umana sono stati i successi nel campo dell’assistenza sanitaria e l’Agenzia continua ad attribuire un’importanza speciale a tale assistenza. Ad esempio, l’applicazione delle tecniche di radioterapia — dall’uso dei raggi x all’utilizzo di acceleratori di particelle altamente avanzati dal punto di vista tecnico — ha rivoluzionato la diagnosi e il trattamento di molte malattie; il Programma di Azione per la terapia del cancro (Pact) fornisce in numerosi Paesi in via di sviluppo apparecchiature vitali per la radioterapia per la lotta contro il cancro, e servizi essenziali di dosimetria aiutano a migliorare le applicazioni sicure di radiazioni ionizzanti e portano ad una formazione avanzata i medici, i fisici e gli esperti in dosimetria. Nel salutare tutti questi significativi risultati dell’Agenzia, la Santa Sede crede che una maggiore consapevolezza pubblica e il riconoscimento di questi contributi potrebbero avvenire attraverso un più diffuso uso dei moderni mezzi di comunicazione e una cooperazione più ampia con le autorità civili e politiche.

Sig. Presidente,

Riteniamo che le attività che ho menzionato siano compatibili con l’appello di Papa Francesco alla fraternità che è stato articolato nel Suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2014, dove si è soffermato su questo importante strumento per conseguire la pace. Egli ha scritto: «La fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura [...] In tal senso, servono anche politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, assicurando alle persone — eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali — di accedere ai “capitali”, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona» (1, 5).

Sig. Presidente,

Nel parlare di pace duratura quale bene comune dal quale l’intera famiglia umana può solo beneficiare, desideriamo reiterare il fatto che la prevenzione della proliferazione delle arme nucleari è di primaria importanza per tutta l’umanità. Il raggiungimento di questo obiettivo non può, però, rappresentare l’ultima parola per quanto riguarda la pace: particolare attenzione deve essere rivolta al disarmo nucleare a livello mondiale. Questo deve essere un obiettivo per tutti gli Stati, in particolare per coloro che possiedono armi nucleari o che vogliono sviluppare o acquisire tali armamenti. Inoltre, esso è un obiettivo che non dovrebbe essere considerato irrealistico. La realtà della pace richiede indubbiamente un cambio di rotta che può essere conseguito tramite un processo decisionale chiaro e fermo e la volontà di cercare e raggiungere il disarmo nucleare. Come negli anni passati, la Santa Sede esorta i Governi e gli esperti scientifici impegnati nel settore della difesa militare ad adoperarsi per tale disarmo. Questi sforzi concertati, favoriti dalla negoziazione sincera e rafforzati dall’adempimento degli obblighi contrattuali, devono fondarsi sul dovuto rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone e sulla fiducia reciproca.

All’inizio di quest’anno, riferendosi alla non proliferazione e al disarmo, Papa Francesco ha detto: «Finché ci sarà una così grande quantità di armamenti in circolazione come quella attuale, si potranno sempre trovare nuovi pretesti per avviare le ostilità. Per questo faccio mio l’appello dei miei Predecessori in favore della non proliferazione delle armi e del disarmo da parte di tutti, a cominciare dal disarmo nucleare e chimico. Non possiamo però non constatare che gli accordi internazionali e le leggi nazionali, pur essendo necessari ed altamente auspicabili, non sono sufficienti da soli a porre l’umanità al riparo dal rischio dei conflitti armati. È necessaria una conversione dei cuori che permetta a ciascuno di riconoscere nell’altro un fratello di cui prendersi cura, con il quale lavorare insieme per costruire una vita in pienezza per tutti» (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014, 7)

Sig. Presidente,

Un mondo libero da armi di distruzione di massa è l’obiettivo finale di questo processo di disarmo. Il compito è tanto più pressante di fronte alle persone che soffrono le conseguenze terribili della guerra e del terrorismo. È anche ampiamente riconosciuto che oggi il rischio che nel mondo vengano usate le armi nucleari sta aumentando a causa di tre fattori: primo, la proliferazione di tali armi; secondo, la vulnerabilità delle reti nucleari di comando e controllo di fronte ad attacchi informatici o ad errori umani; terzo, la possibilità di accesso alle armi nucleari da parte di attori non statali e in particolare di gruppi terroristici. La mia delegazione ritiene necessario che i Governi e i politici compiano tutto ciò che è in loro potere per istituire una zona libera da armi nucleari e dalle armi di distruzione di massa in Medio Oriente.

