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FIRMA DELL'ACCORDO FRA LA SANTA SEDE,
ANCHE A NOME E PER CONTO DELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO,
E GLI STATI UNITI D'AMERICA,
PER FAVORIRE L'OSSERVANZA A LIVELLO INTERNAZIONALE DEGLI OBBLIGHI FISCALI
E ATTUARE LA FOREIGN ACCOUNT TAX COMPLIANCE ACT (FATCA)

10 giugno 2015

La Santa Sede e gli Stati Uniti concludono un accordo per lo scambio di informazione fiscale

 

Con la firma dell’Accordo intergovernativo fra la Santa Sede, anche a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, e gli Stati Uniti d’America, per favorire l’osservanza degli obblighi fiscali e lo scambio di informazioni in materia tributaria, i rapporti di amicizia e di cooperazione fra la Sede Apostolica e gli Stati Uniti hanno raggiunto un livello ancora più elevato.

L’Accordo – che è il primo accordo intergovernativo fra la Santa Sede e gli Stati Uniti – ha lo scopo di facilitare l’ottemperanza degli obblighi fiscali per coloro che sono titolari di attività finanziarie nello Stato della Città del Vaticano e che sono tenuti a pagare le tasse negli Stati Uniti, nonché di prevenire l’evasione fiscale attraverso lo scambio automatico di informazioni fra la Santa Sede e le Autorità esattoriali degli Stati Uniti. Sebbene il numero di persone direttamente interessate a questa normativa sia relativamente limitato, lo scopo dell’Accordo è di grande importanza.

Con esso si mette quindi in risalto l’impegno della Sede Apostolica nel promuovere l’etica e l’integrità nell’ambito economico e finanziario, in un percorso che la Santa Sede ha intrapreso a partire dal 2010 con le prime riforme legislative ed istituzionali e che da allora prosegue in modo incessante mediante la progressiva ricezione degli standard internazionali volti a favorire la trasparenza e la stabilità delle istituzioni che svolgono attività di natura finanziaria entro il perimetro delle mura leonine. La firma di questo accordo costituisce pertanto un ulteriore ed importante passo in questa direzione ed un rafforzamento della collaborazione internazionale con l’attivazione di uno scambio di informazioni ai fini fiscali tra Santa Sede e Stati Uniti d’America. Proprio di recente, d’altronde, la Santa Sede ha raggiunto una intesa in materia anche con l’Italia, in seno alla Convenzione in materia fiscale stipulata il 1° aprile scorso, al cui interno è previsto anche uno scambio di informazioni ai fini fiscali, sia pure con caratteristiche e modalità differenti. Una certa affinità riveste infine anche il protocollo d’intesa intervenuto tra l’Autorità di Informazione Finanziaria del Vaticano (AIF) ed il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) degli Stati Uniti, del 7 maggio 2013, con il quale è stato previsto uno scambio di informazioni finanziarie, finalizzato  però al contrasto del riciclaggio e quindi operante in un contesto extrafiscale.

Il testo dell’Accordo intergovernativo con gli Stati Uniti d’America rispecchia i più recenti parametri internazionali in materia di scambio di informazioni finanziarie, particolarmente il Common Reporting Standard for Automatic Exchange of Financial Account Information, elaborato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e la Foreign Account Tax Compliance Act (Fatca) degli Stati Uniti d’America. Questi parametri, inoltre, sono stati considerati alla luce delle caratteristiche proprie della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, in relazione ai quali sono stati adattati con intelligenza e salvaguardando le peculiarità esclusive di queste realtà, assolutamente uniche nel panorama internazionale. L’organo competente per eseguire questo importante Accordo sarà la Segreteria per l’Economia, in conformità a quanto disposto nell’articolo 14 del proprio Statuto.

Infine, si augura che questo Accordo serva non solo per rafforzare ulteriormente i già buoni rapporti fra Santa Sede e Stati Uniti ma anche come un esempio dell’impegno di ambedue le parti per promuovere la trasparenza e l’integrità nell’ambito economico e finanziario.

Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Paul Richard Gallagher
Segretario per i Rapporti con gli Stati

 

L'Osservatore Romano