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MESSAGGIO DEL CARDINALE
SEGRETARIO DI STATO TARCISIO BERTONE
A NOME DEL SANTO PADRE
PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO

 

Illustrissimo Signore,

il prossimo 27 settembre si celebrerà la Giornata Mondiale del Turismo. Per la circostanza il Santo Padre desidera farLe pervenire, a mio mezzo, il Suo saluto cordiale insieme con l'augurio che la ricorrenza giovi a potenziare il fenomeno del turismo nei suoi valori positivi.

Uno dei più caratteristici fenomeni socio-culturali che il ventesimo secolo ha affidato al ventunesimo è il progressivo affermarsi della donna come soggetto creativo nella storia umana. Già il Beato Giovanni XXIII nella Enciclica Pacem in terris segnalava "l'ingresso della donna nella vita pubblica" come caratteristico segno dei tempi moderni, ed annotava: "Nella donna diviene sempre più chiara e operante la coscienza della propria dignità. Sa di non poter permettere di essere considerata e trattata come strumento; esige di essere considerata come persona, tanto nell'ambito della vita domestica che in quello della vita pubblica" (n. 39). Ben a proposito, quindi, codesta Organizzazione Mondiale del Turismo propone quest'anno come tema di riflessione: Il turismo: porta aperta per le donne. È una felice e importante occasione, questa, per riflettere sui vari aspetti del problema, non solo per quanto riguarda la complessa realtà del turismo contemporaneo, ma anche per la considerazione più generale sul concreto accoglimento delle istanze derivanti dalla dignità propria della donna.

I dati statistici più recenti diffusi da codesta Organizzazione Mondiale del Turismo dicono che, pur con differenze da paese a paese e da un'area geografica all'altra, circa il 46% della forza lavoro dell'industria turistica mondiale è femminile. Variano tuttavia le modalità d'impiego, data la fortissima incidenza dei fattori culturali, sociali e religiosi sulla situazione storica della donna. Il positivo raggiungimento di risultati economico-finanziari, pubblici e privati, e l'enorme flessibilità del comparto turistico sono la causa di tale universale e rapida crescita. Per questa ragione il turismo, pur essendo ancora molto bisognoso di garanzie legislative, culturali e morali, è tuttavia una porta aperta e con propizie opportunità per l'affermazione delle donne, in ogni parte del mondo.

Tutti coloro che affrontano un viaggio per ragioni di turismo, di lavoro o di vacanza, conservano nella memoria l'immagine di donne che, nei diversi momenti del viaggio, sono intervenute per svolgere un qualche specifico compito. Può essere stata l'impiegata dell'agenzia, la hostess dell'aereo, l'accompagnatrice del tour, la cameriera del ristorante, la governante delle camere, la manager dell'hotel, la guida di un museo, la povera rivenditrice di prodotti e manufatti locali: si tratta di presenze con ruoli diversi, che tuttavia non devono mai contrastare con la dignità propria di ogni donna. Occorre purtroppo riconoscere che, nonostante questa massiccia e funzionale presenza femminile, persiste in molti casi la segregazione verticale della donna dalla gestione dirigenziale e dalla responsabilità manageriale del turismo. La causa di tale fenomeno negativo è da ricercarsi nei forti pregiudizi che fanno ancora persistere stereotipi e tradizionali attribuzioni di ruoli subalterni secondo il genere. E questo vale ovunque, ma particolarmente in quelle parti del mondo dove la considerazione morale, culturale e civile della donna la pone in condizione di minorità e di forte ingiustizia. Tuttavia la gran quantità di uomini e di donne che turisticamente sono in giro per il mondo crea confronto di mentalità, internazionalizza sempre più modelli di vita, apre a costumi diversi. Tutto questo pone i presupposti di possibili sviluppi positivi. Perché ciò si realizzi i Responsabili dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, gli Stati Nazionali con le Agenzie Regionali, le grandi Imprese di categoria, i Sindacati, le Associazioni del turismo devono creare strutture e dedicare risorse economiche per proteggere, per sviluppare e per mantenere viva l'istanza morale, culturale e sociale del rispetto della donna e della sua effettiva crescita in questo settore.

Da questo responsabile impegno di tutela e di promozione della donna anche ogni turista, a qualsiasi religione, classe sociale o continente appartenga, deve sentirsi in coscienza interpellato: nessuno può considerarsene esonerato! A tal fine, bisogna operare per un'effettiva uguaglianza dei diritti delle donne, garantendone la parità nel lavoro, la libertà religiosa, il rispetto delle esigenze connesse con la maternità, la corresponsione di un salario equamente retributivo. Va favorito concretamente il diritto allo studio e alla qualificazione professionale della giovane e della donna, combattendo con una legislazione positiva e concorde ogni forma di ingiusto sfruttamento del suo genere e di indegna mercificazione del suo corpo. È doveroso infatti denunciare lo scandalo intollerabile di certo turismo sessuale che umilia le donne riducendole in una situazione di pratica schiavitù. Occorre fare quanto è necessario perché il turismo non ceda ad una simile deriva, ma miri sempre ad essere occasione di un proficuo dialogo tra civiltà diverse, che possono, grazie a questo confronto, reciprocamente nobilitarsi ed arricchirsi.

Ovviamente la Chiesa, nella sua visione articolata e multipolare, è sempre protesa a tenere aperto e critico l'orizzonte dell'umanizzazione del turismo per le opportunità che offre di crescita, di sviluppo e di perfezionamento della persona. Anche per quanto attiene la donna come tale, il turismo, eticamente e antropologicamente ben inteso, può contribuire efficacemente alla sua elevazione nelle potenzialità, nella natura relazionale, nel sentire al femminile il valore della vita e dello spirito, nel ripensamento del lavoro e del suo profitto. A questo proposito, non va dimenticato che, nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, il Santo Padre ha denunciato la non sufficiente considerazione per la condizione femminile "come portato di divisioni antropologiche persistenti in alcune culture, che riservano alla donna ancora una collocazione fortemente sottomessa all'arbitrio dell'uomo, con conseguenze lesive per la sua dignità di persona e per l'esercizio delle stesse libertà fondamentali" (n.7). Solo superando queste forme di discriminazione sarà possibile fare del turismo una carta vincente per coniugare opportunamente la gestione della vita del turista con la garanzia della qualità di vita per i residenti. In tal modo il turismo può divenire godimento autentico e condiviso del tempo libero e della natura, esperienza e pratica di un'ospitalità idonea a creare una cultura dell'accoglienza, ricerca del bello e della sapienza di cui è ricca la tradizione biblica e cristiana.

In questa prospettiva, il Santo Padre, mentre auspica copiosi doni di sapienza, di generosità e di coraggio per quanti sono impegnati in un così importante settore della vita moderna, invoca su di Lei, Signor Segretario Generale, e sui Collaboratori le benedizioni di Dio, "Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento" (Gc 1, 17).

Nell'unire i miei voti per la buona riuscita della Giornata, profitto dell'occasione per porgere i miei deferenti ossequi.

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