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PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MONS. JOSÉ SERRANO RUIZ
LA CENTRALITÀ DELLA PERSONA NELLA GIURISPRUDENZA CORAM SERRANO

INTERVENTO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Martedì, 12 gennaio 2010

 

Cari Amici, 

sono lieto di partecipare a questo significativo evento culturale nel quale, in occasione della presentazione dell'opera di un illustre canonista, Mons. José Serrano Ruiz, mi viene offerta l'occasione d'incontrare amici e docenti con i quali condivido la passione e lo studio delle scienze giuridiche.

Saluto i Signori Cardinali, i Presuli, i sacerdoti, le Autorità e particolarmente i curatori dei volumi e gli illustri Relatori che interverranno per presentare nel dettaglio l'opera La centralità della persona nella giurisprudenza coram Serrano, edita dalla Libreria Editrice Vaticana, qui rappresentata dal direttore don Giuseppe Costa. Rivolgo un grato e cordiale pensiero a Mons. José Serrano Ruiz, che con questi volumi mette a disposizione, specialmente degli operatori della giustizia ecclesiale, le proprie esperienze maturate in un quasi quarantennale ministero giudiziale e come docente presso il Tribunale Apostolico della Rota Romana.

Ho accolto volentieri l'invito rivoltomi a introdurre questa manifestazione, non solo per la stima e l'amicizia che mi legano al caro Mons. Serrano, ma anche perché ritengo che l'opera che oggi viene presentata costituisca un rilevante contributo alla comprensione di una prospettiva fondamentale della missione della Chiesa e segnatamente nell'ambito giudiziario: la centralità della persona umana. Tale prospettiva, così presente nel nostro tempo, non è mai stata assente nella Chiesa, come attestano numerosi ed importanti documenti del Magistero, come le Encicliche Mater et Magistra e Pacem in terris di Giovanni XXIII; Ecclesiam suam e Populorum progressio, di Paolo VI; la Costituzione Gaudium et spes e il Decreto Dignitatis humanae del Concilio Ecumenico Vaticano II; la Veritatis Splendor, la Mulieris dignitatem, la Laborem exercens e la Tertio millennio adveniente di Giovanni Paolo II; fino alle tre Encicliche Deus caritas est, Spe salvi, Caritas in veritate del Sommo Pontefice Benedetto XVI. Un tale interesse da parte del Magistero ha avuto puntuali riflessi in un settore così centrale come il matrimonio, che pervade ampi spazi della teologia dogmatica, della teologia morale, della psicologia, della sociologia e della politica. La riflessione giudiziale sul matrimonio, elaborata con cura e profondità dalla Chiesa in secoli di veterum et recentiorum sapientia, ha il merito di cogliere nei fatti concreti tutta quella ricchezza di aspetti trascendenti, che, per il bene della persona e della società, si racchiudono nel matrimonio (cfr Gaudium et spes, nn. 47, 48; cfr Cicerone De officiis, lib. I, XVII, 54: "prima societas in ipso coniugio est... principium urbis et quasi seminarium rei publicae").

Un duplice filo conduttore lega i volumi dell'opera di Mons. Serrano: la fedeltà alla Chiesa, alla sua Tradizione, veicolo di una Rivelazione immutabile; e la fedeltà al tempo, al nostro tempo, così stimolante di nuove idee e così minacciato da gravi rischi. In tale contesto, non schivo di situazioni problematiche, l'identità del matrimonio richiede di essere difesa ed esaltata come un bene insostituibile per la persona, per la famiglia e per la società, di fronte a tendenze che ne contrastano il valore. Le molteplici sollecitazioni, di carattere socio-culturale, a cui è sottoposto l'istituto matrimoniale, non possono esimerci da una riflessione sugli elementi determinanti e qualificanti dell'unione tra uomo e donna. Nell'opera di Mons. Serrano non mancano testimonianze che, esaltando l'importanza e l'imprescindibilità del matrimonio, stimolano ad esporre con chiarezza i principi cattolici in modo che il matrimonio rimanga l'alveo naturale di espressione di un amore, che non può essere svilito e banalizzato nella sua espressione erotica o passeggera (cfr Gaudium et spes, 49).

