The Holy See
back up
Search
riga

PRESA DI POSSESSO DEL TITOLO
DELLA CHIESA SUBURBICARIA DI FRASCATI

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Sabato, 3 ottobre 2009 

 

 

Signor Cardinale,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari confratelli salesiani,
distinte Autorità,
cari fedeli di Frascati!

Le prime parole della santa Messa vi hanno già trasmesso il mio saluto. Ve lo ripeto ora di tutto cuore: la pace sia con voi! Il dono della pace, dono di Cristo risorto, che in ogni celebrazione eucaristica ci viene rinnovato, sia con ciascuno di voi, con le vostre famiglie e parrocchie, con l’intera vostra comunità diocesana che da pochi giorni ha solennemente accolto il suo nuovo Pastore, il vostro Vescovo, Mons. Raffaello Martinelli, che conosco ed apprezzo da molti anni avendo lavorato insieme nella Congregazione per la Dottrina della Fede. A lui rinnovo l’abbraccio di pace che gli ho dato nella Basilica di san Pietro, nel corso del suggestivo rito di ordinazione episcopale, il 12 settembre scorso. Saluto il Cardinale Agostino Vallini, il predecessore di Mons. Martinelli, Mons. Giuseppe Matarrese, i sacerdoti e i confratelli salesiani presenti; saluto tutte le componenti della vostra Diocesi qui rappresentate. Un saluto cordiale indirizzo inoltre alle Autorità civili e militari per la loro gradita partecipazione e a tutti voi, cari fedeli.

L’odierna celebrazione, durante la quale ha luogo la mia presa di possesso di questa storica e illustre sede, una delle sette diocesi suburbicarie di Roma, costituisce un evento che manifesta anzitutto l’unità e la comunione di questa vostra Chiesa con la Chiesa di Roma e con il suo Vescovo, il Santo Padre Benedetto XVI, che ha voluto designare me come Titolare. E sono particolarmente lieto di trasmettervi il suo saluto, la sua vicinanza e la sua benedizione in questa felice occasione. Mi sento inoltre particolarmente onorato di poter aggiungere il mio nome a quello di altri Cardinali Vescovi ai quali è stato conferito questo titolo. Fra questi mi piace ricordare i Cardinali Giovanni Amleto Cicognani e Jean-Marie Villot, miei predecessori anche nell’incarico di Segretario di Stato, e i Cardinali Paolo Bertoli e Alfonso López Trujillo, che hanno servito la Chiesa in mansioni diverse ed importanti. Non posso poi dimenticare il Cardinale Giovanni Cagliero, compaesano di don Bosco, che nel 1875 gli affidò la guida del primo gruppo di salesiani che partivano missionari per la Patagonia dove, dopo nove anni di permanenza, nel 1884 fu eletto Vescovo ( il primo dei salesiani) e Vicario Apostolico. Nel 1915 Benedetto XV lo creò Cardinale a 77 anni e, rientrato in Italia, dal 1920 divenne Vescovo di Frascati sino alla morte sopravvenuta il 28 febbraio del 1926. Ricordandolo il pensiero va ai miei confratelli che dal 1896 prestano un importante servizio alla comunità cristiana e alla città di Frascati con il liceo Villa Sora, uno dei primi istituti salesiani sorti a pochi anni dalla morte di don Bosco.

In una occasione così singolare cerchiamo ora di cogliere gli insegnamenti che la parola di Dio ci offre: sono insegnamenti significativi per la nostra vita e riguardano a prima vista il valore della famiglia, ma, più in profondità, parlano del primato che Dio deve avere nella nostra esistenza. Il Vangelo pone in luce la fedeltà nel matrimo­nio e l'accoglienza dei bambini. Esso si collega con il racconto della Genesi, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, dove l'uomo e la donna vengono descritti come coppia inseparabile. In questo testo risalta la dignità della donna, che, grazie al Sacramento del matrimonio, forma con l’uomo una coppia vivificata dall'amore. Significative le parole che Dio pronuncia proprio all'inizio: «Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gn 2,18). L'uomo non è stato creato per essere solo perché la sua vocazione è amare. Dio, che è Amore, lo ha voluto maschio e femmina perché nell’unione familiare si potesse riflettere il mistero dell’amore e della comunione trinitaria di Dio. Dio ha creato l’essere umano a sua immagine e somiglianza e ha voluto che la famiglia fosse la cellula base dell’umanità e culla della vita sbocciata dall’amore.

