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BEATIFICAZIONE DI MADRE ANTONIA MARIA VERNA,
FONDATRICE DELLE SUORE DI CARITÀ
DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE D'IVREA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Ivrea
Domenica, 2 ottobre 2011

 

Carissimi fratelli e sorelle!

Oggi la nostra festa del giorno del Signore, del ritrovarsi uniti nel suo nome, è arricchita dalla gioia per la Beatificazione di Antonia Maria Verna, figlia di questa terra forte e generosa. Saluto cordialmente il Pastore della Diocesi di Ivrea, Sua Eccellenza Mons. Arrigo Miglio, e lo ringrazio per avermi invitato a condividere con voi questo evento memorabile. Con grande affetto saluto le figlie spirituali della nuova Beata, le Suore di Carità dell’Immacolata Concezione, associandomi sentitamente, in questa Eucaristia, al loro rendimento di grazie a Dio. Sono lieto di salutare i Confratelli nell’episcopato, le Autorità civili, i sacerdoti, le altre religiose e i religiosi, e tutti i fedeli.

La Parola del Signore ci offre oggi, nel Vangelo, la grande immagine biblica della vigna. Proprio in questa stagione, un po’ dappertutto sulle nostre belle colline, si vendemmia e si raccoglie il frutto atteso da lunghi mesi. E’ tempo di gioia, di festa per il raccolto che corona la fatica del lavoro. Anche noi ci rallegriamo e diamo gloria a Dio per la Beata Antonia Maria Verna, riconoscendo in lei l’umile operaia della vigna del Signore, che ha messo a sua disposizione tutta se stessa, e nulla ha trattenuto per sé. A lei si può applicare, senza timore di sbagliare, la verità evangelica: il regno di Dio è stato dato ad un popolo che ne produca i frutti (cfr Mt 21,43).

Nata in una famiglia di onesti contadini, di solide basi religiose, Antonia Maria apprese dai suoi genitori i fondamenti della fede e la virtù della laboriosità. Si esercitò precocemente nel dono di sé, accudendo la casa e bambini che vivevano nel suo cortile e prodigandosi per i vari bisogni del vicinato. Soprattutto imparò a coltivare la vita interiore, raccogliendosi in preghiera nella chiesa del villaggio o ai piedi della Madonna della Provvidenza, venerata in un pilone poco distante da casa sua. Con le parole del Libro della Sapienza, che abbiamo ascoltato nella prima Lettura, la nuova Beata potrebbe dirci: “Ho amato la sapienza, l’ho ricercata fin dalla mia giovinezza, … mi sono innamorata della sua bellezza” (cfr Sap 8,2). La sua personalità crebbe al tempo stesso riflessiva e pratica, attratta dai grandi ideali e insieme concreta; nella sua semplicità, divenne una vera discepola della Sapienza, che trova in Gesù Cristo, Verbo incarnato, la sua piena rivelazione. Questa sua attrazione per il Signore sfociò nella consacrazione verginale, impegno che Antonia Maria abbracciò privatamente all’età di quindici anni. Da allora la sua vita è stata tutta un dono, e perciò bella, piena di amore e di opere, nonostante le difficoltà, le tribolazioni, le ingiustizie subite, le incomprensioni. Una vita impostata interamente sul servizio a Dio e ai fratelli, riflesso della gratuità della carità divina, che la nostra Beata contemplava soprattutto nel mistero dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria.

Madre Antonia sentì ben presto la chiamata ad essere educatrice, ad occuparsi dei più piccoli non in un modo qualunque né solamente per intrattenerli, ma per accompagnarli ad incontrare il Signore. Il programma educativo di Madre Antonia era il medesimo che abbiamo udito dalle parole di San Paolo ai Filippesi nella seconda Lettura: “Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8). Anche questa saggezza educativa di Madre Antonia è frutto dell’azione gratuita della grazia in lei, un’azione che non ha mortificato ma favorito lo sviluppo della sua intelligenza, della sua preparazione umana e pedagogica, rendendola aperta anche al contributo delle scienze umane del tempo. Un esempio di questo l’abbiamo nel 1837, quando inviò alcune consorelle a Milano perché si preparassero a diventare insegnanti secondo i metodi educativi più aggiornati. In tal modo ella si pone all’interno di una grande tradizione educativa positiva, fondata soprattutto sul “sì”, il grande “sì” di Dio a noi (cfr Benedetto XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona, 2006), che ci chiama a costruire a nostra volta la vita su un profondo “sì” a Dio e al suo progetto d’amore, come è stato il “sì” generoso di Maria.

È forte il contrasto tra una figura così ricca di grazia e di virtù, qual è quella di Madre Verna, e i vignaioli infedeli di cui ci parla la parabola nel Vangelo di questa domenica. Se nella nuova Beata vediamo il “sì”, nei vignaioli abbiamo invece l’immagine del “no”: riconosciamo in questi personaggi l’esito tragico di una mentalità e di una vita che si illudono di avere successo puntando sulla voglia di accaparrare ad ogni costo per sé e sul rifiuto del servizio. È una mentalità purtroppo presente lungo tutta la storia umana, in ogni epoca e luogo: essa continua ad insinuarsi, spesso con messaggi suadenti, ma l’esito è sempre quello della violenza e della morte. Tuttavia, il messaggio finale di Gesù è anche qui una promessa carica di speranza, basata sulla Parola immutabile di Dio: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo” (Mt 21,42; cfr Sal 118,22). Questa promessa si è realizzata proprio in Gesù, nella sua morte e risurrezione: dal Mistero pasquale prende origine il popolo nuovo, prende origine la Chiesa santa e la santità nella Chiesa, una santità che dimostra la vittoria di Cristo, la vittoria dell’amore sul peccato, della gratuità sull’egoismo: “Chi vuol salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà” (Mc 8,35). Questa è la logica dei santi!

