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CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN OCCASIONE
DEL 90° ANNIVERSARIO DELLA PROCLAMAZIONE
DELLA B.V. MARIA DI LORETO PATRONA DELL’AVIAZIONE

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Loreto
Giovedì, 25 marzo 2010

 

Venerati Fratelli,
illustri Autorità,
cari fratelli e sorelle!

E' sempre motivo di grande gioia spirituale visitare questa Basilica, fermarsi a pregare nella Santa Casa, e specialmente accostarsi all'Eucaristia, per ricevere il Corpo e il Sangue del Signore, verum Corpus natum de Maria Virgine, come canta la celebre antifona. Tutto ciò trova il suo contesto liturgico più favorevole proprio nell'odierna solennità dell'Annunciazione del Signore, in cui celebriamo il mistero dell'Incarnazione del Verbo nel seno della Vergine Maria. Ringrazio Dio che mi ha concesso di compiere oggi questo pellegrinaggio.

C'è una particolare circostanza che ci ha riuniti: il 90° anniversario del Decreto col quale, il 24 marzo 1920, il Papa Benedetto XV, tramite la Sacra Congregazione dei Riti, proclamava la Beata Vergine Maria di Loreto Patrona di tutti i viaggiatori in aereo. Per tale ricorrenza si è verificata una proficua collaborazione tra la Delegazione Pontificia, il Comune di Loreto e l'Aeronautica Militare, nonché le Amministrazioni Regionale e Provinciale, così che con oggi prende avvio una serie di momenti di riflessione, di preghiera e di studio, che si succederanno fino al 10 dicembre prossimo, memoria liturgica della Traslazione della Santa Casa.

Il Santo Padre Benedetto XVI mi ha incaricato di portare a tutti voi la Sua Benedizione, come già partecipato nel Messaggio inviato per questo speciale anniversario a Sua Eccellenza Mons. Giovanni Tonucci, Delegato Pontificio per il Santuario Lauretano, che saluto con viva cordialità. Saluto anche gli altri Vescovi presenti, le Autorità civili e militari, e i Frati Cappuccini.

Nel Messaggio, il Santo Padre considera in prospettiva storica il legame tra l'aviazione e la sua celeste Patrona. Ora invece meditiamo sulla Parola di Dio che abbiamo ascoltato, con l'atteggiamento interiore della Vergine Maria, che a Nazaret accolse l'annuncio dell'Angelo. Non dobbiamo mai dare per scontato questo fatto, che cioè Maria ascoltò, e ascoltando rispose, e rispondendo concepì. Sì, bisogna pensare che avrebbe potuto anche non ascoltare! Come capita a volte a tutti noi: quando siamo distratti, quando la nostra mente è assorbita da pensieri e preoccupazioni. Se in certi momenti venisse anche un angelo dal cielo, probabilmente non riuscirebbe ad ottenere la nostra attenzione, al massimo un'emozione superficiale, ma quella non basta ad aprire le profondità del cuore; per questo ci vogliono silenzio e raccoglimento. Sicuramente a Nazaret - la Nazaret di 2000 anni fa, un borgo rurale di pochi abitanti - l'ambiente era più tranquillo che nelle nostre città. Tuttavia, Maria era una giovane che doveva sbrigare non poche faccende, e soprattutto la sua mente era occupata dai progetti della sua vita: era promessa sposa di Giuseppe, e al tempo stesso voleva consacrare tutta se stessa a Dio... Insomma, non pensiamo che Maria fosse priva di pensieri e di problemi. Il fatto è che il suo cuore era abitualmente attento a quel "sussurro di brezza leggera" in cui si rivela la presenza di Dio (cfr 1 Re 19,12). Per questo Ella era non occasionalmente, ma intimamente e costantemente in ascolto. Questo è il primo messaggio che il mistero odierno ci offre, ed è un richiamo salutare per noi, che viviamo spesso nel rumore e nella concitazione.

Entrando poi nel merito delle Letture bibliche, bisogna prima di tutto sottolineare che la liturgia colloca decisamente il "sì" di Maria all'interno del "sì" di Cristo, l’ "eccomi" della Madre nell' "eccomi" del Figlio (Salmo resp. e II Lettura). Senza nulla togliere alla libertà e alla responsabilità di Maria, si afferma in modo inequivocabile che il suo ruolo nella storia della salvezza è totalmente relativo a Cristo, e che proprio in questo sta tutta la grandezza della Vergine di Nazaret, grandezza che la Chiesa riconosce al punto da attribuirle il titolo di Theotokos, Madre di Dio. Le antifone, le orazioni, il prefazio concorrono a porre in risalto l'azione di Dio, in particolare del Verbo che, obbediente al Padre e con l'opera dello Spirito Santo, "venne ad abitare in mezzo a noi" prendendo da Maria la nostra carne mortale. Come dice il profeta Isaia: "Il Signore stesso vi darà un segno" (Is 7,14). L'iniziativa è di Dio, e il segno è questo: un bambino, figlio della vergine; un bambino che, nella sua piena umanità, sarà "Figlio dell'Altissimo", "santo" e "Figlio di Dio" (Lc 1,32.35), sarà chiamato "Emmanuele", cioè "Dio con noi", e "Gesù", che significa "Dio salva". Nei titoli e nei nomi, che in questi testi vengono attribuiti al Verbo incarnato, noi abbiamo già un ritratto stupendo del suo Volto divino e umano, e anche della sua missione: quella cioè di salvarci dal dominio del peccato e portarci nella signoria di Dio. Questa missione la troviamo riassunta alla fine della seconda Lettura, là dove la Lettera agli Ebrei afferma che "mediante quella volontà - cioè la volontà di Dio Padre - siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre" (Eb 10,10). Per liberarci dalla schiavitù del peccato era necessaria la volontà di Dio, ma era necessario anche il corpo di Gesù, assunto dalla Donna prescelta per essere Vergine e Madre e preservata a tale scopo dal contagio della colpa di origine. Ecco il mistero che oggi celebriamo: mistero di amore misericordioso e umile, che non finirà mai di stupirci per la sua infinita grandezza e bontà.

