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ORDINAZIONE EPISCOPALE DI S.E. MONS. MAURO MARIA MORFINO, SDB,
VESCOVO DI ALGHERO-BOSA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Domenica, 3 aprile 2011

 

Cari fratelli e sorelle,

celebriamo oggi la IV Domenica del Tempo di Quaresima, chiamata Domenica Laetare dal canto dell’Introito nel quale la Città santa di Gerusalemme è invitata ad aprire il cuore alla letizia per il compiersi dell’opera di Dio. In questa domenica, la tradizione liturgica cristiana si sofferma a scrutare l’orizzonte di luce che si profila con l’avvicinarsi dell’ormai imminente celebrazione della Pasqua del Signore. In questa luce pasquale oggi tutti insieme ci rallegriamo per l’ordinazione episcopale del nuovo Vescovo, il caro don Mauro Maria Morfino, al quale rivolgo il mio cordiale saluto, e lo estendo ai familiari, agli amici, ai confratelli salesiani e quanti gli fanno corona in questo momento così importante. Un deferente saluto rivolgo alle Autorità, con un pensiero speciale per i Presuli, i sacerdoti, come pure per tutti i fedeli laici di questa antica Diocesi di Alghero-Bosa.

Il ciclo liturgico ci invita a vivere e celebrare il cammino della Quaresima come una grande catechesi battesimale, che prepara i catecumeni al dono della vita nuova in Cristo. Il brano del Vangelo poc’anzi proclamato ha narrato il racconto della guarigione dell’uomo cieco dalla nascita. Gesù è presentato come Colui che porta avanti l’opera della Creazione: Egli, infatti, guarisce il cieco utilizzando del fango, che allude alla terra da cui Dio trasse l’uomo, “Adam” (cfr Gen 2,7). Gesù è Colui che dà salvezza mediante il segno della guarigione, che tuttavia ha bisogno della fede per essere decifrato e accolto.

Quale è il vero peccato dell’uomo? Da una parte Gesù sfata ogni pregiudizio che nasce dall’ignoranza sempre pronta ad accusare il debole, e dall’altra, mediante il segno forte della guarigione, indica che il vero peccato consiste nell’ostinatezza del non voler vedere e del non voler accogliere Lui come Luce del mondo. L’invito per ciascuno di noi, ripetutoci anche da san Paolo nel brano della Lettera agli Efesini, è quello di lasciare le tenebre del peccato e comportarci, quali figli della luce, mediante ogni bontà, giustizia e verità.

La prima lettura, tratta dal  Primo Libro di Samuele, presenta il racconto dell’elezione e della consacrazione di Davide quale re d’Israele, sottolineando lo stile di Dio, il suo modo di vedere: “L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore guarda il cuore” (v. 7). Davide è “il più piccolo” (v. 11) tra i figli di Iesse, tuttavia egli viene preferito da Dio ai suoi sette fratelli, fisicamente più prestanti. Dio non sceglie secondo criteri umani, ma guardando il cuore, cioè l’intimo della persona.

Anche oggi Dio continua a donare alla comunità cristiana pastori secondo il suo cuore, che si prendono cura dei propri fratelli. Questo dono oggi viene fatto in particolar modo a questa Chiesa di Alghero-Bosa nel sacramento dell’Ordinazione episcopale del suo nuovo Vescovo, Mons. Mauro Maria Morfino.

Carissimo don Mauro, veramente il Signore ha ricolmato tutta la tua esistenza dei suoi doni. Ti ha dato, quale prima e fondamentale grazia, quella della vita, germogliata e accolta in una famiglia profondamente cristiana, nella quale i tuoi genitori e i tuoi fratelli, sin dalla tua prima infanzia, ti hanno aiutato a comprendere ed accogliere quel cammino di adesione a Cristo luce e salvezza, che implica sempre una risposta personale e che col cieco risanato ti ha fatto rispondere: “Signore, io credo!”. Tale cammino è stato corroborato anche dalla presenza e dal ministero pastorale di tanti confratelli e presbiteri, in particolare del tuo parroco don Aldo Maria Conti, il cui ricordo resta in benedizione.

Ben presto il Signore ha posto nel tuo cuore il germe della vocazione religiosa e presbiterale, alla quale tu hai risposto con ardente e giovanile entusiasmo. Nella famiglia salesiana hai ricevuto la formazione al dono totale di te nella consacrazione al Signore e al ministero, divenendo diacono e poi presbitero. La Terra Santa è stata poi il luogo dei lunghi anni del perfezionamento della tua formazione umana, spirituale, culturale e teologica. Il dottorato in Scienze Bibliche presso lo Studium Biblicum Franciscanum a Gerusalemme è stato il coronamento di quel lungo e arduo cammino formativo, che ti ha visto anche impegnato nel ministero a favore delle comunità cristiane della Terra di Gesù, come pure accanto all’allora Delegato Apostolico, il caro e venerato Fratello Mons. Carlo Curis.

Sei poi ritornato in questa terra di Sardegna a servizio della Chiesa. Mediante il tuo prezioso servizio di docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna hai profuso nella formazione teologica e spirituale dei tuoi alunni, sia seminaristi sia laici, quell’amore alla Parola di Dio che sempre hai coltivato, secondo il Magistero del Concilio Vaticano II e dei Sommi Pontefici, fino alla recente Esortazione Apostolica postsinodale del Papa Benedetto XVI sulla Parola di Dio nella vita e nella Missione della Chiesa. Lungo questi anni il tuo proficuo lavoro non si è limitato all’ambito accademico, ma si è completato nel tuo generoso ministero di padre spirituale e predicatore di Esercizi Spirituali, che ti ha messo ancora più a contatto col popolo di Dio. Hai incontrato Vescovi, presbiteri, religiosi e religiose, laici delle più diverse estrazioni e condizioni.

