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FESTA DELLA MADONNA DI MONTEVERGINE –
VII CENTENARIO DEL CULTO DELLA SACRA ICONA DELLA MADONNA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Sabato, 1° settembre 2012

Cari amici,

La celebrazione della Solennità di Maria SS., titolare di questa Abbazia Territoriale di Montevergine, quest’anno riveste un particolare significato storico. E’ necessario, dunque, ripercorrere in sintesi alcune tappe della fondazione del Santuario, dal quale si è propagato il culto mariano iniziato ben nove secoli fa.

Fu S. Guglielmo, Fondatore della Congregazione Benedettina di Montevergine, a partire dal 1115 circa, quando si ritirò da eremita in monte quod vocatur virgine, a dar inizio e promuovere il culto della Madonna presso le popolazioni dell’Irpinia, diffondendolo poi in tutto il meridione d’Italia fino a Palermo. Di S. Guglielmo si conserva tuttora l’Icona da lui venerata, detta lIcona di S. Guglielmo, in stile bizantino, ieratica, distaccata, lontana, dipinta frontalmente.

Alla fine del 1200, circa il 1298, i monaci verginiani ebbero l’opportunità di presentare alla venerazione dei fedeli la nuova Icona della Vergine SS.ma, che veneriamo tuttora. Essi ispirarono il pittore Montano d’Arezzo nel dipingere una immagine della Madonna, che stabilisse una vicinanza più diretta, più umana, materna, corrispondente alla devozione popolare mariana del tempo, diffusa dal grande movimento di rinnovamento monastico, sviluppatosi nei secoli XII-XIII.

La cultura mediterranea antica colloca Maria nel disegno storico-salvifico di Dio, operante la prima inculturazione della fede. La cultura medievale presenta, in seguito, la progressiva conquista di Maria del tempo (con l’entrata nella liturgia), dello spazio (con l’edificazione di Santuari a lei dedicati), del cuore degli essere umani (con le preghiere e le forme di devozione) e delle istituzioni (come le università, le arti, gli ordini religiosi, le confraternite dedicati alla Vergine di Nazaret). Maria appare un valore antropologico sommo, in cui “si aduna / quantunque in creatura è di bontade” (Dante).

Nei centri monastici sorti in quel periodo storico era presente una profonda devozione alla Madre di Dio, diffusa soprattutto da S. Bernardo, il cantore di Maria. Nella nuova devozione si cercava di stabilire una vicinanza più diretta nella preghiera rivolta alla Madonna, i cui contenuti si possono trovare nell’invocazione della “ Salve Regina”.

Il culto ufficiale della Maestà di Montano d’Arezzo - la nostra grande e bella Icona - iniziò nel 1310 ed è continuato ininterrotto per sette secoli fino ad oggi.

Nel 1960, più di cinquant’anni fa, la Comunità monastica decise di trasferire l’Icona nella nuova basilica per la necessità di dover quadruplicare la capacità di accoglienza dei devoti e pellegrini, aumentati a dismisura nel dopo guerra, grazie al miglioramento dei mezzi di trasporto e della viabilità, che rendeva la salita al Santuario agevole a tutti. Ma ci si rese conto che la collocazione del dipinto nella nuova sede rendeva la grandiosa Icona (m. 4,60x 2,230) insignificante dal punto di vista del contatto ravvicinato e diretto per la grande distanza.

Ed ecco allora che nel 2010 si sono create le condizioni per la ricollocazione della Venerata Icona nella sua cappella originaria, in coincidenza del VII centenario del suo culto.

Anche se il ritorno nella sede storica è avvenuto il 25 giugno scorso per il ritardo di esigenze tecniche di restauro, la Comunità monastica di Montevergine ha inteso lasciare memoria storica dell’evento - nel contesto del VII centenario della venerazione della Sacra Icona - con la richiesta, paternamente concessa, al Santo Padre, di poter indire un anno giubilare mariano a favore di tutti pellegrini e devoti, che salgono con le dovute disposizioni spirituali a chiedere grazia e conforto alla Madre di Dio e di tutti i fedeli, che professano la loro fede nel Figlio suo Gesù.

Questo breve escursus ha avuto lo scopo di collocarci nel presente della nostra devozione mariana, ma soprattutto nel presente della nostra celebrazione eucaristica, come fioritura perennemente nuova del mistero di salvezza inaugurato con l’Incarnazione del Verbo di Dio nel seno della Vergine Maria.