Questo disegno originario di Dio lo ritroviamo anche nel Catechismo e nel Compendio della Chiesa Cattolica con riferimenti precisi all’essenza della nostra fede e della nostra testimonianza cristiana. Vi si legge ad esempio che la famiglia è la “cellula originale della vita sociale”, poiché, “la vita di famiglia è una iniziazione alla vita nella società” (n. 2207). Il vostro Vescovo conosce bene questi testi per essere stato Segretario, durante diversi anni, della commissione incaricata della stesura di questi importanti documenti, lavorando accanto all’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. E sono certo che saprà, con animo di pastore, trasmettervi le ricchezze dottrinali e spirituali in essi contenute guidandovi, cari fedeli di Frascati, sempre più alla conoscenza di quella Verità che ci fa liberi e di quell’amore vero, sorgente di unità della famiglia, che ha la sua ultima ragione solo in Gesù Cristo.

Quante volte i Vescovi italiani in questi anni hanno ripreso questo tema, preoccupati della condizione in cui versano non poche famiglie! La famiglia va aiutata a svolgere la sua indispensabile missione nella Chiesa e nella società. Il Papa Benedetto XVI ha più volto ricordato che la parrocchia, che è famiglia di famiglie, deve diventare sempre più una rete di solidarietà autentica perché ci sia sostegno reciproco ed insieme si possano affrontare quelle difficoltà ed ostacoli che talora segnano la rottura dell’unità e della comunione familiare.

La pagina evangelica che abbiamo ascoltato, ci invita a riflettere su una delle principali cause della crisi della famiglia, che oggi tanto ci preoccupa: l’aumento dei divorzi. A questo problema sociale e religioso ha fatto riferimento anche il Santo Padre la scorsa settimana ricevendo i Vescovi brasiliani nella visita cosiddetta ad Limina. “La coscienza diffusa del mondo secolarizzato – ha detto il Papa - vive nell’incertezza più profonda, soprattutto da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio. L’unico fondamento riconosciuto sembra essere il sentimento, o la soggettività individuale, che si esprime nella volontà di convivere” (L’Osservatore Romano, 26 settembre 2009, p.1). Nel Vangelo quest’oggi Gesù pone il dito proprio su questa piaga. Abbiamo ascoltato i farisei chiedere a Gesù, per metterlo alla prova, se sia lecito a un marito ripudiare la propria moglie (cfr Mc 10,2). In verità nella legge di Mosè era prevista la possibilità di ripudiare la moglie e in quel caso l’uomo doveva dare alla moglie un atto di ripudio, in modo che ella potesse dimostrare di non essere più sottoposta a lui. A questo punto, chiarita la posizione di Mosè, Gesù corregge la legge mosaica, dimostrando in tal modo la sua autorità, come ad esempio fa anche nel Discorso della montagna (cfr Mt 5-7). Dice dunque ai farisei: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma» (v. 5). E rifacendosi al disegno originario della creazione aggiunge: Iddio «dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola» (vv. 6-7). L'intenzione originaria di Dio è dunque un'intenzione di unio­ne e di fedeltà reciproca tra l'uomo e la donna: essi non sono più due, ma una sola carne. Perentoria e decisa è la conclusione: «Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (v. 9).

L’insegnamento di Gesù è chiaro, difende la di­gnità del matrimonio. Per questo la Chiesa non esita a ribadirlo con forza pur andando spesso controcorrente rispetto alle mode dei tempi. E questo perché il matrimonio è un'unione di amore e l'amore autentico implica fedeltà, la fedeltà appunto nell'amore. L’insegnamento di Gesù, che è valido per ogni epoca ed ogni cultura perché radicato nella verità dell’uomo, è certamente esigente, ma è ispirato dall'amore e intende difendere l'amore. Nelle nostre società secolarizzate, purtroppo, tante unioni matrimoniali vengono rotte, e il divorzio, come dicevo, diventa sempre più frequente. Mentre presenta nella sua integralità e nella sua verità il Vangelo della famiglia, la Chiesa si pone accanto alle tante famiglie oggi ferite dalle separazioni; non le condanna perché si rende conto della complessità dei problemi, ma, come il buon Samaritano, si china su di loro, oggi sottoposte ad attacchi molteplici e da molti fronti, per offrire ad esse il suo conforto e l’aiuto della grazia e della misericordia divina. Solo infatti il sostegno di Dio ci aiuta a superare le difficoltà e mantenerci fedeli ciascuno alla nostra vocazione.