Mi sembra che questo mistero ci suggerisca una riflessione di carattere spirituale intonata alla circostanza che stiamo commemorando, cioè il fatto che la Chiesa abbia scelto proprio la Vergine Lauretana quale patrona di tutti i viaggiatori in aereo. Se da una parte è evidente che tale accostamento dipende dalla devota tradizione del "volo" della Casa di Maria dalla Terra Santa fino a questo colle, diventa significativo meditare proprio sul "volo" in senso spirituale, sul rapporto tra cielo e terra, tra Dio e l'uomo, tra l'aspirazione umana a salire in alto e il movimento di Dio verso il basso, verso la terra. Il Dio della Bibbia è il Creatore, Colui che i cieli non possono contenere e che, nello stesso tempo, ama la terra, ama gli uomini e la storia, e nella pienezza dei tempi ha voluto porre la sua dimora in mezzo a noi. C'è come una "gara", in cui l'uomo gareggia con Dio per salire nel cielo, e Dio gareggia con l'uomo per scendere sulla terra. Al mito del volo, che esprime la tendenza dell'uomo a superarsi, a vincere la legge di gravità e sperimentare la massima libertà, corrisponde - per contrasto - la rivelazione di un Dio che discende dal cielo, cioè dalla sua dimensione divina, per incontrare gli uomini, fare comunione con loro, e per questo si abbassa fino a scomparire nell'infinitamente piccolo, diventando un punto dell'universo e della storia. Osservando le cose da questa prospettiva, ci appare evidente che il vero "volo" l'ha fatto Dio! Infatti è infinitamente più grande il "salto" che fa Dio per incarnarsi, piuttosto che qualsiasi impresa spaziale umana, anche la più ardita. E proprio questa vertiginosa discesa di Dio è al servizio della nostra ascesa, serve per farci "volare" verso di Lui. E' come un'aquila che, per insegnare ai suoi piccoli a volare, deve lasciare per un po' le grandi altezze e muoversi rasoterra.

La Vergine Maria è la prima discepola di questo straordinario "maestro di volo" che è Dio. Dalle sacre Scritture, Lei aveva imparato che Dio abbassa i superbi e innalza gli umili (cfr Lc 1,51 - 52; 1 Sam 2,7-8), e così, portando nel suo cuore l'aspirazione ad essere con Dio, invece di esaltarsi, sapeva rimanere piccola e nascosta, per compiere il bene solo agli occhi del Padre celeste, che "vede nel segreto" (Mt 6,4.6.18). In questo modo, con la sua umiltà, Maria ha attirato lo sguardo del Signore, che l'ha prescelta per essere la madre del suo Figlio. E così, possiamo dire che Dio ha associato Maria al suo "volo": l'ha portata con sé nell'umiliazione, fino all'abisso della Passione, e l'ha innalzata alla gloria della risurrezione, trasfigurandola ad immagine di Gesù e facendola sedere regina alla sua destra nei cieli. Ecco, in senso spirituale, il "volo" di Maria. Come dicevamo all'inizio, esso non è altro che la partecipazione al mistero di Cristo.

In sintesi, cari uomini e donne del volo, la vostra Patrona vi ricorda che la via che conduce al Cielo è sempre l'umiltà; e se anche, grazie a Dio, con i mezzi aerei riusciamo a percorrere le rotte dell'aria, noi rimaniamo sempre creature, non dobbiamo aspirare a cose troppo alte, ma piuttosto a quelle umili (cfr Rm 12,16). Soprattutto, come cristiani, dobbiamo essere al servizio gli uni degli altri (cfr Gal 5,13), in famiglia, sul lavoro e in ogni altro ambiente. E' l'amore, l'amore così come Gesù ce lo ha insegnato e comunicato nello Spirito Santo, che ci innalza verso la meta ultima del nostro viaggio terreno, che la Bibbia chiama "un cielo nuovo e una terra nuova" (Ap 21,1). Impariamo dalla Vergine di Nazaret ad accogliere Dio quale Signore della nostra vita e, con la sua materna protezione, aiutiamoci gli uni gli altri ad andare verso la meta. Nostra Signora di Loreto, prega per noi!

  
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