Lasciamoci dunque istruire dalla Parola di Dio proposta dalla liturgia odierna. Il testo del Vangelo è ben appropriato alla celebrazione in onore di Maria, Madre di Gesù.

Gesù parlava ad una grande massa di persone, che lo seguivano. Tutti erano attratti dalle parole di grazia e di sapienza, che uscivano dalla bocca del Maestro. Si era creata un’atmosfera di raccoglimento e di silenzio generale. Tra tanta gente c’era una donna, certamente una mamma di famiglia. Era rapita e incantata dalle parole di quel giovane Maestro, capace di attirare su di se l’attenzione di tutti. Era una mamma. Come mamma si immedesimava nella mamma di Gesù. Tra sé e sé pensava “quanto è fortunata quella mamma, che ha partorito e cresciuto un figlio tanto sapiente”. Nel silenzio generale la sua voce risuonò chiara e distinta: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui ha preso il latte”. Era l’espressione di ammirazione e di lode nei confronti della madre di Gesù.

L’immagine della Madonna di Montevergine esprime proprio il pensiero di quella mamma sconosciuta. Maria è la Regina del cielo, che porta in braccio il Figlio di Dio, che anche il suo Bambino, che ha preso da Lei la natura umana, si è fatto uomo nel suo grembo, che è cresciuto in età, grazia e sapienza, grazie alle sue premure materne. Ma per Gesù la sua Madre non ha fatto soltanto questo. Sarebbe sminuirne i meriti. Ha meriti molto più grandi dell’essere la madre sua. Si è resa disponibile alla volontà di Dio, ha posto se stessa al suo completo servizio con un atto di fede totale al progetto di Dio. “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc. 1,38) dichiara all’Angelo Gabriele. Da quel momento si mise a diposizione della volontà di Dio, coerente a osservare tutto ciò che il Signore vuole da Lei.

La santità e la grandezza di Maria è proprio nel suo ruolo di collaboratrice di Dio, come dispensatrice di grazia e di misericordia per ogni devoto, che ricorre a Lei.

L’Icona della Madonna di Montevergine si caratterizza per gli occhi penetranti, benevoli e materni. Invitano alla preghiera, all’apertura del cuore. Sono occhi, che guardano non la massa, ma la singola persona che la prega e la guarda. Ogni devoto, ogni orante si sente oggetto di attenzione personale da parte della Madonna.

E’ l’espressione della verità biblica, contenuta nell’Esodo: “Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come una che parla con il proprio amico” (Es. 33,11-13): Gesù poi afferma: “Io conosco le mie pecorelle ed esse conoscono me... le conosco una per una”. Gli occhi grandi e luminosi del dolce volto di Maria ci rendono comprensibile questa verità: Dio conosce ogni persona per nome, faccia a faccia, a quattr’occhi.

Maria ha anche questo privilegio divino. Ogni orante, ogni devoto stabilisce un rapporto di dialogo personale, diretto, in esclusiva con Lei.

La ricorrenza del VII Centenario del culto della Sacra Icona nello splendore della rinnovata bellezza originaria, la sua ricollocazione nella sua cappella storica e la celebrazione dell’Anno giubilare mariano siano un invito a rinnovare una più sincera e filiale devozione a Maria, che ci aiuti a rafforzare la nostra fede a volte vacillante in questa valle di lacrime, ad ascoltare l’insegnamento del Figlio suo Gesù, trasmessoci dalla Santa Chiesa, guidata dal Successore di Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI.

Desidero concludere con una esortazione. Non lasciamo che le grazie elargiteci per l’intercessione di Maria, quali la fede viva, l’ardore della devozione, la pazienza nelle prove della vita, la sapienza e la bontà del cuore ed altre ancora, crescano nell’intimo giardino dell’anima, senza irradiare il loro profumo e il loro beneficio verso tutti. L’Anno giubilare mariano dovrà intrecciarsi armoniosamente con l’ “Anno della fede”, promulgato da Benedetto XVI, che prenderà inizio nell’ottobre prossimo, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. Sarà un invito forte e pressante alla testimonianza, all’annuncio della fede, alla semina abbondante della Parola di Dio per una “nuova evangelizzazione” nel nostro tempo, specialmente nel nostro continente europeo.

Maria sarà al nostro fianco come dolce madre ma anche come forte condottiera in vista del regno di Dio.

Continuiamo la nostra Celebrazione elevando al Signore la nostra comune preghiera, per intercessione di Maria Santissima, Madre e modello della Chiesa.

 

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