Qualcuno, vedendo come vanno le cose, sarebbe invece tentato di pensare che la fedeltà coniugale, la stabilità familiare sono realtà di altri tempi. Ma non è così: oggi come ieri non è mai facile portare felicemente a compimento la missione familiare, ma con l’aiuto di Dio ciò é possibile. Pensiamo agli esempi di famiglie sante di questi nostri tempi. I coniugi Beltrame Quattrocchi, beatificati il 21 ottobre 2001 hanno condotto una vita assolutamente normale; ugualmente, più in là nel tempo, i coniugi Martin, genitori di santa Teresa del Bambino Gesù. Eroica è stata poi la testimonianza di santa Gianna Beretta Molla. E qui, vicino a noi, presso il Centro internazionale del Movimento dei Focolari di Rocca di Papa, proprio domenica scorsa il vostro Vescovo ha solennemente concluso la fase diocesana apertasi nel 2004, del processo di beatificazione di Igino Giordani scrittore, giornalista, ecumenista e patrologo, considerato, accanto a Chiara Lubich “padre fondatore” del Movimento dei Focolari. Sposato e padre di 4 figli, il Servo di Dio Igino Giordani porta in primo piano la realtà delle famiglie che assumono il Vangelo come regola della loro vita. Famiglie nuove nascono solo dal Vangelo perché, scrive Igino Giordani “le soluzioni cristiane dei dissidi sociali sono semplici e si riportano a un principio: l’amore. Sta qui la chiave di volta del sistema sociale dell’Evangelo”. Ed il Vangelo è sorgente inesauribile a cui possiamo attingere senza sosta.

Il brano evangelico che abbiamo ascoltato in questa liturgia domenicale, completa il quadro familiare con un prezioso insegnamento sull' accoglienza dei bambini, a partire proprio dall’ambito familiare. Nella recente visita a Praga, nella Chiesa dedicata a Santa Maria della Vittoria, dove è venerata la piccola statua del Bambino Gesù, conosciuta come “Gesù Bambino di Praga”, il Papa ha pregato per tutti i bambini e le famiglie del mondo. Ha anche ricordato che “ogni essere umano è figlio di Dio e quindi nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare”, (L’Osservatore Romano, 27 settembre 2009, p. 7). I bambini vanno amati anche perché hanno l'atteggiamento giusto per accogliere il regno di Dio: un atteggiamento di pieno abbandono e fiducia nei loro genitori. Ecco perché il Signore ci esorta ad imitarli, per accogliere con semplicità il regno di Dio, che Egli ci offre nel suo grande amore paterno.

Caro Mons Martinelli, che inizi la tua attività di Pastore di questa Chiesa di Frascati, a te il Signore affida questa comunità diocesana verso la quale devi svolgere il ministero di una speciale paternità spirituale e pastorale, imitando il Buon Pastore. Come è bella l’immagine che fin dalle origini i primi cristiani avevano fatta del Buon Pastore che porta sulle spalle la pecora più debole! Ma è altrettanto bello ricordare il gregge unito e concorde che riconosce la voce del suo pastore e lo segue (cfr Gv 10,5).

A voi tutti, cari fedeli di questa Diocesi, rivolgo l’augurio di rimanere fedeli a Cristo, pur con le vostre umane debolezze, come l’Apostolo Pietro, al quale questa Basilica Cattedrale è dedicata. il Patrono d’Italia san Francesco, di cui domani si celebra la festa, i vostri Santi protettori, e soprattutto la Madonna, vi aiutino a spalancare il vostro cuore a Dio, Padre misericordioso, pronto ad accogliere ogni suo figlio. Amen!

 

top