The Holy See
back up
Search
riga

 RIUNIONE COMUNE
DELLA BANCA DI SVILUPPO DEL CONSIGLIO D’EUROPA

INDIRIZZO DI SALUTO DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Venerdì, 11 giugno 2010
 

 

Signor Governatore,
Signori Presidenti,
Signore e Signori Ambasciatori,
Signore e Signori Amministratori
,

Sono particolarmente contento di potervi dare un cordiale benvenuto in Vaticano per la Riunione comune della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa. Vi saluto anche a nome del Santo Padre, che vi riceverà domani in Udienza.

Sono lieto che questo incontro annuale si realizzi per la prima volta in Vaticano, luogo in cui si trova la tomba di San Pietro e la Sede dei suoi Successori. La Divina Provvidenza, che guida la storia, ha voluto che, grazie al servizio del Papa, Roma diventasse il centro della Chiesa universale e il punto di riferimento per la sua unità.

Il processo di unificazione dell’Europa, al cui servizio stanno le Istituzioni europee, tra cui il Consiglio d’Europa, è di grande interesse per la Chiesa cattolica, perché, in un certo senso, riflette ciò che in essa è già realizzato: l’unità di uomini e donne, appartenenti a vari popoli e culture, in una grande famiglia.

Detto processo di unificazione dell’Europa è stato favorito, dopo l’esperienza di guerre terribili divenute mondiali, da politici come Schuman, Adenauer e De Gasperi, cattolici ispirati dal messaggio cristiano. In questo cammino la Chiesa ha sempre guardato alla grande Europa, occidentale ed orientale, oltre il drammatico muro che, per troppo tempo, l’ha divisa. Anche oggi la Chiesa cattolica si impegna per la costruzione di un’Europa fondata su quegli ideali della sua unificazione che furono perseguiti dai Padri Fondatori: la centralità della persona umana, la stabilità, la solidarietà.

Si comprende allora perché la Santa Sede, negli anni Settanta, abbia voluto partecipare, secondo la sua natura e missione specifica, ai lavori del Consiglio d’Europa. Esso rappresentava la prima Istituzione europea che avrebbe interessato tutti i Paesi del continente, con il compito prioritario della difesa e della promozione della pace, la tutela dei diritti di tutte le persone e di ogni nazione. La Santa Sede condivide questi valori fondati sulla dignità inviolabile di ogni persona umana e li promuove.

Nell’odierna sfida posta dalla globalizzazione – grande intreccio di popoli, razze, culture e religioni – il Santo Padre propone, come ha fatto nell’ultima Enciclica “Caritas in veritate”, la scoperta di una fraternità universale, fondata sulla morale inerente alla natura umana, per non incorrere in rischi enormi come il terrorismo, gli scontri di civiltà, le catastrofi belliche. Infatti, come ricorda il Santo Padre nella citata Enciclica (n.19): “la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l'uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità”. Il sottosviluppo, infatti, ha una causa ancora più importante della carenza di pensiero: la mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli. La Santa Sede, esperta nel dialogo tra le culture, promuove la collaborazione internazionale per il bene comune di tutti, impegnandosi, in particolare, per coloro che, nel mondo di oggi, si trovano al margine della nostre società. In tale prospettiva, la Santa Sede non si stanca di ricordare che “da un lato, la logica del dono non esclude la giustizia e non si giustappone ad essa in un secondo momento e dall'esterno e, dall'altro, che lo sviluppo economico, sociale e politico ha bisogno, se vuole essere autenticamente umano, di fare spazio al principio di gratuità come espressione di fraternità.” (Caritas in veritate, 34). Infatti “il mercato, lasciato al solo principio dell'equivalenza di valore dei beni scambiati, non riesce a produrre quella coesione sociale di cui pure ha bisogno per ben funzionare. Senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria funzione economica. Ed oggi è questa fiducia che è venuta a mancare, e la perdita della fiducia è una perdita grave. (Caritas in veritate, 35). Ritengo che queste riflessioni stiano al centro della problematica afferente al progresso e sono particolarmente lieto di condividerle con voi, che siete i protagonisti di una Banca che nella sua stessa denominazione si occupa di “Sviluppo”.