La Beata Madre Antonia ci incoraggia a lavorare nella vigna del Signore illuminati dalla sua Sapienza e docili al suo Spirito. Vigna preziosa del Signore sono, in modo particolare, i piccoli e i giovani. Lo sono oggi come lo erano, in maniera diversa, ma ugualmente urgente, nella prima metà dell’Ottocento; lo sono in Italia e, con problematiche a volte differenti, in altre parti del mondo. I giovani portano nel loro cuore “il desiderio della vita più grande” - come si esprime il Santo Padre Benedetto XVI (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 1) - e attendono di essere indirizzati e accompagnati lungo la via, certamente ardua ma entusiasmante, del Vangelo e dell’incontro con Gesù. Lì trovano la sorgente dell’amore che non delude e della carità che ha la forza di trasformare il mondo, anche la società del nostro tempo e del nostro Paese. 

Il messaggio di Madre Antonia invita a non avere paura di educare alle scelte impegnative che Gesù non cessa di proporre, nella Chiesa, sulle strade delle diverse vocazioni: la vocazione a costruire famiglie stabili e fedeli nel Sacramento del Matrimonio; le vocazioni di speciale consacrazione a Dio nella preghiera e nell’edificazione della Comunità; le vocazioni a servizio della Carità piena, in particolare di quella carità educativa che offre, con il pane materiale, il pane della verità che è Cristo. Per Madre Antonia è sempre stato questo il pensiero dominante: offrire il nutrimento vero, sostanzioso, che non separa il pane quotidiano dal Pane della vita eterna. Vocazioni femminili, sulle orme della nostra semplice e grande Fondatrice. Madre Antonia ha precorso i tempi, e di molto, preoccupandosi dell’educazione e della formazione delle giovani per una vera promozione della donna nella società del suo tempo. Oggi questa necessità non è certo diminuita: il Signore continua a chiamare ragazze e donne a diventare madri e sorelle per i piccoli e per le donne del nostro tempo, perché tutte ritrovino quella piena dignità che il Signore ci mostra nella Vergine Immacolata.

Madre Antonia, in collaborazione con le autorità civili del suo tempo, ha lavorato per l’educazione e per la scuola, per una scuola che potesse raggiungere il maggior numero di fanciulli e che li aiutasse a sviluppare tutte le dimensioni della loro personalità in modo completo e armonico. Una scuola in cui la cura della dimensione religiosa potesse manifestare tutto il suo potenziale positivo per uno sviluppo umano pieno. Questo aspetto è molto importante anche per il nostro tempo e per il nostro Paese. Troppe volte sembra che si abbia paura a lasciare spazio alla dimensione religiosa della vita, insita nel cuore umano, e si vorrebbe confinarla e nasconderla nel privato dell’individuo. Questo atteggiamento impoverisce enormemente il lavoro educativo.

Desidero qui ricordare una incisiva citazione che Benedetto XVI ha proposto recentemente durante il suo viaggio in Germania, sul rapporto reciproco tra religione e libertà. Si tratta di una frase del grande Vescovo e riformatore sociale Wilhelm von Ketteler il quale disse: “Come la religione ha bisogno della libertà, così la libertà ha bisogno della religione”.

L’esperienza di Madre Antonia e della sua Congregazione religiosa, con la lunga tradizione di scuole per l’infanzia e di scuole superiori, ci interpella oggi più che mai sul ruolo di una scuola libera e paritaria, come presenza che arricchisce l’ambito educativo di una nazione, come è avvenuto in passato e come avviene oggi, in Italia e nei Paesi dove operano le Suore di Ivrea: in Europa, in America, in Medio Oriente, in Africa. Dalle scuole delle figlie di Madre Antonia sono uscite generazioni di insegnanti che sono state e sono autentiche educatrici, il cui contributo per lo sviluppo culturale e sociale dei rispettivi Paesi è difficilmente valutabile e troppo spesso viene dimenticato.

Cari fratelli e sorelle, abbiamo ascoltato nel Vangelo la solenne promessa del Signore Gesù: “Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti” (Mt 21,43). Parole quanto mai impegnative per noi, che abbiamo la grazia di far parte di questo popolo nuovo: la Chiesa di Cristo. La testimonianza della Beata Antonia Maria Verna ci dimostra che, lavorando con fede e umiltà nella vigna del Signore, i frutti sono abbondanti. Seguiamo il suo esempio! Invochiamo la sua intercessione! E soprattutto rimaniamo saldamente uniti a Cristo, vera vite di cui noi siamo i tralci. A Lui, con il Padre e lo Spirito Santo, sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

  

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