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ORDINAZIONE EPISCOPALE DI
S.E. MONS. EDOARDO CERRATO, VESCOVO DI IVREA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Roma, 8 settembre 2012

 

Cari fratelli e sorelle!

Siete qui convenuti, fedeli della Diocesi di Ivrea e di diverse Diocesi del Piemonte, insieme a tanti romani e persone provenienti non solo da diversi luoghi dell’Italia, ma anche da altre Nazioni, accomunati dalla stessa fede e dalla stessa gioia: l’Ordinazione episcopale di Mons. Edoardo Cerrato, nuovo Vescovo della Chiesa di Ivrea, che gli viene affidata dal Santo Padre Benedetto XVI.

Saluto con particolare affetto la mamma del novello Vescovo, qui presente, indovinando i sentimenti che in questo momento albergano nel suo cuore.

Quale modo migliore per esprimere la gioia se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato oratoriano il Card. John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo: “Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieli. E lode sia nelle profondità. Bellissimo in tutte le sue parole, ma ben più in tutte le sue vie!”.

Rivolgo poi il mio pensiero ai Signori Cardinali, al Nunzio Apostolico in Italia Mons. Adriano Bernardini, e a Mons. Arrigo Miglio, conconsacranti, come pure a tutti i Vescovi che insieme a me imporranno le mani benedicenti sul capo del novello Vescovo.

Alle Autorità ed ai rappresentanti delle diverse comunità desidero rivolgere il mio cordiale saluto e il vivo ringraziamento per la loro gradita presenza.

Un pensiero speciale va alle Congregazioni dell’Oratorio, della cui Confederazione il caro Padre Edoardo è stato zelante Procuratore Generale per 18 anni, dedicando ogni cura al cammino formativo delle tante Comunità oratoriane. Il Congresso Generale si riunisce anche per eleggere il suo successore e in questa celebrazione eucaristica desideriamo assicurare l’apporto della nostra preghiera e della nostra amicizia, affinché nella realtà oratoriana si rinnovi e si intensifichi l’impegno di “parlare al cuore” dei singoli e del mondo nell’espletamento concreto delle varie attività e opere formative.

Tutti uniti, i sacerdoti, le persone consacrate e l’intero popolo di Dio siamo qui convocati per esprimere il nostro rendimento di grazie al Signore per il dono dell’episcopato a questo figlio spirituale di san Filippo Neri.

L’odierna celebrazione avviene nella festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria, titolare di questo splendido tempio di Santa Maria in Vallicella, chiesa-madre degli Oratoriani e cuore del carisma di san Filippo Neri, qui sepolto: un carisma attuale e sempre affascinante perché inscritto nella perenne esperienza cristiana. Celebrando la nascita di Maria Santissima, la Chiesa guarda a quella di Cristo; ricorda Betleem di Efrata – come si evince dalla Prima Lettura –, il luogo vaticinato dal profeta Michea da cui, nel provvidenziale mistero dell’Incarnazione, verrà il Messia, il Figlio di Dio (cfr Mi 5,1). Nella nascita di Maria si compie veramente l’eterna elezione divina. Dio ha eletto la stirpe di Davide e il popolo d’Israele, perché attraverso di essi si compisse l’universale disegno di salvezza: che cioè il Figlio di Dio fatto uomo potesse venire al mondo, come afferma san Paolo nella seconda Lettura, quale «primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29), e la sua figliolanza divina diventasse l’immagine e il principio dell’adozione a figli per tutti i membri del genere umano. Da qui sgorgano le sorgenti inesauribili della nuova nascita dei figli e delle figlie della divina adozione. La nascita di Cristo a Betlemme è l’inizio della rinascita dell’uomo mediante la grazia soprannaturale. La nascita di Maria è la preparazione a questo inizio della nuova creazione nel piano della salvezza divina.

La festa di oggi costituisce, pertanto, un invito a fare memoria del dono gratuito che Dio elargisce a ciascuno, come fece a Maria. La nostra attenzione si focalizza sul dono di grazia che viene dato al Vescovo, mediante l’Ordinazione episcopale, e per poterne cogliere in pienezza il significato dobbiamo meditare le parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo di Giovanni. Sono parole di amore: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9). Questa permanenza nell’amore di Cristo si concretizza nell’osservanza dei suoi comandamenti e soprattutto nel comandamento dell’amore reciproco: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (v. 12), fino cioè a quel vertice dell’amore che è dare, come ha fatto Gesù, la vita per i propri amici. Qui troviamo la parola che fa gioire il nostro cuore, la parola che ci esalta e insieme ci fa sentire tutta la nostra indegnità: «Voi siete miei amici… Non vi chiamo più servi,… ma… amici» (vv. 14-15). E finalmente Gesù rimette ancora una volta ogni cosa nella giusta prospettiva: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (v. 16).

A tale proposito, con giusta ragione sant’Agostino afferma che l’episcopato è amoris officium (In Iohannis Evangelium Tractatus 123,5), compito e incarico di amore. Tutte le specifiche articolazioni, i vari aspetti e doveri di questo ministero trovano qui, nell’amore, la loro sorgente e la loro forma compiuta. Un amore molto concreto, che anzitutto non separa mai Gesù Cristo dal suo corpo che è la Chiesa. Un amore che si traduce nell’ansia di portare a Cristo tutte le persone e di aiutarle nelle loro, spesso faticose, situazioni di vita.