Aggiungo che, nel 1973, è stato proprio l’interesse per la solidarietà, la giustizia e la coesione sociale a spingere la Santa Sede a divenire membro della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, che era nata con la vocazione sociale di favorire la crescita del continente. Oggi prendiamo atto, con soddisfazione, che il Piano di sviluppo della Banca per il 2005-2009 è stato portato a compimento con successo, soprattutto a favore dei 21 Paesi con maggiori difficoltà dell’Europa centro orientale e sud-orientale.

Nel contesto attuale, a causa della crisi economico-finanziaria mondiale, è ancora più importante che la Banca rafforzi la dimensione sociale e solidale del suo lavoro. L’aumento della povertà e della disoccupazione, anche nei Paesi europei, porta con sé gravi conseguenze sociali e umanitarie. La Banca del Consiglio d’Europa può giocare un ruolo fondamentale nella soluzione di questi problemi. La situazione critica di incertezza finanziaria la pone davanti all’impresa di trovare un giusto equilibrio tra la preoccupazione di salvare la solidità finanziaria con un controllo intelligente dei rischi e l’urgenza di una nuova e più ampia solidarietà, con l’aumento dei prestiti e dei progetti che essa sostiene. Non è una sfida facile. La revisione strategica della Banca, attualmente in corso, può portare ad un approfondimento e chiarimento delle priorità da perseguire e ad una forma sempre più efficace di governo.

Il nuovo Piano di sviluppo della Banca per gli anni 2010-2014 vuole impegnarsi per uno sviluppo sociale sostenibile in tre ambiti: il rafforzamento dell’integrazione sociale, la gestione dell’ambiente, il sostegno delle infrastrutture a vocazione sociale.

Per la realizzazione di tale Piano mi sembrano molto significativi i progetti recentemente decisi e sostenuti dalla Banca in favore dell’educazione e della formazione professionale dei giovani in Germania e in Portogallo. Molto importanti sono anche i progetti per le abitazioni per persone vulnerabili nella ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, quelli intesi a creare posti di lavoro in Bulgaria, Croazia e Ungheria e quei progetti che, invece, si prefiggono di sostenere delle infrastrutture pubbliche a vocazione sociale in Polonia ed in Estonia. Condivido anche la convinzione che sia urgente stabilire una particolare collaborazione con la Moldova.

A differenza di altri Istituti bancari, la Banca di Sviluppo presta aiuti economici senza svolgere una politica orientata al semplice profitto. Vorrei ricordare, oltre ai tanti esempi del lavoro quotidiano, la donazione volontaria a progetti umanitari nella Georgia. Forse si è trattato solo di un piccolo gesto, ma è proprio con questi atti generosi che si può introdurre una nuova visione nel mondo dell’economia, in cui al centro ci sia l’essere umano, anziché il denaro. In questo senso, si possono vedere nella crisi anche dei segnali positivi. Si ritorna a parlare di etica, morale, trasparenza, fiducia, solidarietà e capitale umano. Sono sicuro che la Banca di Sviluppo possa essere esemplare in tutto questo e contribuire al cambiamento di paradigma dello stile di vita e del modello di consumo proprio dell’Occidente.

La Santa Sede non mancherà di dare il suo contributo specifico a quest’orientamento sociale e umanitario.

In tale spirito, con riconoscenza auguro a ciascuno di voi di avere la luce e la sapienza per dirigere la Banca nella fedeltà alla sua vocazione sociale e all’altezza delle sfide storiche che essa è chiamata ad affrontare.

Per aiutare questo cammino, mi auguro che ripartirete per Strasburgo e Parigi e per tutti i vostri Paesi portando con voi le tracce di luce, di solidarietà, di bellezza e di ospitalità che Roma e il Vaticano desiderano offrirvi.

  

top