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VISITA IN POLONIA
DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

ORDINAZIONE EPISCOPALE
DI S.E. MONS. JAN ROMEO PAWLOWSKI,
NUNZIO APOSTOLICO NELLA REPUBBLICA DEL CONGO
E IN GABON

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE
 

Santuario della Regina dei Martiri di Bydgoszcz
Giovedì, 30 aprile 2009

 

Eminenza Reverendissima,
Eccellenze Reverendissime,
cari sacerdoti,
cari fratelli e sorelle!

Gaude Mater Polonia, prole fecunda nobili ...

Con questo inno solenne, con cui abbiamo iniziato l'odierna celebrazione, la Chiesa di Bydgoszcz e, credo, la Polonia intera, esprimono la propria gioia per il fatto che un presbitero originario di questa nobile terra è stato elevato dal Santo Padre Benedetto XVI alla dignità di Vescovo, ed inviato come suo Rappresentante in Africa, nella Repubblica del Congo e in Gabon. Prima di procedere al sacro rito della consacrazione episcopale, desidero salutare tutti voi qui presenti, e in modo particolare il Cardinale Jozef Glemp, che 24 anni or sono ha ordinato sacerdote Mons. Jan Romeo Pawlowski. Con lui saluto il Nunzio Apostolico in Polonia, gli Arcivescovi e Vescovi presenti. Un saluto speciale va a S.E. Mons. Jan Tyrawa, Vescovo della giovane diocesi di Bydgoszcz, che particolarmente gioisce quest’oggi perché un suo sacerdote viene elevato alla dignità episcopale. Mi piace sottolineare che se è la prima volta che qui, a Bydgoszcz, viene ordinato un Vescovo, mi sembra che sia anche la prima volta che un Nunzio Apostolico polacco venga ordinato in Polonia.

Saluto le autorità, i rappresentanti del Governo, il Sindaco della città e le altre autorità civili e militari. Un saluto cordiale va ai sacerdoti, così numerosi, ai religiosi e alle religiose, ai seminaristi e a tutti voi, fratelli e sorelle, che questa sera siete qui di persona, o uniti spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione, per pregare, per invocare insieme il dono dello Spirito Santo.

Il Signore Gesù, che ci ha convocati attorno all’altare, in questo tempo pasquale si presenta a noi in vari modi e circostanze per rinforzare in noi la fede nella sua risurrezione. Nel Vangelo, che abbiamo appena ascoltato, ci assicura: "Io sono il Pane della vita". Nella prima lettura è stato proclamato come la Chiesa delle origini sperimentasse un forte dinamismo missionario: evangelizzazione e sacramenti! L'Apostolo Filippo, dopo aver annunciato la Buona novella ad un etiope, un africano, avendo visto la sua fede e il suo cuore aperto al messaggio della salvezza, lo ha battezzato.

Lungo i secoli, la Chiesa è rimasta fedele a questa stessa missione. Arricchita dai doni dello Spirito Santo, essa si nutre del Pane della Vita e sotto la guida di Pietro e degli Apostoli, annuncia il Vangelo a tutte le nazioni lungo tutte le generazioni. Più di mille anni fa, questo annuncio è giunto anche qui, nella terra polacca, ed ha messo solide radici. Grazie alla generosa opera di tanti testimoni del Vangelo, la fede cristiana è diventata luce per questa Nazione, che ha conservato la propria fedeltà a Cristo, anche se tante volte è stata provata da tristi eventi nel corso della sua storia. E’ la fede cattolica trasmessa dagli antenati, dai genitori che sono stati, anche per te, caro Mons. Jan, i primi educatori nella fede. Penso alla tua cara Mamma Magdalena, che oggi è qui con noi, e al tuo Papà Stanislao, che di sicuro gioisce con te dal Paradiso. Nella tua famiglia, insieme ai tuoi fratelli qui presenti con le mogli ed i figli, hai appreso la fede, la speranza e la carità. Proprio in famiglia, "primo seminario domestico", hai avvertito la chiamata al sacerdozio, alla quale hai risposto con il tuo: "si".

Guardando alla tua vita come pure alla storia della tua famiglia, si potrebbe dire che voi siete gente "in cammino": nato in Warmia, sei cresciuto nella vicina Torun; ordinato a Gniezno, hai lavorato poi proprio qui, a Bydgoszcz. Una volta completati gli studi accademici a Roma, sei stato chiamato a prestare il tuo servizio diplomatico in diverse parti del mondo: l'Africa, l'Asia, il Brasile, la Francia, e, di recente in Segreteria di Stato. Sempre "in cammino"! Ed ora, il Santo Padre Benedetto XVI indirizza il tuo cammino nuovamente in Africa, nella Repubblica del Congo e in Gabon, dove svolgerai la missione di Nunzio Apostolico in piena comunione con il successore di Pietro.

