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OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE,
ALLE RECLUTE DELLA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA

Mercoledì, 23 novembre 2011

 

Cari fratelli!

Mi rallegro di celebrare questa Eucarestia per voi e con voi. Rivolgo il mio più cordiale saluto al Comandante Daniel Rudolf Anrig, così come al vostro Cappellano e al Sergente Istruttore. È diventata ormai una bella tradizione quella che vede le nuove reclute della Guardia Svizzera Pontificia fare la conoscenza del Cardinale Segretario di Stato ed è, anche per me, l’occasione per manifestarvi la stima che ho per voi, che avete scelto di offrire almeno due anni della vostra vita al servizio del Santo Padre. Vi renderete presto conto di diventare voi stessi degli ottimi punti d’incontro tra il ministero e la parola del Papa, da un lato, e le vostre famiglie e i vostri amici in Svizzera, dall’altro. Vi domanderanno presto: “Tu che vivi a Roma, che abiti in Vaticano, che sei molto vicino al Papa, dicci come capire questo o quello...”.

Il Vangelo di oggi ci parla dell’incomprensione che può suscitare, fino in seno alla famiglia, la fedeltà a Cristo. Se questa fedeltà a Cristo e al Successore di Pietro non è capita da chi ci sta attorno, la nostra reazione non deve mai essere la paura. Se siamo coerenti con tutto ciò che ci insegna il Vangelo, sappiamo non solamente che Dio ci assiste – “io vi darò parola e sapienza”, “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (cfr Lc 21,15.18) –, ma Gesù ci assicura anche che, persino quando siamo rifiutati, in realtà stiamo seminando un seme di vita: “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” (v. 19).

Gesù ci dice che questa fecondità, anche se nascosta, è la ragione principale per perseverare, per non avere paura di continuare ad essergli fedeli, persino quando tutto sembra contrario. È un po’ come le veglie che vi apprestate a vivere, di giorno come di notte, nei lunghi corridoi delle logge del Palazzo Apostolico. Non dovrete affrontare degli avversari che vi contraddiranno, bensì la noia e lo scoraggiamento che talvolta ne è la conseguenza. “Perseverate - vi dice Gesù - e salverete le vostre anime”. Siate convinti che con la vostra semplice presenza fiduciosa e pia voi servite una buona causa.

Giovanni Paolo II ha definito i giovani seguaci di Cristo “sentinelle del mattino”. Il concetto di essere “sentinelle” si può coniugare in tanti modi e voi, nelle vostre veglie sentitevi parte di questa schiera di giovani forti nella fede e ricchi di ideali, scelti per un compito fuori dal comune, che richiede fermezza, coesione fra voi e perseveranza. Voi siete per definizione le “sentinelle del Papa”.

Ecco perché voi vi sottomettete alla disciplina del vostro ruolo; lo fate perche voi non volete che qualcosa di male capiti al Papa ed alla sua casa, voi lo volete per amore di Cristo e della Chiesa. E quindi? Quindi, nel momento stesso in cui, soli nelle logge del Palazzo, sarete tentati dallo scoraggiamento, dite a voi stessi che è il momento della perseveranza, perchè state compiendo la vostra missione, perché il Papa, grazie a voi è in buone mani! Così potete rovesciare il vostro momentaneo sconforto in occasione di incoraggiamento e di esultanza!

Nella prima Lettura abbiamo ascoltato come il profeta Daniele, prigioniero e schiavo del re Baldassàr, non esiti, rifiutando tutti i doni promessigli, ad interpretare per questo re un enigma che preannuncia la fine imminente del suo regno; un enigma che rimprovera a questo sovrano iniquo la sua credenza superstiziosa negli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, la sua credenza in questi dèi che non vedono, non odono e non comprendono. “Non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie” (Dn 5,23). Ecco un giovane che sa essere schietto e dire la verità a quel re, senza lasciarsi comprare o corrompere, e senza paura di fronte alle conseguenza da pagare.

Il vostro servizio in Vaticano, il vostro giuramento di dare, se necessario, persino la vostra vita per salvare quella del Santo Padre, ecco un impegno che vi pone al seguito del profeta Daniele, nella scelta radicale per la verità, senza altra preoccupazione se non quella di non tradire mai Dio e la sua Chiesa.

Nella persona del Successore di Pietro, è la voce profetica della Chiesa nel mondo che voi difendete. Sarà innanzitutto per voi un’occasione di approfondimento della vostra relazione con Dio e con la Chiesa stessa. Ascoltate attentamente, ogni volta che ne avrete l’occasione, la parola del nostro Papa, così chiara e profonda. Osservate le sue opere e i suoi gesti. Vi troverete più di una ragione per confermare, ogni giorno, l’impegno solenne che prenderete il prossimo 6 maggio, quando presterete giuramento.

E se a volte le parole della fede saranno per voi ancora troppo difficili da decifrare, non esitare a ricorrere a coloro che le possono interpretare per voi, a tutti i “Daniele” che sapranno aiutarvi a “rendere gloria a Dio, nelle cui mani è la [vostra] vita e a cui appartengono tutte le [vostre] vie”. Fate ricorso al vostro Cappellano, parlate tra di voi e lasciatevi condurre dalla testimonianza dei vostri camerati o superiori più saldi nella fede.

Cari amici, vi affido ai vostri santi Patroni, così ben rappresentati negli affreschi di questa cappella, provenienti da quella della Guardia Svizzera. San Martino di Tours e san Sebastiano, senza dimenticare il Patrono della Confederazione Svizzera, san Nicola della Flüe, vi proteggano e vi ispirino durante il tempo del vostro servizio al Santo Padre.

La Vergine Maria vi doni la sua gioia e la sua pace, frutti dello Spirito Santo! Amen.

   

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