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VISITA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE A CUBA
IN OCCASIONE DEL DECIMO ANNIVERSARIO
DEL VIAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II

SALUTO ALLE AUTORITÀ CUBANE E AL COMITATO PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE CUBANA

Nunziatura Apostolica, La Habana
Domenica, 24 febbraio 2008

 

Onorevole Signor Vicepresidente,
Signor Cardinale e cari Fratelli nell'Episcopato,
Onorevole Signor Presidente dell'Assemblea Nazionale,
Onorevoli Signori Ministri,
Eccellentissimo Nunzio Apostolico a Cuba,
Distinti Signore e Signori,

Grazie per aver accettato il mio invito a condividere la cena questa sera. Stare insieme attorno alla tavola è più di un mero gesto di cortesia umana. Dimostra la possibilità di essere uniti nella diversità. Fu durante una cena che Gesù insegnò come Dio e l'uomo sono uniti in un'alleanza nuova e incrollabile.

È per me motivo di soddisfazione avere questo incontro con voi, incontro in cui ancora una volta risulta evidente quello che ho sperimentato in questi giorni della mia permanenza nel vostro bel Paese: il grande spirito di ospitalità del popolo cubano. Per questo, nel salutarvi con affetto, colgo nuovamente l'occasione per ringraziarvi di cuore per la squisita accoglienza che mi state riservando.

La mia presenza fra voi ha come obiettivo principale quello di commemorare il decimo anniversario del Viaggio Apostolico di Papa Giovanni Paolo II a Cuba. Come già è avvenuto in quella importante circostanza, le celebrazioni, gli incontri formali e informali, accademici e religiosi, hanno messo in evidenza il rispetto e la ricerca di un dialogo autentico per il bene di Cuba e per il bene della Chiesa a Cuba.

Ricordando le prime parole dell'amato Pontefice in questa terra, desidero dirvi che anch'io sono venuto qui come «pellegrino di amore, verità e speranza». La mia visita ha, quindi, un carattere eminentemente pastorale. Sono venuto in questa nazione dall'antica tradizione cattolica per condividere con tutti i credenti le loro speranze, gioie e tristezze, in alcune giornate di fede, preghiera e fraternità. La Chiesa, mediante il suo compito evangelizzatore, diffondendo fra tutti i cittadini la sua ricchezza spirituale, umana e morale, ha contribuito e continuerà a contribuire sempre in modo positivo al bene della Nazione.

Ora desidero, in occasione di questa cena, rivolgere un particolare saluto ai Rappresentanti del popolo cubano qui presenti, e, attraverso loro, a quanti hanno nella Nazione responsabilità di Governo. Ringrazio tutti voi e tutte le Autorità cubane per aver contribuito generosamente allo svolgimento della mia visita in questo stupendo Paese. Grazie a Dio e agli sforzi congiunti dello Stato e della Chiesa, tutto sta procedendo molto bene. Formulo i miei migliori voti affinché quanto è stato seminato con gioia e speranza possa germinare in un futuro non lontano. In questo spirito di concordia sono certo che presto si potrà giungere a definire uno strumento di lavoro che faciliterà le nostre relazioni reciproche.

Allo stesso modo, e senza pretendere di stabilire criteri su aspetti che non sono di mia competenza, chiedo a Dio che vi dia la luce affinché sappiate in ogni occasione guidare il destino del Paese, favorendo sempre la convivenza, la solidarietà, il bene comune e il rispetto dei diritti umani. Voi, insieme a tutti i vostri concittadini, siete i principali protagonisti della vostra storia, in vista di un futuro pieno di giustizia, solidarietà e pace.

La Chiesa cattolica, in sintonia con la missione che le è propria, è sempre disposta a collaborare con le istituzioni civili della Nazione. Fedele ognuna al suo compito, devono tutte contribuire, attraverso un'intesa costruttiva, allo sviluppo umano e spirituale della società cubana.

Desidero rivolgere anche una parola di cordiale affetto ai miei Fratelli nell'Episcopato, qui rappresentanti dai membri del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale. Che il Signore ricompensi la vostra generosa sollecitudine per la Chiesa che peregrina a Cuba! Fra breve ci vedremo a Roma in occasione della vostra Visita ad Limina.

Nel trasmettere a tutti la vicinanza e l'affetto di Papa Benedetto XVI, sollevo il mio calice per brindare per voi e per il popolo cubano affinché, senza eludere la sfida dell'epoca in cui state vivendo, continuiate a essere costanti nell'operare il bene, solleciti nella solidarietà e saldi nella speranza.

Continuate a custodire i valori più autentici dell'anima cubana, quali: la sua fede in Dio, il suo amore per la cultura e per le sue tradizioni e la sua vocazione alla libertà.

Chiedo a Dio di colmare tutti di abbondanti benedizioni, al fine di poter crescere ancor di più nella collaborazione reciproca per il bene del popolo cubano, che serviamo ognuno in modo diverso, ma cercando sempre il bene comune e l'incremento del clima di concordia e di fraternità. Grazie!

 

 

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