Caro Mons. Jan, entrando a far parte del Collegio episcopale, tu ricevi dal Papa la missione di rappresentarlo presso le Chiese e le Autorità governative di queste due Nazioni africane. Si tratta di due Chiese molto giovani, piene di fervore ed entusiasmo. L’Africa è un continente giovane e pieno di speranza, come ho potuto vedere anch’io, accompagnando di recente il Santo Padre Benedetto XVI nella sua visita in Camerun e in Angola, Paesi appunto confinanti con il Congo e il Gabon. “La Chiesa in Africa – ha detto Papa Benedetto parlando a Yaoundé al Consiglio speciale del Sinodo dei Vescovi – ha preparato ed accompagnato durante questo periodo la costruzione delle nuove identità nazionali e, parallelamente, ha cercato di tradurre l’identità di Cristo secondo vie proprie”. Ha invitato così, soprattutto i teologi africani “ad esplorare la profondità del mistero trinitario e il suo significato per la vita quotidiana africana”, evidenziando anche “la necessità di approfondire e incarnare il mistero di una Chiesa-Famiglia” (Oss. Rom. 20-21 marzo, 2009, pag. 14). Questo è il compito che portano avanti le comunità cristiane, cercando, come ha ricordato ancora il Papa, di essere fermento di unità e di riconciliazione.

Essere Vescovo, caro Mons. Jan, comporta una dedizione totale a Cristo e alla sua Chiesa. Il compianto Pontefice, Servo di Dio Giovanni Paolo II, visitando esattamente 10 anni fa questa vostra città, ebbe a parlare, nella sua omelia, del martirio come suprema testimonianza che un cristiano è chiamato a rendere a Cristo. Ciò vale ancor più per un sacerdote, per un Vescovo! Di coraggiosa testimonianza sino al martirio parla questo Santuario della Regina dei martiri - Golgota del XX° secolo, che si trova proprio all’ingresso della Valle di morte, dove 70 anni fa l'orrore del nazismo ha sterminato tante vite umane. Come non ricordare poi il Padre Jerzy Popieluszko, assassinato 25 anni fa mentre faceva ritorno a Varsavia proprio da una celebrazione a Bydgoszcz? In questo Santuario, luogo di supplica per implorare la pace, vorrei questa sera elevare una intensa preghiera per la pace nel mondo intero!

La preghiera sia il segreto della tua missione, seguendo il fulgido esempio che è stato anche per te l’amato Papa Giovanni Paolo II. Per il legame che a lui ti ha unito, hai scelto di porre nello stemma episcopale la lettera "M", che richiama il suo stemma, la sua vita e la sua devozione mariana, caratteristica questa della Polonia. Caro Mons. Jan, affida a Maria, venerata nella Cattedrale di questa Diocesi con il soave titolo di Madre di Bell'Amore, il tuo ministero episcopale. Lei ti indica la strada che conduce a Gesù; è lo stesso esigente itinerario ascetico e spirituale che indicava ai suoi discepoli Giovanni Battista, tuo santo patrono, con le parole che hai scelto come lemma episcopale: "Oportet Cristum crescere". Nel nostro mondo pieno di idoli, dove spesso viene meno la speranza, occorre davvero che Cristo cresca, che occupi il primo posto nel cuore degli individui, delle famiglie e di ogni società. Occorre che regni su tutta l'umanità! Cristo è il Pane della Vita, la Vita stessa, di cui ogni persona umana ha bisogno.

Questa è la missione che oggi la Chiesa ti affida, caro Monsignor Jan. Con la Consacrazione episcopale, lo Spirito di Cristo scenderà su di te e ti accompagnerà ovunque tu vada per annunciare e testimoniare il suo Vangelo. Ti è accanto in questo momento il Santo Padre Benedetto XVI che ti fa dono dell’anello, quale segno di visibile e stretta comunione con Cristo e con il suo Vicario in terra. Egli mi ha chiesto di esprimere anche a tutti voi qui presenti il suo paterno augurio e di parteciparvi la sua Benedizione Apostolica.

Cari fratelli e sorelle, alla fine, mentre il nuovo Vescovo passerà tra noi per benedirci, canteremo il "Te Deum", esprimendo la nostra gioia e il nostro grazie a Dio per il dono che Egli ha fatto a questa città, a questa Diocesi e alla Chiesa intera. Ringraziamolo di cuore, perché, nella semplicità della nostra vita umana, Egli continua a compiere grandi cose, mostrando la potenza del suo amore misericordioso. Sia lodato per sempre il suo nome! Amen.

 

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