Ti sei rivolto in modo particolare ai giovani con la pratica della Lectio Divina e con l’accompagnamento spirituale che da essa sgorga. È stato il modo più significativo col quale hai seguito l’esempio di san Giovanni Bosco, con la viva coscienza che le nuove generazioni hanno soprattutto bisogno del nutrimento della Parola di salvezza, che le possa aiutare ad accogliere il senso pieno della vita. Ai giovani hai insegnato ad aprire le porte del loro cuore a Cristo, non lasciandosi abbagliare dalle illusorie promesse di una vita basata e costruita lontano dai valori della Trascendenza e dell’antropologia cristiana. Particolarmente prezioso è stato il tuo servizio di Padre spirituale presso il Pontificio Seminario Regionale, come pure il tuo ministero a favore della vita consacrata.

Oggi la Chiesa, mediante la volontà del Papa e con la preghiera e con l’imposizione delle mani di noi Vescovi, ti rinnova solennemente il dono dello Spirito Santo e ti costituisce Pastore, successore degli Apostoli alla guida del Popolo cristiano. Caro don Mauro, sforzati costantemente di fare sintesi di ogni carisma all’interno della Chiesa a te affidata, promuovi i doni dello Spirito nella comunione, ricordando che presiedi la comunità adunata nel nome della Trinità Santa. Con l’Apostolo Paolo ti esorto a fare di questa Comunità diocesana di Alghero-Bosa una lettera scritta non con inchiostro ma con lo Spirito del Dio vivente (cfr 2Cor 3,2-3). Sul petto del Vescovo è posta la Croce: vivi di questo Mistero e insegna al popolo di Dio la conformazione a Cristo Crocifisso e Risorto. Vivi sempre nella luce di Cristo e a questa luce guida ogni fratello e ogni sorella che ti sono affidati.

Nel tuo stemma episcopale hai voluto raffigurare il rotolo della Parola di Dio, e fra poco ti verrà posto sul capo il libro del Vangelo: in comunione con i presbiteri e i diaconi tuoi collaboratori, sei chiamato ad essere il primo annunciatore del Vangelo di salvezza e a porgere ai fedeli il nutrimento del Pane di vita dalla mensa sia della Parola di Dio che del Corpo di Cristo. Promuovi la vita liturgica con particolare attenzione alla catechesi sacramentale e a tutta l’iniziazione cristiana. Nel medesimo stemma hai raffigurato anche il cuore fiammante della carità di Cristo. Con questo hai voluto mettere in risalto la preziosa indicazione data da don Bosco a tutti noi suoi figli spirituali che l’“educazione è cosa di cuore”. Abbi sempre un cuore ardente nell’educare e nell’amare i fedeli affidati alle tue cure episcopali. Sei chiamato ad essere il primo testimone della carità nella predilezione dei piccoli, dei poveri e dei deboli. Un’altra immagine del tuo stemma episcopale è quella del discepolo amato che poggia il suo capo sul cuore di Cristo: essa esprime la tua volontà di accostare l’orecchio affettuoso al Cristo per ricordare, in amicitia et in verbo, che gli uomini per mezzo di Lui hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e che Egli, nel suo grande amore, parla loro come ad amici per invitarli e ammetterli alla comunione con sé (cfr Dei Verbum, 2).

Ed ora mi rivolgo a voi, cari fratelli e sorelle di questa antica e venerata Chiesa di Alghero-Bosa. Le radici della vostra fede risalgono ai primi secoli del Cristianesimo: ciò costituisce per voi tutti un’eredità preziosa, che va sempre custodita e vivificata. Oggi ricevete il nuovo Vescovo quale segno dell’amore di Dio e della santa Chiesa per voi: accoglietelo con affettuoso rispetto, riconoscendo in lui il Pastore che vi guida per il giusto cammino e vi conduce ai pascoli erbosi, come abbiamo pregato nel Salmo dell’odierna Celebrazione. Il Papa ha scelto per voi un Vescovo giovane. Impegnatevi a costruire insieme a lui l’edificio della comunità cristiana, la Chiesa viva fatta di uomini e donne pieni di fede e di carità, nella tradizione forte e granitica dei vostri padri. Specialmente, voi, cari sacerdoti, vivete una comunione cordiale col vostro Vescovo, per rendere insieme ragione della fede che è in voi, a gloria di Dio Padre.

Fate in modo che la vostra Terra mantenga l’antica bellezza donatale dal Creatore e insieme con essa non perda i valori preziosi della fede, dell’ospitalità e dell’accoglienza, della condivisione, della vita semplice ed essenziale. Tutti insieme, Vescovo, presbiteri e diaconi, fedeli laici – specialmente voi giovani – siate costruttori della civiltà dell’amore e della speranza cristiana, capace di perdono e accettazione reciproca. Con rinnovato slancio e vivace creatività ravvivate le tradizioni di fede e di devozione religiosa che caratterizzano i vostri paesi, non solo per trasmettere un glorioso passato, ma come espressione viva della fede nel Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo.

La Vergine Maria, la Madre Santa del Salvatore, che il Vescovo Mauro ha voluto rappresentare nel suo stemma e che questa bella Chiesa di Alghero-Bosa venera con tanti titoli e principalmente con quello di Nostra Signora di Valverde, ci indichi la Via luminosa che è Cristo Signore, e sotto il suo Manto di misericordia protegga tutti noi intercedendo presso il trono del Padre celeste.

 

 

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