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FESTA PATRONALE DI SANT'AGATA VERGINE E MARTIRE

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Catania
Domenica, 5 febbraio 2012

 

Venerati confratelli nell’Episcopato,
Cari Presbiteri, Religiosi e Diaconi,
Signor Ministro degli Interni e Distinte Autorità,
Carissimi fratelli e sorelle!

Ho accolto con gioia l’invito del vostro amato Pastore a presiedere la Celebrazione Eucaristica, momento centrale delle manifestazioni in onore della Santa Patrona, in questa Basilica Cattedrale, che custodisce le reliquie della Vergine e Martire Agata.

Vi porto il ricordo orante del Santo Padre, che di cuore imparte una speciale Benedizione alla Città di Catania e a tutta l’Arcidiocesi.

1. Abbiamo ascoltato con fede la Parola di Dio. Essa ci offre la chiave di lettura della storia umana e cristiana di Agata.

La prima lettura (2Mac 7, 1-2.9-14) ci ha presentato la vicenda drammatica dell’uccisione dei sette fratelli Maccabei davanti agli occhi della madre, per comando del re Antioco. Essi preferirono il martirio piuttosto che tradire la Legge divina. Agata si colloca sulla scia di quegli eroici fratelli. In lei rivivono il sorprendente coraggio e la nobile fierezza dei sette giovani, che andarono incontro alla morte incoraggiati dalla loro mamma, modello straordinario di genitrice ed educatrice.

Anche il brano del Vangelo (Mt 10,28-33) conferma il coraggio dei cristiani nel tempo della persecuzione, in virtù delle parole di Gesù: «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10,32). Il Signore prospetta ai discepoli la possibilità di una morte violenta, ma li esorta a non temere gli uomini, i quali possono al massimo privarli della vita fisica. Principio e fine della nostra vita non è il nulla che ci spaventa, ma il Padre che ci ama e che amiamo. Alla predizione delle persecuzioni future, l’evangelista Matteo fa seguire l’espressione ripetuta due volte nel testo: «Non abbiate paura» (Mt10,31). Il Signore così ci assicura circa la indefettibile protezione del Padre celeste, il quale, se nutre gli uccelli del cielo e tiene conto dei capelli che abbiamo sul capo, tanto più si prende cura dei suoi figli.

Negli Atti del martirio di S. Agata viene narrata la resistenza che la giovane manifestò nei riguardi di Afrodisia, matrona corrotta a cui era stata affidata da Quinziano: «Le vostre parole sono venti, le vostre minacce fiumi che per quanto imperversino contro i fondamenti della mia casa, non la faranno cadere, perché è fondata sopra pietra ben ferma» (cfr Atti del martirio, 14).

La nostra festa in onore di Sant’Agata celebra il “riconoscimento che Gesù fa di lei davanti al Padre”, dopo che ella a sua volta aveva riconosciuto Gesù davanti agli uomini.

Anche quanto l’Apostolo Paolo afferma di sé nella seconda lettura (2Cor 6,4-10) qualifica lo stile che caratterizza l’esistenza di ogni discepolo di Cristo, soprattutto quando deve affrontare e superare ostacoli nella fedeltà al Signore.

In questo momento pensiamo con grande affetto ed ammirazione ai fratelli e alle sorelle che, in tante parti del mondo, soffrono persecuzioni per la loro fede in Cristo e per la fedeltà al Vangelo. San Paolo e Sant’Agata hanno anche oggi fratelli e sorelle che ne imitano vita e testimonianza autenticamente cristiane.

2. Agata, con la sua vita e il suo martirio, parla anche oggi e il suo messaggio è di grande attualità. In particolare possiamo trarre dalla sua storia personale alcuni spunti: l’educazione alla vita buona, il ruolo dei giovani e, infine, l’importanza della famiglia e delle agenzie educative. La nostra devozione verso la Santa Patrona è autentica se ci lasciamo interpellare dalla Parola di Dio, che ha reso la sua vita salda in Cristo. Oggi, se vogliamo costruire un mondo più giusto e umano, dobbiamo guardare ai Santi non solo come a persone da venerare, ma come modelli da imitare.