Caro Mons. Edoardo, il Signore ti ha scelto per il ministero episcopale e oggi, per mezzo del mandato apostolico del Santo Padre, al Quale va il nostro devoto e grato pensiero, ti manda in una terra dalle profonde tradizioni religiose, terra segnata da ricchezze e bellezze naturali, culturali e religiose. Ti manda come padre e pastore perché tu possa proclamare il Vangelo alla santa Chiesa eporediese e annunciare a tutti che Gesù Cristo, morto e risorto, è il Signore e Salvatore. Sappi sempre osare nel nome di Cristo, incarnando la carità in tutte le necessità spirituali e materiali del tuo popolo, accettando anche di correre il rischio dell’incomprensione e dell’ostilità. Con la forza che viene da Dio, affronta il male per vincerlo col bene, di cui sei testimone e profeta. Al riguardo, mi piace ripetere con san Leone Magno: «Dabit virtutem qui contulit dignitatem» (Sermo II, habito in anniversario ordinationi suae, Migne PL 54, 143): Colui che ti dà la dignità dell’episcopato ti darà anche la forza e la capacità di esercitarlo, soprattutto nei momenti di croce. Spenditi senza riserve come colui che ha appreso da Gesù la lezione del Buon Pastore; non rassegnarti al distacco silenzioso della gente da Cristo, e quando le vie e le forme tradizionali di apostolato ti appariranno, specialmente per gli adolescenti e i giovani di oggi, meno efficaci, sappi proporre e accogliere forme nuove, sull’esempio del tuo Padre san Filippo Neri.

Tra le domande che, secondo il rito liturgico, rivolgerò all’Ordinando prima dell’imposizione delle mani, una dice così: «Vuoi edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, perseverando nella sua unità, insieme con tutto l’ordine dei vescovi, sotto l’autorità del successore del beato apostolo Pietro?». Questo è un servizio essenziale che ogni Vescovo deve rendere alla propria Chiesa e anche, in comunione con il Papa e gli altri Vescovi, alla Chiesa universale. Mons. Edoardo Cerrato, nei suoi anni di permanenza a Roma, cuore della cristianità e sede del Vicario di Cristo, ha irrobustito il suo amore e la sua devozione verso il Papa quale punto di riferimento decisivo, da accogliere con apertura e docilità di cuore, da accompagnare e sostenere con la preghiera e con la condivisione pubblica del suo Magistero. Per la Chiesa di Ivrea anche questo sarà un bene prezioso.

Nei riti esplicativi dell’Ordinazione verrà consegnato al nuovo Vescovo il libro dei Vangeli, che già durante la preghiera consacratoria sarà tenuto aperto sul suo capo; poi gli verrà consegnato l’anello, segno del legame intimo e sponsale con la Chiesa che gli viene affidata; e ancora la mitra, promessa e impegno di santità di vita; e finalmente il pastorale, che sta a indicare il compito di aver cura di tutto il gregge e di reggere e governare la Diocesi con l’animo del Buon Pastore. Chiediamo per Mons. Edoardo l’abbondanza del dono dello Spirito Santo: solo Lui, infatti, può metterlo in grado di adempiere questi compiti, che superano di gran lunga le nostre forze e le misure umane. La nostra supplica si rivolge anche a Maria Nascente, riconosciuta nella preghiera della Chiesa come «speranza e aurora di salvezza al mondo intero» (Orazione dopo la Comunione): sia Lei la stella luminosa che guida il cammino del nuovo Vescovo!

Caro Mons. Edoardo, ti accompagnino allora in questo percorso da Roma a Ivrea la Madonna e san Filippo Neri. Maria Santissima ti venga incontro per accoglierti a Ivrea, dove è venerata quale patrona dell’intera Diocesi, col titolo di Assunta in Cielo, e con Lei San Savino e la Beata Antonia Maria Verna, fondatrice delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione. Ti accompagnino anche i Santi patroni di Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo, e ti accolga festoso l’illustre pastore e grande evangelizzatore della Diocesi eporediese, il Beato Varmondo, che si distinse nell’abbinare la carità evangelica all’impegno culturale per un ragionato e robusto annuncio della Parola di Dio, di cui rimane, come segno evidente, la ricchezza della Biblioteca Capitolare della Cattedrale d’Ivrea. All’intercessione di questi celesti protettori affidiamo nella preghiera la tua persona e la tua nuova missione ecclesiale.

Certamente non ti mancherà anche l’aiuto e la preghiera dei Pastori tuoi predecessori: Mons. Arrigo Miglio, oggi Arcivescovo di Cagliari, e di Mons. Luigi Bettazzi, che per ben 34 anni ha accompagnato il cammino della Chiesa eporediese.

Sarà al tuo fianco con la preghiera e la collaborazione il popolo di Dio della Chiesa che servirai, che con te vivrà l’esperienza cristiana: “Per voi sono Pastore e con voi sono cristiano”, soleva ripetere il Vescovo Sant’Agostino,

Oggi nella preghiera per Mons. Edoardo convergono l’animo e l’affetto di ciascuno di noi, mentre tutti partecipiamo alla medesima gioia, che scaturisce da questa stupenda giornata di fede e di festa.

 

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