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VISITA AL PRESEPIO DEI CARABINIERI
DELLA STAZIONE “PORTA CAVALLEGGERI”

DISCORSO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Martedì, 2 febbraio 2010

 

Signor Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri,
Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l’Italia,
Signor Comandante della Compagnia San Pietro,
Cari Carabinieri!

Sono lieto di incontrarvi davanti a questo artistico presepio che colloca in uno scenario tipico della zona vesuviana l’evento del Natale. Fino ad oggi, Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, esso ha testimoniato a ciascuno di voi l’amore di Dio per gli uomini, che si rivela nel Verbo che “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14).

Ringrazio vivamente il Generale Leonardo Gallitelli, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, per le parole che ha voluto indirizzarmi e ricambio il delicato pensiero con sentimenti di distinta considerazione e con fervidi auguri per il suo alto servizio.

La scena della Natività appartiene al linguaggio della fede e a noi che abbiamo ricevuto questo grande dono, continua a svelare, in un contesto carico di stupore, di affetti e di ricordi, la benevolenza di Dio, che, assumendo la nostra natura umana, si è reso visibile nel Bambino di Betlemme. In Lui siamo liberati dalle tenebre del peccato e della morte e alla nostra natura umana viene ridonata l’antica bellezza, conferitale dal Creatore.

Nella Festa di oggi, quel Bambino nato nella povertà della grotta di Betlemme, da Maria e Giuseppe viene presentato al Tempio e riconosciuto dal vecchio Simeone come il Salvatore, luce delle genti e gloria di Israele.

Anche noi, che a Natale abbiamo accolto l’annuncio di gioia e di pace, proclamato dagli Angeli, e abbiamo riconosciuto la presenza dell’Emmanuele, il “Dio con noi”, siamo stati coinvolti nel meraviglioso evento da questo segno povero ed umile della venuta del Verbo di Dio tra noi. Esso ci ha ricordato come quella rappresentazione non è una scena lontana, ma riguarda la nostra vita e che ciascuno di noi è parte attiva di quel presepio vivente, in cui si svolge la Storia della Salvezza.

I nostri presepi, pur riproducendo ogni anno schemi e modelli antichi, diventano attuali perché ci fanno cogliere con stupore sempre nuovo che, nel Bambino appena nato, Dio è qui, accanto alle gioie, alle sofferenze e alle speranze dell’umanità e irrompe nella nostra vita per spalancarci i suoi orizzonti e per coinvolgerci nello stile del suo amore che, incarnandosi, si fa prossimo ad ogni fratello per redimerlo e salvarlo.

Il compito che svolgete, a tutela dei pellegrini che vengono in Vaticano ad incontrare il Papa ed essere da Lui confermati nelle fede, ed a vivere esperienze di preghiera e di comunione presso la Tomba dell’Apostolo Pietro, porta ciascuno di voi ad accostarvi ad un’umanità varia, in cerca di Dio e spesso dolente. L’immagine del presepe contemplata in questo tempo natalizio, vi aiuti a vivere, sull’esempio del Verbo incarnato, una vicinanza premurosa e responsabile verso quanti incontrate nel vostro lavoro.

Grazie a tutti voi per il gentile invito e per la cordiale accoglienza, grazie per il generoso e quotidiano impegno che svolgete attorno al Vaticano e tante volte anche per me, facilitando il mio servizio alla Chiesa e al Santo Padre Benedetto XVI. Un pensiero riconoscente rivolgo al Signor Domenico Bonifacio per averci donato questa bella rievocazione della Natività. A tutti voi, cari Carabinieri, assicuro la mia preghiera, mentre, per intercessione della Madre di Dio, invoco per ciascuno e per le vostre famiglie ogni grazia e benedizione celeste.

 

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