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FESTA DI SAN FRANCESCO DI SALES

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano
Martedì, 24 gennaio 2012

 

Care Sorelle e cari fratelli,

siamo nel pieno della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Domani Sua Santità Benedetto XVI presiederà, come di consueto, la Celebrazione dei secondi vespri della festa della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione di questa Settimana. Come ci ha ricordato durante l’Udienza di mercoledì scorso, si tratta di una pratica che risale al 1908 (ben 104 anni fa). Lungo il cammino sono stati superati numerosi ostacoli, ma nonostante ciò ancora sperimentiamo il dolore della separazione fra i cristiani. Per questo il Santo Padre afferma che in realtà “Il cammino della Chiesa, come quello dei popoli, è nelle mani del Cristo risorto, vittorioso sulla morte e sull’ingiustizia che Egli ha portato e ha sofferto a nome di tutti […]. Solo Lui può salvarci dalle conseguenze negative delle nostre divisioni”. “La piena e visibile unità dei cristiani, a cui aneliamo – continua il Santo Padre - esige che ci lasciamo trasformare e conformare, in maniera sempre più perfetta, all’immagine di Cristo. L’unità per la quale preghiamo richiede una conversione interiore, sia comune che personale” (Udienza generale, 18 gennaio 2012).

Le disposizioni interiori che sono necessarie per costruire l’unità si possono ravvisare nell’umiltà, nel saper morire a sé stessi, nel saper ascoltare l’altro, nell’accogliersi reciprocamente, nel perdonarsi a vicenda, nel saper camminare insieme, ecc. Ma sappiamo bene che l'unità dei cristiani non si raggiunge con i soli sforzi umani, ma è essenzialmente un dono di Dio; la preghiera che sale dal cuore umile e fiducioso di coloro che si riconoscono seguaci di Cristo, prepara a ricevere questo dono, e sarà Cristo stesso a trasformarci in ciò per cui preghiamo.

Da parte nostra cerchiamo di partire concretamente dall’unità vissuta in seno alla nostra comunità, come fiamma accesa che alimenta il grande bracere della Chiesa. Infatti, è la somma di questa vita in unità nelle piccole o grandi comunità, che farà della Chiesa il grande canale della grazia per la santificazione del mondo.

Accostiamoci alla parola del Vangelo, appena ascoltata, comprendendola come lo specchio della Chiesa voluta da Cristo: “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo… Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli…”. La stessa Parola però ci purifica come oro nel crogiolo e taglia via il nostro orgoglio come lama a doppio taglio: “Ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato e calpestato dalla gente”.

Impegnamoci allora ardentemente con la preghiera e con le opere per togliere quel motivo di scandalo che vela la luce del Vangelo in mezzo al mondo. Il Santo Padre, ancora durante l’udienza di mercoledì scorso ha ricordato che l’unità dei cristiani “è una grande sfida per la nuova evangelizzazione, che può essere più fruttuosa se tutti i cristiani annunciano insieme la verità del Vangelo di Gesù Cristo e danno una risposta comune alla sete spirituale dei nostri tempi”.

Non si può negare che San Francesco di Sales abbia sofferto nel suo tempo per la dolorosa spaccatura che si era creata fra i cristiani sotto l’influsso delle idee della Riforma. Lo angustiava lo stato di abbandono in cui vivevano soprattutto i cristiani della sua regione di Chablais, nella Savoia, sottoposti a tutti i venti di dottrina, senza possedere le semplici nozioni del catechismo. Divenuto sacerdote si mise all’opera con tutto il fervore giovanile, viaggiando e predicando in tutte le chiese con le sue doti d’intelligenza, le sue conoscenze teologiche e il suo tratto mite e suadente. Inventò un nuovo stile d’evangelizzazione per mezzo della stampa di foglietti volanti che distribuiva nelle case della gente, con spiegazioni semplici e accattivanti della Parola del Vangelo. Non si lasciò coinvolgere nelle spire della violenza e molti, attratti dalla sua parola semplice e profonda e dalla sua personalità mite e comprensiva, imparavano a vivere in conformità con le verità dell’autentica fede cristiana.

Sappiamo che anche Don Bosco ha trovato ispirazione in questo modo di essere e di vivere con letizia e dolcezza la fede da San Francesco di Sales, tanto da chiamare i suoi figli “salesiani”.

La genialità di San Francesco di Sales sta anche nel fatto di aver mostrato alla gente semplice il modo per raggiungere una misura alta della fede. Nella sua opera Filotea scriveva: “Quasi tutti coloro che hanno trattato della santità hanno atteso a istruire persone molto ritirate dall’ingranaggio del mondo, o almeno hanno insegnato una santità che conduce ad una fuga dal mondo. E’ invece mia intenzione istruire quelli che vivono nelle città, in famiglia, a corte…”.

Si possono ravvisare nell’esperienza di San Francesco di Sales, gli elementi pregnanti del dialogo fra cristiani, in vista della ricomposizione dell’unità: la fedeltà alla Parola di Dio, che come abbiamo visto invita alla carità e all’amore vicendevole, il tendere ad una misura alta della vita cristiana che purifica e converte, e – soprattutto - non cessare mai di pregare per ottenere da Dio l’unità tanto agognata.

Preghiamo con Maria, che quale Mater Ecclesiae, è in attesa dell’abbraccio di tutti i suoi figli che portano il nome di cristiani.

 

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