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VISITA DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO
 TARCISIO BERTONE IN ARMENIA E AZERBAIGIAN

VISITA ALLA CATTEDRALE ORTODOSSA RUSSA

DISCORSO DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE

Baku
Sabato, 8 marzo 2008

 

Caro ed Eccellentissimo Vescovo Aleksandr,
cari sacerdoti e diaconi,
cari fratelli e sorelle della Chiesa Ortodossa Russa di Baku!

Mi avete colmato di onore e di commozione, ricevendomi in questa vostra Cattedrale. Essa da poco è stata restituita alla sua bellezza, dopo essere stata distrutta e profanata, per lo sforzo instancabile del vostro Vescovo, grazie ad un contributo determinante di un azero di fede islamica. Quanto sono meravigliose ed imperscrutabili le vie del Signore!

In questa chiesa mi avete accolto con i canti suggestivi della vostra tradizione liturgica. Ascoltandoli, mi tornano alla mente le espressioni del Concilio Vaticano II, grande evento di grazia per la Chiesa Cattolica: “Tutti sappiano che il conoscere, venerare, conservare e sostenere il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli Orientali è di somma importanza per custodire fedelmente la pienezza della tradizione cristiana e per condurre a termine la riconciliazione d’Oriente e d’Occidente” (UR 15).

In un Paese dove la convivenza religiosa offre ampie possibilità, per noi Cristiani il dovere dell’amore reciproco è tanto più urgente. Noi non siamo chiamati a farci concorrenza, ma a testimoniare a tutti, col nostro operato anzitutto, che Dio è Amore. Ce lo ricorda san Giovanni: siamo da Dio se ci amiamo.

So che vi è grande rispetto ed affetto fra la comunità ortodossa russa e quella cattolica a Baku. Ne è segno lo scambio di frequenti visite liturgiche nelle grandi feste e il sostegno e la comprensione reciproca.

Eccellenza, a nome del Papa Benedetto XVI, invio un pensiero riverente ed elevo la mia preghiera per Sua Santità Aleksij II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Mentre continua il cammino che riavvicina i nostri cuori e le nostre strade, sentiamo come un dono particolare questa concreta fraternità cristiana in Azerbaigian. Voglio qui ripetere il ringraziamento che Papa Giovanni Paolo II rivolse alla Chiesa Ortodossa Russa proprio durante la Sua visita a Baku. Egli espresse ad essa la gratitudine della Chiesa Cattolica per aver accolto e custodito i fedeli cattolici, privati dalla violenza ateistica della loro chiesa e del loro pastore. Li nutrì per tanti anni con i Sacramenti, che sono la fonte della “vita in Cristo”, secondo l’espressione del grande teologo ortodosso Nicola Cabàsilas.

Di fronte a questo santo altare e a queste sante Icone il nostro pensiero non può che elevarsi a Dio, autore e promotore di ogni comunione. Possano le differenze che esistono tra noi armonizzarsi nell’unica fede in Gesù Cristo, Signore e Salvatore. Quanto prima si possa esprimere in modo visibile l’unità della sua Chiesa.

Il Signore protegga questa vostra Comunità. Protegga la vita che nasce, accompagni e rinforzi la gioventù che cresce, dia alle famiglie stabilità e fedeltà, le renda accoglienti alla vita, conforti i malati, sostenga gli anziani che hanno combattuto, come Paolo, la buona battaglia della fede.

Ed a Lei, carissimo Vescovo Aleksandr, con la saggezza Le infonda coraggio e speranza nelle difficoltà della sua missione. I fedeli che entreranno in questa Cattedrale, rapiti dalla visione anticipata della Gerusalemme celeste e dalla sua bellezza, siano riempiti di Spirito Santo e si sentano fieri della loro appartenenza alla santa Chiesa. Si ricordino nelle loro preghiere anche del Papa di Roma e di quanti Lo coadiuvano nel suo ministero di padre e pastore.

Ancora grazie di cuore per avermi accolto e Dio guidi sempre i nostri passi sulla via della pace e dell’amore.

      

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