The Holy See
back up
Search
riga

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE,
NEL 50° DI FONDAZIONE DELL'ISTITUTO STELLA MARIS
- SUORE DI N.S. DELLA MERCEDE

Anzio, martedì 4 dicembre 2012

 

Carissime Suore,
Cari docenti e famiglie.
Cari giovani e bambini che rallegrate questa celebrazione,

questo è il momento per esprimere affetto e devozione alla Beata Vergine Maria invocata sotto il bel titolo di Nostra Signora della Mercede, ma anche ammirata in tutta la sua spirituale bellezza come “Stella Maris”, da cui prende il nome questo Istituto.

Lasciate allora che inizi questa breve riflessione con la citazione di una pagina tratta dalla seconda Lettera enciclica di Benedetto XVI, Spe salvi :

“La Chiesa saluta Maria, la Madre di Dio, come «stella del mare»: Ave maris stella. La vita umana è un cammino. Verso quale meta? Come ne troviamo la strada? La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata. E quale persona potrebbe più di Maria essere per noi stella di speranza – lei che con il suo «sì» aprì a Dio stesso la porta del nostro mondo; lei che diventò la vivente Arca dell'Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv 1,14)? (n. 49).

Come abbiamo ascoltato dalla lettera di san Paolo ai Galati, la stessa nostra figliolanza con Dio ci venne quando «nella pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli».

Questa liturgia, inoltre, ci porta a meditare nella sua densità drammatica il vertice di quel «sì», giunto fino ai piedi della croce e oltre. Oltre, perché Maria continua nei secoli la sua maternità come Madre della Chiesa, che le è stata consegnata dal Figlio, morente sulla croce, simbolicamente rappresentata dal discepolo Giovanni: «Donna, ecco il tuo figlio!». Come un’eco che si ripercuote nei secoli, alla Chiesa giungono fino a noi le parole di Cristo Salvatore: «Ecco la tua madre!».

 Non è senza significato il fatto che si voglia cogliere l’occasione del 50° anniversario della nascita di questo Istituto scolastico, onorando Maria. La statua che è stata posta nel giardino, e che avrò modo di benedire al termine di questa celebrazione, vuole ricordare, attraverso l’ammirazione visiva del manufatto materiale, una presenza spirituale. Lei è in mezzo a noi come Madre, come protettrice e Regina di questa Opera educativa. Alunni, famiglie, docenti e tutti quelli che frequentano la scuola, uniti alle Suore di N.S. della Mercede, sono oggi un cuor solo nel dirle grazie.

50 anni di storia sono un tratto di vita importante e, come per ogni organismo, anche questo ha avuto i suoi albori e la sua evoluzione. Gli albori di ogni opera fondata dalla Congregazione delle Suore di N.S. della Mercede sono sempre dettati dalla carità redentiva e mai dal calcolo umano. Nel 1962 questo edificio fu costruito per dar vita ad una colonia in  grado di ospitare quattrocento minori per le vacanze estive. Da tutte le scuole della provincia religiosa le suore insegnanti lasciavano la loro comunità non per godersi il meritato riposo, ma partivano per la colonia per animare ed assistere i minori. Esse stesse prelevavano i bambini e li riportavano a casa alla conclusione del periodo di vacanza.

Il 1968 segna l’inizio dell’opera assistenziale permanente destinata ai minorenni bisognosi di tutto, che furono accolti con amore e dedizione. Per dare l’opportunità ai bimbi interni di avere uno scambio con gli esterni si aprirono le porte agli alunni della scuola dell’obbligo e in breve tempo le aule si riempirono di scolari. I cambiamenti sociali, tuttavia, non permisero di continuare l’opera verso i minori bisognosi in quanto gli Istituti sono stati sostituiti con le Case Famiglia.

Iniziò così la scuola elementare che ebbe subito un grande sviluppo. Furono i genitori stessi che, per la continuità didattica, chiesero di istituire anche la scuola Media. Fu nell’anno scolastico 1979-1980 che prese il via la prima classe e, nell’anno successivo, le tre classi funzionavano già a pieno ritmo. In seguito, nel 1989/90 l’Istituto si completò del Liceo Linguistico.

Ad oggi si possono contare 1500 alunni che hanno conseguito in questo Istituto la licenza elementare; 1200 la licenza media; 450 studenti sono giunti al diploma di Scuola Superiore Liceo-Linguistico.

Tutti questi bambini e giovani, con le loro famiglie, sono stati accompagni amorevolmente dalle cure educative e dalle preghiere delle Suore, presenti e passate, che ora, di fronte a questo altare voglio ringraziare e incoraggiare nella loro missione, certo di interpretare i sentimenti di tutti i presenti.

Il Giubileo di un’Opera, mentre mantiene vivo il senso e l’importanza della storia, ha in sé anche, intenzionalmente, i prodromi di un nuovo inizio; si tratta, infatti, di una storia guidata Dio verso la sua pienezza. Siamo quindi invitati alla responsabilità del presente e all’attesa del futuro.

Alle Suore, ai docenti e a tutti coloro che sono impegnati nel compito educativo rivolgo l’invito di tenere lo sguardo fisso sul futuro. Se qualcosa ha appannato il cammino è questa l’ora di un affidamento fiducioso alla misericordia di Dio. Benedetto XVI nella sua lettera sul compito educativo ricordava che ”l'educazione è frutto di esperienza e competenza, ma si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita e con il coinvolgimento personale, espressione dell'amore vero. L'educatore è quindi un testimone della verità e del bene: certo, anch'egli è fragile e può mancare, ma cercherà sempre di nuovo di mettersi in sintonia con la sua missione”.

Questo d’altronde è il senso profondo del Giubileo: il superamento delle eventuali mancanze. Ora Dio nella sua misericordia vuole donarci nuove energie spirituali in aiuto all’adempimento professionale che spetta a ciascuno. Si rinfranchi, dunque, la fede, cresca la speranza, diventi sempre più operosa la carità.

Alle famiglie rivolgo, infine, parole di stima e di incoraggiamento nel loro insostituibile compito educativo. I vostri figli hanno bisogno anzitutto di quella vicinanza e di quella fiducia che nascono dall'amore: è questa, infatti, la prima e fondamentale esperienza dell'amore che i bambini e i giovani dovrebbero fare con i loro genitori. Vi auguro di colmare questa esigenza dei vostri figli con generosa determinazione.

Nostra Signora della Mercede vegli su questo Istituto scolastico, su coloro che prestano la loro opera, sulle famiglie e sull’intera città.

Amen.

      

top