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VISITA ALL'OSPEDALE BAMBIN GESÙ

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE

Mercoledì, 19 dicembre 2007

 

Signor Presidente,
Illustrissimi professori e dottori,
personale paramedico e infermieristico,

Ad un mese di distanza dal Concerto che ci ha visti riuniti nell’Aula Paolo VI in Vaticano e coinvolti a sostegno di questo vostro Ospedale, ci ritroviamo ancora insieme, questa volta, per un fraterno scambio di auguri natalizi. Vorrei porgere il sincero e cordiale augurio di Buon Natale a tutto il personale impegnato al Bambin Gesù. Desidero soprattutto trasmettervi gli auguri di Sua Santità Benedetto XVI, Che segue con affetto l’attività meritoria che viene svolta in questo ospedale. Saluto in primo luogo il Presidente dell’Ospedale, il dr. Francesco Silvano, e lo ringrazio per questo cordiale invito. Saluto ciascuno di voi impegnati a diverso titolo e in vari modi, a sostenere, alleviare le sofferenze di chi varca la soglia di questo delicato e importante luogo: penso ai tanti bambini e ai loro familiari che si accostano magari per la prima volta al mondo della sofferenza e del dolore proprio qui in questo luogo.

Contempliamo il mistero del Natale ormai vicino: Dio nella sua grandezza ritorna fra noi. Si è fatto piccolo bambino indifeso, ha accettato di misurarsi con noi, di condividere la nostra miseria e la nostra povertà. Ancora una volta a Natale viene a chinarsi su di noi per mostrarci il suo amore che dà vita. Dice il Papa nella sua bella Enciclica sulla speranza che in Lui “la porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente, gli è stata donata una vita nuova” (Spe salvi, 2). Possiamo così pensare e fermamente credere che anche in questo Natale si rinnova il miracolo della speranza: la porta del futuro, di quello più prossimo e di quello più lontano, ci viene riaperta e ci è data la possibilità concreta di guardare alla vita con maggiore speranza. Se siamo animati da questa speranza-certezza non c’è sofferenza che possa rattristarci, perché Gesù è venuto nel mondo a riaccendere nel nostro cuore la speranza, la certezza della nostra salvezza e della nostra redenzione.

Il mistero del Natale porta con sé anche il desiderio e il tentativo di superare la sofferenza presente nel mondo e di darne positiva risposta. Solo che, come ci ricorda ancora l’Enciclica di papa Benedetto “eliminarla completamente dal mondo non sta nelle nostre possibilità – semplicemente perché non possiamo scuoterci di dosso la nostra finitezza e perché nessuno di noi è in grado di eliminare il potere del male, della colpa che – lo vediamo – è continuamente fonte di sofferenza. Questo potrebbe realizzarlo solo Dio: solo un Dio che personalmente entra nella storia facendosi uomo e soffre in essa. Noi sappiamo che questo Dio c'è e che perciò questo potere che «toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29) è presente nel mondo” (Spe salvi, 36). Così il Natale è la riaffermazione di questo potere di Dio nel mondo, di uno sguardo buono e positivo sulla realtà e sul mondo intero: realtà e mondo che l’antico peccato aveva irrimediabilmente compromesso, tagliando quel legame che ci teneva fissi al Creatore. Grazie al sì di una donna, la Vergine Maria, ci è ora possibile guardare con più speranza a ciò che ci sta dinanzi. Quel piccolo e disponibile sì di Maria ha cambiato il mondo intero!

Lasciamoci, pertanto, sorprendere dalla grazia del Natale di Cristo; la visita del Bambino di Betlemme ci riscaldi il cuore e illumini la nostra esistenza. Vorrei concludere prendendo in prestito dal filosofo F. Nietzche, ben lontano dalla fede, una pagina dei suoi scritti autobiografici, esattamente dove ricorda gli anni della fanciullezza. Ecco i sentimenti che manifesta: “Guarda! Gesù bambino nella mangiatoia, circondato da Giuseppe e Maria e dai pastori adoranti! Che sguardi pieni di fede ardente gettano sul bambino! Voglia il cielo che anche noi ci abbandoniamo con tale dedizione al Signore!”. Un invito ad abbandonarci totalmente a Gesù, un invito a vivere il Natale con profonda partecipazione spirituale, ci viene questa volta da qualcuno – Nietzche – che certamente non sembra aver sperimentato nella sua vita la bellezza dell’abbraccio consolante di Dio. Questa sua breve riflessione è però quanto mai interessante. Ed allora, cari amici, come Maria, Giuseppe e i primi pastori che fecero visita a Gesù, anche noi incamminiamoci verso il Natale per contemplarlo. Insieme ai pastori, sotto lo sguardo vigile della Sacra Famiglia, dopo averlo visto, anche noi cercheremo di testimoniarlo nella vita di tutti i giorni: Gesù è nato per noi, Egli è la speranza nuova per il mondo intero. Non può esserci perciò scambio di auguri più significativo di questo: raccogliere il suo messaggio di speranza e trasmetterlo a quanti incontriamo nella vita di ogni giorno.

La Vergine Maria, donna accogliente, e san Giuseppe, custode del Redentore, veglino sempre su questo luogo di sofferenza e di speranza; vegliano sul personale, sulle vostre famiglie e sui vostri cari. Ancora una volta buon Natale e buon Anno a tutti!

      

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