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 INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA IN OCCASIONE DEL
90° ANNIVERSARIO DELLA PRESENZA A ROMA
DEI CAVALIERI DI COLOMBO

INDIRIZZO DI SALUTO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Campidoglio
Mercoledì, 9 giugno 2010
 

 

Illustri Signori, Gentili Signore,

Sono lieto di rivolgere il mio cordiale saluto a tutti voi che prendete parte all’inaugurazione della Mostra allestita per ricordare i novant’anni della presenza a Roma dei Cavalieri di Colombo, conosciuti ovunque per le iniziative di solidarietà, di recupero del patrimonio dell'arte cristiana, della diffusione della cultura cattolica di cui si fanno promotori. In particolare, saluto le Autorità religiose, civili e militari qui presenti, con un pensiero speciale per il Signor Sindaco, on. Gianni Alemanno, che ci ha cordialmente accolti nella suggestiva cornice dei Musei Capitolini, sul Campidoglio. Desidero esprimere sentimenti di viva gratitudine al Supremo Cavaliere Carl Anderson; in lui saluto tutti i Cavalieri di Colombo, che da sempre manifestano uno spirito di profondo attaccamento alla fede cristiana e di leale fedeltà alla Sede Apostolica.

La presenza a Roma di questa significativa istituzione cattolica, sorta e diffusa specialmente negli Stati Uniti, risale ai tempi del Papa Benedetto XV, di venerata memoria. Egli osservò il grande lavoro caritatevole svolto dai Cavalieri di Colombo durante la prima guerra mondiale, e nel 1920 chiese loro di estendere l’attività nella Città eterna. Prese così avvio un apprezzato servizio reso alla popolazione romana e alla Santa Sede. Infatti, in questi novant’anni i Cavalieri di Colombo hanno operato con particolare sollecitudine in favore delle nuove generazioni, offrendo possibilità di svago e di gioco mediante centri ricreativi messi gratuitamente a disposizione di parrocchie, scuole, ospedali, istituti per disabili, centri di riabilitazione, istituti di formazione sacerdotale. Inoltre, hanno generosamente sostenuto non pochi progetti di restauro della Basilica di san Pietro in Vaticano, ed hanno cooperato altresì allo sviluppo di importanti settori delle comunicazioni sociali della Santa Sede.

In questa ricorrenza, mi sembra importante sottolineare quanto Benedetto XVI ha espresso nella sua prima enciclica Deus caritas est, a proposito della carità vissuta dai fedeli della Chiesa, nelle diverse forme associative. Tali espressioni costituiscono un opus proprium della Chiesa, un compito a lei congeniale. “La Chiesa – spiega il Santo Padre - non può mai essere dispensata dall'esercizio della carità come attività organizzata dei credenti e, d'altra parte, non ci sarà mai una situazione nella quale non occorra la carità di ciascun singolo cristiano, perché l'uomo, al di là della giustizia, ha e avrà sempre bisogno dell'amore” (n. 29).

Cari Cavalieri di Colombo, animati da questo spirito avete potuto offrire la vostra collaborazione alle istituzioni e alle altre realtà associative nelle varie opere di promozione spirituale e sociale, soprattutto nel campo che vi è proprio, quello della solidarietà. Desidero, pertanto, associarmi alla comune manifestazione di plauso e ringraziare pubblicamente i Cavalieri di Colombo, che nel mondo, e segnatamente a Roma, testimoniano l’amore di Cristo e della sua Chiesa per i più deboli e indifesi, i quali sono per tutta la comunità cristiana un richiamo eloquente dell’esigenza evangelica della carità.

L’inaugurazione di questa mostra commemorativa, oltre a porre in luce le notevoli iniziative di solidarietà dei figli spirituali del Venerabile Servo di Dio Michael McGivney, costituisce un’occasione propizia per riflettere sui valori e sui principi che guidano la loro azione. Essa si realizza in nome del Vangelo e in comunione con la Chiesa. Lungo tutta la propria storia, infatti, questa benemerita Istituzione si è contraddistinta per l’assidua azione caritativa, senza mai tralasciate il peculiare sostegno alla fede cattolica. Nel promuovere il benessere spirituale e materiale degli altri, i Cavalieri di Colombo onorano Cristo nel prossimo; attraverso una retta condotta personale, testimoniano la propria fede. Così vivendo e operando contribuiscono a trasformare la società dall’interno, a rinnovarla in Cristo e a farla diventare la famiglia di Dio.

Come dicevo, in questi decenni essi hanno operato nel nostro territorio con lodevole sensibilità, tanto da poter iscrivere al loro attivo una incisiva ed esemplare azione a favore della cultura della solidarietà e della civiltà dell’amore.

Illustri Signori e gentili Signore, nel ricordare i novant’anni di storia dei Cavalieri di Colombo nella città di Roma, elevo insieme a voi un pensiero di ringraziamento a Dio per il bene compiuto. In pari tempo, desidero incoraggiare questi solerti figli della Chiesa a continuare, con il proprio stile e con il proprio metodo caritativo, ad annunciare la verità del Vangelo, mediante la fedele adesione a Cristo e al suo eterno messaggio di salvezza. Formulo cordiali auspici affinché, in modo sempre più efficace, essi possano camminare verso il futuro, proseguendo sul sentiero finora percorso.

Il mio augurio, che formulo anche a nome del Santo Padre Benedetto XVI, è che voi possiate perseverare in linea con gli ideali che vi hanno mosso in questo periodo di feconda permanenza a Roma. Tutto questo, naturalmente, con l’aiuto di Dio, le cui benedizioni invoco abbondanti su di voi e sui vostri cari, mentre vi partecipo quella del Vescovo di Roma, il Sommo Pontefice. Grazie!

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