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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
AL COMITATO SPECIALE POLITICO E SULLA DECOLONIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE.
TEMA IN AGENDA: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE NEGLI USI PACIFICI DELLO SPAZIO EXTRAATMOSFERICO

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO BERNARDITO AUZA,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO LE NAZIONI UNITE

New York
Venerdì, 17 ottobre 2014

 

Signor Presidente,

Essendo questa la prima volta in cui la mia Delegazione interviene dinanzi a questo Comitato durante la sessione in corso, vorrei cogliere l’opportunità per congratularmi con lei e con la presidenza per la sua elezione e per assicurarle il sostegno e i migliori auguri della mia Delegazione.

Sin dagli albori dell’uomo, l’umanità ha guardato al cielo con meraviglia, desiderando di comprendere le realtà celesti e il loro significato in rapporto all’umanità stessa. Viste le domande fondamentali che ha sempre suscitato, l’esplorazione dell’universo ha anche approfondito la comprensione della fede e del suo rapporto con la scienza. La Santa Sede ritiene che la fede sia capace sia di espandere sia di arricchire gli orizzonti della ragione; pertanto, si rallegra dei prodigiosi progressi della scienza, considerandoli sia un prodotto dell’enorme potenziale della mente umana donato da Dio sia una manifestazione della vastità e della ricchezza del creato.

È nostra responsabilità fare in modo che i frutti di tali progressi diano benefici anche ai poveri nel mondo. La mia Delegazione è pienamente consapevole dei limiti all’accesso universale agli usi benefici dello spazio extraatmosferico, tenendo conto degli immensi investimenti destinati alle esplorazioni e alle questioni relative alla proprietà intellettuale, ai brevetti, e così via. Tuttavia, in un tempo in cui lo spazio è diventato un immenso bene economico e ospita tecnologie dell’informazione e della comunicazione, gli Stati devono lavorare insieme per assicurare che tali benefici non diventino un’altra causa di crescita della disuguaglianza economica e sociale, ma siano piuttosto una risorsa condivisa per il bene comune dell’intera comunità globale.

Per promuovere questo bene comune, è essenziale assicurare l’uso pacifico dello spazio extraatmosferico. A tal fine, il dibattito in corso sullo sviluppo di un Codice di condotta internazionale per le attività spaziali costituisce un passo positivo verso la promozione di un uso più equo e sicuro dello spazio. Indubbiamente potrebbe aiutare a prevenire una corsa agli armamenti nello spazio e, di conseguenza, a evitare una nuova e grave minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale.

Signor Presidente,

La mia Delegazione non potrà mai sottolineare abbastanza l’uso dello spazio extraatmosferico per una comprensione sempre maggiore del nostro pianeta. I satelliti monitorano la salute degli oceani e delle foreste. Forniscono dati sui cicli idrologici, i modelli climatici e altri fenomeni atmosferici. Siamo certi che questa conoscenza può convincerci a modificare stili di vita e pratiche dannose per il nostro ambiente. Se non collaboriamo non ci saranno vincitori, ma solo perdenti.

Infine, Signor Presidente, la Santa Sede desidera evidenziare l’uso di satelliti nella diffusione della conoscenza e nell’eliminazione dell’analfabetismo. Di fatto, i satelliti possono arrivare non soltanto nei luoghi in cui l’analfabetismo è cosa del passato, ma anche in quelli dove sono ancora tanti a non saper leggere e scrivere, specialmente nelle aree remote. Tuttavia, occorre fare attenzione affinché questa tecnologia spaziale non diventi uno strumento di dominio e un veicolo per imporre ad altri certe culture e valori.

Signor Presidente,

L’ambiente spaziale dovrebbe essere conservato come eredità comune dell’umanità. La Santa Sede è convinta che ne siamo solo i custodi temporanei, con la responsabilità non scritta, ma moralmente vincolante, di preservarlo per le generazioni future.

Grazie, Signor Presidente.