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INCONTRO CON LE RECLUTE
DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Martedì, 2 marzo 2010

 

Care nuove Guardie Svizzere
Gentili Signore e Signori!

ho accettato volentieri l’invito a presiedere questa celebrazione eucaristica, che precede il vostro inserimento nella speciale comunità di lavoro e di servizio della Guardia Svizzera Pontificia. Vi saluto con affetto, affidando al Signore i vostri nuovi impegni, le vostre attese e le vostre speranze.

Rivolgo un cordiale pensiero al vostro Comandante, il Signor Colonnello Daniel Anrig e al vostro Cappellano, Mons. Alain de Raemy, che ringrazio per il gentile invito. Con loro saluto quanti vi sono vicini, in questa circostanza e in questo primo periodo di permanenza in Vaticano.

La preghiera di Colletta che abbiamo appena recitata, ci aiuta a disporci a vivere con fede questa Celebrazione eucaristica e a chiedere al Signore di custodire la Chiesa con continua benevolenza, di liberarla sempre dai pericoli e di guidarla alla salvezza. Chiedendo al Padre questa grazia, abbiamo pregato in qualche modo anche per voi, chiamati a proteggere Colui che il Signore ha scelto per guidare la barca di Pietro, il Papa Benedetto XVI, cui va il nostro affetto, la nostra ammirazione e la nostra fedele devozione.

Infatti, quanti fanno parte del Corpo della Guardia Svizzera, quasi Angeli custodi del Papa, vegliano ininterrottamente sulla sua persona, durante le celebrazioni liturgiche in San Pietro, le Udienze Generali, le visite Pastorali, e gli sono accanto in occasione delle visite di Capi di Stato e di Governo, di Ministri ed Ambasciatori ed in altri momenti solenni del Suo ministero. Loro compito è anche quello di vigilare sul Palazzo Apostolico. Ne consegue che quanti hanno il privilegio di avvicinare il Santo Padre o di vederlo in televisione, sono portati ad associare sempre la Sua figura ed il Suo ministero all’umile e prezioso servizio della Guardia Svizzera.

Allo svolgimento di tale compito voi vi state preparando da tempo, attraverso numerosi esami e tappe, già definiti, che, come questa Celebrazione eucaristica, mirano ad inserirvi e a farvi sentire parte di una storia lunga e gloriosa, costruita giorno dopo giorno da tanti vostri colleghi che da più di 500 anni hanno servito e servono il Papa e la Chiesa con fedeltà, amore, dedizione e talora con il sacrificio della propria vita (conoscete il glorioso sacrificio, avvenuto 6 maggio 1527, dei 147 giovani appartenenti alla Guardia Svizzera, uccisi con il loro Comandante Kasper Roeist per difendere il Papa Clemente VII).

Questa celebrazione si iscrive opportunamente nel tempo di Quaresima, che è tempo di verità, di conversione e di rinnovata fedeltà al Signore. In tale contesto, la vostra vicenda personale riceve dall’ascolto della Paola di Dio motivi nuovi di fedeltà e di autenticità.

“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1,17), abbiamo ascoltato nella prima Lettura, tratta dal Libro del Profeta Isaia. Il Signore, per bocca del profeta, invita a non assuefarsi al male, ma a mettersi in discussione, per aprirsi alle prospettive di Dio e ritrovare la via della verità e della giustizia. Ci ricorda, altresì, che la via della conversione non è preclusa a nessuno, se ha il coraggio di rimettersi in cammino e ci indica nel servizio ai fratelli più bisognosi uno dei mezzi più efficaci per tornare a lui. In questo brano troviamo un utile insegnamento anche per voi. La fedeltà alla propria missione è garantita dall’umiltà di saper riconoscere i propri errori e di aprirsi continuamente a prospettive più grandi, vivendo in maniera convinta il grande precetto dell’amore verso Dio e verso i fratelli, soprattutto i più deboli. Analogo invito a non chiudersi nelle proprie sicurezze, ma a vivere la grande legge dell’umiltà e a cercare la vera grandezza, ci viene rivolto da Gesù nel Vangelo di Matteo, appena letto: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato” (Mt 23, 11-12)

Anche queste parole di Gesù contengono un insegnamento per chi è chiamato a svolgere gli incarichi di fiducia che vi verranno conferiti e che vanno vissuti non come occasioni di fatua esaltazione e di false sicurezze, ma come grande opportunità per guardare all’unico Maestro, Cristo, e imparare da Lui a non fare nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma a considerare con tutta umiltà gli altri superiori a se stessi, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri (Cfr Fil 2,3). Come pure a trovare nella gratitudine e nell’umiltà la vera grandezza, che non attende riconoscimenti mondani, ma soltanto la gioia di aver ben servito Dio e i fratelli, sull’esempio di Colui che “assumendo una condizione di servo.. umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” e per questo “Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome” (Fil 2, 7-9).

Inizierete fra poco il vostro servizio accanto al Santo Padre, un servizio che talora vi darà una qualche notorietà e prestigio, facendovi vivere momenti eccezionali. La Parola di Dio vi offre la dimensione autentica del vostro particolare lavoro e vi invita a vedere in questa straordinaria esperienza che state per iniziare una grande opportunità perché il Signore faccia crescere in voi l’uomo nuovo, l’uomo salvato e vi faccia vivere la vostra fedeltà al Papa come il momento più alto della fedeltà a Dio e ai fratelli.

Auspico che questo periodo della vostra vita sia per ciascuno di voi momento di grazia e di crescita nella fede, tempo prezioso da condividere insieme a tutti coloro che sono chiamati a questo speciale servizio. Il Signore, per l’intercessione della Madre di Dio, dei vostri Patroni, i Santi Martino e Sebastiano e del Santo protettore, Fratel Klaüs di Flue, vi sia vicino e vi doni la gioia di servirlo.

Dio Padre buono e provvidente ricolmi di ogni grazia e di abbondanti favori celesti, anche le vostre famiglie che vi hanno educato con generosità alla fede cattolica, all’amore al Santo Padre e alla fedeltà alla Sua persona e al Suo universale ministero Apostolico.

 

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