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VISITA IN POLONIA
DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
DELLA DIVINA PROVVIDENZA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE

Gdansk-Zaspa
Sabato, 2 maggio 2009

Cari fratelli e sorelle!

È con grande gioia che oggi sono qui in mezzo a voi. Due anni or sono, il 16 giugno 2007, abbiamo insieme reso grazie a Dio per il 20°anniversario della visita di Giovanni Paolo II a Zaspa-Danzica.

Amo questa vostra città che ha celebrato recentemente il primo millennio del Battesimo, conferito da sant’Adalberto. E’ significativo il fatto che le conseguenze della tragica Seconda Guerra Mondiale, scoppiata 70 anni fa a causa del nazismo, si siano spente proprio a Danzica, nel momento in cui fiorì Solidarność (Solidarietà), che ha svolto un ruolo di cruciale importanza per la Polonia come pure per l’intera Europa.

Oggi assisteremo ad una cerimonia speciale: la consacrazione della chiesa dedicata alla Divina Provvidenza, che sorge proprio nel luogo in cui Giovanni Paolo II celebrò la solenne Eucaristia con grande partecipazione di popolo. Quell’evento è ricordato anche dall’imponente statua del Papa polacco, successore di Pietro, a cui la nostra generazione vorrebbe attribuire il nome di “Grande”.

I santuari sono sempre legati ai luoghi abitati dagli uomini e ad essi si riferiscono. Anche questa chiesa ha un suo peculiare significato poiché la sua costruzione ha incontrato non pochi ostacoli da parte del regime totalitario, ma la volontà della popolazione, in altissima percentuale, è stata unanime nel volerla erigere. E’ la vita stessa delle persone; è lo sviluppo della comunità della Chiesa, che impongono la necessità di costruire nuove chiese. L’Eucaristia, che si celebra nelle chiese di tutto il mondo, è sinonimo di pace e di unione. Sono questi dei grandi valori per l’umanità intera, la cui storia di 2000 anni di cristianesimo, è legata a splendidi templi, soprattutto le Cattedrali, che sono al contempo simboli della bellezza dell’architettura sacra ed indici dello sviluppo della civiltà, la quale non esisterebbe senza Dio e il suo legame speciale con l’uomo.

Come leggiamo nel vostro rituale, il tempio “è segno del mistero della Chiesa, che Cristo ha sancito col proprio Sangue, affinché fosse sua Sposa piena di gloria, Verginità splendente della purezza della fede nonché Madre che desse la vita in virtù dello Spirito Santo” (Obrzędy poświęcenia, Katowice 2002, pagg. 100-101). In tal modo la liturgia rivela le sue finalità fondamentali. Attingiamo prima alle profondità storiche. Il popolo ebreo ricordava e onorava il tempio di Gerusalemme e lo edificò con enormi sforzi, ma con gioia. E quando fu pronto, il re Salomone domandò: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita!” (1 Re 8, 27).

Il Nuovo Testamento si pone in questa stessa tradizione. Cristo visita la sinagoga a Nazaret, in giorno di sabato e, dopo aver letto il rotolo del profeta Isaia, inizia l’insegnamento (cfr. Lc 4, 16-32). Luogo speciale scelto da Cristo fu il Cenacolo, dove istituì l’Eucaristia e il Sacerdozio. Nello stesso luogo la comunità apostolica perseverò nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù. Lì avvenne l’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli, i quali, lasciato il Cenacolo, si misero ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo. In seguito, fiorirono le comunità che nei primi secoli del Cristianesimo, come a volte è avvenuto anche nel XX secolo, avrebbero dovuto nascondersi spesso nelle catacombe. Attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, grazie alla quale la Chiesa visse diffondendo la Parola di Dio, i discepoli andarono acquistando le energie spirituali necessarie per poter testimoniare la carità verso tutti, soprattutto verso i poveri.

Il tempio, che oggi ci apprestiamo a consacrare, affonda le proprie radici nel dolore, nel difficile contesto della dominazione sofferta dall’intera nazione polacca, la quale, tuttavia, non ha mai cessato di prendersi cura delle chiese, cosciente che in esse ha origine la vita spirituale tramite il Battesimo, e gli altri Sacramenti. Vi sono tre elementi posti in evidenza dalla liturgia odierna: l’altare, il tabernacolo ad esso collegato e l’ambone; mentre intorno c’è l’intero popolo di Dio a far da corona. Durante le nostre celebrazioni liturgiche pronunciamo le parole del canto: “Popolo sacerdotale, popolo regale, assemblea divina, popolo Divino, canta al tuo Signore”. Le pareti di questo tempio vengono unte con il crisma, lo stesso che usa il sacerdote per segnare il capo del bambino dopo il santo Battesimo, e il Vescovo per ungere la fronte del giovane cristiano, nel conferirgli il sacramento della Cresima. Durante la consacrazione della chiesa concentriamo la massima attenzione sull’altare, che ungiamo con lo stesso santo crisma. Su questo altare viene celebrata l’Eucaristia, che è la “riproposizione” incruenta del sacrificio di Cristo immolato per noi sulla croce. All’altare è collegato il tabernacolo, che nella vostra chiesa ha la forma di un cuore. È forse possibile esprimere in modo migliore l’amore con cui Cristo ci ha amati fino alla fine? (cfr. Gv 13, 1). San Paolo, che ricordiamo specialmente quest’anno, lega esplicitamente l’amore mostrato da Cristo sulla croce con quello che egli stesso ci ha manifestato durante la Sacra Cena : “il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo… Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue” (1 Cor 11, 23. 25).

Per concludere, esprimo la mia gioia per il fatto che la Provvidenza di Dio abbia voluto, attraverso questa solenne consacrazione, legarmi a questo tempio, in una terra tanto amata da Giovanni Paolo II. Riprendendo il motto a lui molto caro “Totus tuus”, rivolgiamo a Maria Ss.ma il nostro pensiero. Domandiamole di custodire sempre la famiglia dei figli di Dio che, qui riunita, loda il Signore per la sua eterna misericordia; preghiamola perché questa comunità sia pronta a mettersi al servizio del prossimo con quella carità che sgorga come acqua sorgiva da questo Santuario. Amen!

 

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