3. Anzitutto, Sant’Agata ci richiama, anche attraverso il significato del suo nome, alla “vita buona”, quella che trova fondamento nel Vangelo. La fama intemerata di Agata (cfr. Atti del martirio, 2) è riconosciuta da tutti, perché lei trova nel Vangelo, nella parola di Gesù, le radici per una vita buona. “Educare alla vita buona del Vangelo” è la priorità della Chiesa italiana in questo decennio. Molto opportunamente, il programma dei festeggiamenti agatini di quest’anno ruota attorno al tema dell’emergenza educativa. Sono state tante le iniziative promosse che, a livello culturale e spirituale, tengono conto degli orientamenti dell’episcopato italiano.

Considerata la giovane età di Agata, uno speciale pensiero è perciò rivolto ai giovani. Essi oggi vivono un diffuso malessere, non solo per le normali crisi esistenziali legate all’età, ma anche perché un ospite inquietante penetra nelle loro anime: il nichilismo. La vera "emergenza educativa" è la domanda impellente e la grande sofferenza dei nostri giovani di fronte allo scollamento della libertà dalla verità e alla difficoltà di tenere uniti affetti e relazioni, domande di senso e quotidianità.

In questo contesto ci domandiamo: come far sì che i giovani possano avere la tempra di Agata? Quali famiglie, quali Istituzioni, quale Chiesa sono necessarie per dare risposta al bisogno educativo delle nuove generazioni e favorire l'opportunità di riappropriarsi delle radici etiche del nostro vivere? Illuminati dalla fede nel nostro Maestro e incoraggiati dal suo esempio, noi abbiamo buone ragioni per ritenere di essere alle soglie di un tempo propizio per un nuovo inizio. Occorre, però, ravvivare il coraggio, anzi la passione per educare rendendo ogni luogo frequentato dalle nuove generazioni uno spazio educativo.

In prima fila in questa sfida si trova naturalmente la famiglia. Quella di Agata era nobilissima (cfr. Atti del martirio, 4) non tanto per le ricchezze, ma per lo stile di vita e di educazione. C'è bisogno di famiglia! Per i genitori, l'educazione è un compito essenziale, una missione connessa alla trasmissione della vita; un compito originale e primario rispetto a quello di altri soggetti; insostituibile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato ad alcuno. Molti genitori soffrono oggi un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, di impotenza. Occorre ritrovare un'autorevolezza in grado di valutare e orientare, sostenere le decisioni fondamentali dicendo anche dei "no", per educare alla libertà, alla capacità di discernere il bene dal male!

C'è bisogno di educatori adulti capaci di restituire ai giovani la capacità di sognare; educatori capaci di spendersi per la loro felicità. San Giovanni Bosco aveva trovato le parole convincenti per annunciare una santità semplice e attraente: «Miei cari giovani – diceva - io voglio insegnarvi un metodo di vita cristiana che sia al tempo stesso allegro e contento, additandovi quali siano i veri divertimenti e i veri piaceri, cosicché voi possiate dire col santo profeta Davide: Serviamo il Signore in santa allegria» (cfr. San Giovanni Bosco, Opere edite/2, LAS, Roma 1976, 185).

C’è bisogno di parrocchie e di associazioni che sappiano fare della relazione il luogo dell'incontro, lo spazio attraverso cui passano i valori, di cui Dio è il fondamento. L'annuncio di Gesù Salvatore diventa così il grande gesto d'amore nei riguardi delle nuove generazioni.

4. Cari fratelli e sorelle, Catania anche oggi si affida alla sua Patrona e ne invoca la protezione. Ben volentieri mi associo alla vostra supplica ed anch’io imploro l’intercessione di Sant’Agata a favore dell’intera comunità catanese, in particolare per le persone e le famiglie più provate dalla crisi economica, da situazioni di disagio e di malattia.

La prego con voi affinché la Visita pastorale che il Vescovo sta compiendo sia davvero un dono del Signore per la vostra Chiesa. Possa essa crescere nella comunione, nella missione e nella testimonianza evangelica di solidarietà e di carità.

Invoco una speciale vicinanza della Santa Patrona a quanti sono più direttamente impegnati nella promozione del bene comune, nella tutela della pubblica sicurezza, e nelle iniziative culturali, sociali e di volontariato.

Sant’Agata protegga in modo particolare i suoi coetanei catanesi, i ragazzi e le ragazze che qui vivono e che trepidano per il loro avvenire; sostenga le donne, perché sappiano mostrare il suo stesso coraggio nella via del bene.

A tutti i suoi devoti ottenga Sant’Agata, con la sua intercessione, la grazia di crescere come buoni cristiani e onesti cittadini, e di vivere sempre più intensamente la vita buona del Vangelo, fonte di gioia autentica e duratura. Buona festa a tutti!

  

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