Il disarmo nucleare e la non proliferazione sono questioni che devono essere ben affrontate da tutti gli Stati, in particolare quelli in possesso di armi nucleari. Da un punto di vista umanitario, siamo tutti ben consapevoli di quanto catastrofiche e irreversibili sarebbero le conseguenze di qualsiasi uso di queste armi. Quest’anno commemoriamo il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale e il settantacinquesimo anniversario della Seconda Guerra Mondiale, entrambe le quali hanno scatenato livelli di violenza su scala globale senza precedenti, causando milioni di morti, infliggendo ferite indicibili e generando vaste distruzioni. L’uso di un’arma atomica ha portato conseguenze terribili che si fanno sentire ancora oggi. Armi nucleari moderne, molto più potenti di quelle utilizzate nel 1945, sono in grado di annientare l’intera razza umana sia per impatto diretto sia per le conseguenze disastrose di tali attacchi. Sosteniamo quindi che la semplice esistenza di queste armi è assurda e che gli argomenti a sostegno del loro uso sono un affronto alla dignità di ogni vita umana. La nostra convinzione dipende in gran parte sia dalla vastità dei danni e delle terribili conseguenze che potrebbe venire da un’esplosione nucleare, sia da una valutazione, che fa riflettere, sulle immense risorse necessarie per mantenere e modernizzare gli arsenali nucleari. Questo è il motivo per cui la Santa Sede continua a sostenere tutti gli sforzi per garantire la pace e le condizioni che la favoriscono. Tra tali sforzi, particolare attenzione deve essere data a quelle iniziative che riguardano l’impatto delle armi nucleari nel settore umanitario. Plaudiamo e lodiamo l’offerta dell’Austria di ospitare la III Conferenza sull’impatto umanitario delle armi nucleari, che si terrà entro la fine dell’anno. Va da sé, peraltro, che l’entrata in vigore del Trattato sull’interdizione globale degli esperimenti nucleari (Ctbt) e il raggiungimento di un risultato complessivo da parte della Conferenza d’Esame del 2015 del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp) rappresentano passi importanti verso l’obiettivo del disarmo nucleare. Auspichiamo profondamente che, insieme, la comunità internazionale trovi la saggezza, il coraggio e la convinzione di rinnovare il processo di disarmo.

Sig. Presidente,

Tra i principali compiti e funzioni dell’Aiea vanno menzionati: il rafforzamento della sicurezza nucleare; la verifica del rispetto da parte degli Stati membri degli Accordi di salvaguardia; l’impegno a identificare programmi nucleari clandestini; il monitoraggio del materiale nucleare a scopi pacifici; la verifica dell’assenza di attività clandestine che contraddicono gli obiettivi pacifici. Attraverso la realizzazione di tutti questi compiti, l’Agenzia contribuisce a una più profonda fiducia tra gli Stati per quanto riguarda i loro programmi nucleari.

Dall’incidente delle centrali nucleari di Fukushima Daiichi nel marzo 2011, c’è stato un grande interesse in tutto il mondo nel garantire il miglioramento della sicurezza nucleare. Questo è il percorso che deve essere perseguito: fare tutto quanto umanamente possibile per prevenire incidenti negli impianti nucleari e per minimizzare le eventuali conseguenze in caso di incidente.

La Delegazione della Santa Sede desidera, inoltre, incoraggiare e sostenere gli sforzi e gli approcci innovativi che riguardano la gestione e lo smaltimento sicuro dei rifiuti radioattivi, in particolare dei rifiuti di lunga durata e di alto livello, che rappresentano una minaccia particolare. Progetti all’avanguardia sono un importante contributo per la sicurezza delle popolazioni, nonché per la protezione dell’ambiente, sia ora che per il futuro.

Infine, vorrei ribadire che la Santa Sede attribuisce grande importanza al successo della cooperazione dell’Aiea con altre Organizzazioni delle Nazioni Unite come l’Oms e la Fao. Quest’anno la Divisione congiunta Fao - Aiea celebrerà il suo 50° anniversario. Combinando le risorse e i punti di forza di entrambe le Organizzazioni, come dimostra l’efficace applicazione della tecnologia nucleare e delle biotecnologie nei settori agricoli, sono stati fatti molti progressi per offrire a molte persone i mezzi per vivere, soprattutto nelle regioni più povere del mondo. Siamo fiduciosi che questa collaborazione sarà ulteriormente sviluppata e intensificata per il beneficio di molti.

Grazie, Signor Presidente.


*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 217, Merc. 24/09/2014