Accanto alla difesa dell'irrinunciabile identità del matrimonio è urgente, altresì, accogliere ed assumere, in quanto hanno di positivo e di cristianamente accettabile, i recenti contributi della scienza e le autentiche aspirazioni degli uomini (cfr Gaudium et spes, 40 ss). La filosofia, la psicologia, l'antropologia, la sociologia, ci propongono un'immagine dell'uomo odierno molto fragile e diversa da quella con cui erano abituati a misurarsi i canonisti di un tempo. Il mistero nuziale cristiano postula un'irrinunciabile immutabilità non solo in ordine alla durata, ma anche al contingente dinamismo di ogni epoca. Questa è la grande sfida del matrimonio oggi.

A tale proposito, emerge una questione: matrimonio-istituzione o matrimonio-personale? L'Istruzione Dignitas connubii ha colto il problema (cfr Proemio, initio) ma sembra aver dato una soluzione ancora poco incisiva. Penso, invece, che qui si tratti di superare un falso conflitto. L'istituzione senza il riferimento alla persona risulta un'entità astratta, che attende il soffio vitale che solo può arrivare dalla sua realizzazione concreta. D'altro canto, la persona-coniuge senza l'istituto del matrimonio può essere esposta a crisi di identità, a incertezze e insicurezza. Pertanto, la grande sfida, cui siamo chiamati, è quella di infondere nuova linfa di personalità, di personeità come suggerisce il neologismo del filosofo spagnolo Xavier Zubiri citato nelle pagine del libro. Attraverso questo impulso di personeità, il matrimonio riacquista le potenzialità che gli sono proprie. Infatti, superato il concetto di contratto, l'accordo nuziale si fa impegno, alleanza, comunione, mentre le proprietà del matrimonio, a volte valutate in modo troppo astratto e teorico, si sostanziano di contenuto valoriale e diventano qualità cristiane, valori di fede e di spiritualità, oltre che qualità naturali.

In questa impostazione, che ricorre abbondantemente nella giurisprudenza di Mons. Serrano, il matrimonio presenta un duplice arricchimento: la totalità irripetibile del soggetto e la sua comunicabilità. Entrambi questi elementi sono entrati in modo impellente nelle cause di nullità per incapacità, portando alla esplorazione di altri spazi del pianeta umano: affettività, emotività, empatia, sessualità, maturità, che molto si addicono all'amore e al patto nuziale. La comunicabilità poi, vale a dire la capacità si uscire da sé per darsi all'altro, trova nella analisi psicologica odierna il pieno riconoscimento di quella espressione conciliare (cfr Gaudium et spes, 48) che la legge vigente raccoglie nel can. 1057: un uomo e una donna si donano e si accettano reciprocamente per costituire il matrimonio.

Cari amici, l'opera che oggi viene presentata offre una preziosa occasione per riflettere sull'importanza del matrimonio tra uomo e donna. Esso è un bene tale per la società, che non può essere lasciato al prevalente giudizio dell'individuo, ma richiede che la società, nell'interesse comune, tuteli in modo da garantirne quella stabilità, richiesta dalla sua stessa natura. Rinnovo il mio vivo compiacimento a Mons. Serrano per l'importante pubblicazione e per quanto ha operato in questi anni al servizio della giustizia della Chiesa. Desidero estendere il mio apprezzamento anche ai Collaboratori, che nel secondo volume, in omaggio al loro maestro, hanno presentato interessanti contributi che denotano una particolare passione per la canonistica matrimoniale e che incoraggio a proseguire con serietà nel loro importante lavoro. La Chiesa ha bisogno di sacerdoti e di laici che si dedicano con umiltà e verità al servizio del diritto canonico, la cui legge suprema è l'amore.

 

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